Finalmente qualcosa si muove! Federdoc plaude all’impegno del nostro Ministro Catania e dei suoi Uffici a difesa dei nostri prestigiosi prodotti
Il fenomeno dei Wine kit è cosa nota da tempo. Per iniziativa di alcuni intraprendenti “produttori”, inizialmente negli USA e poi in Canada, con una rete di propagazione anche in un mercato “protetto” come quello comunitario- Gran Bretagna- Danimarca- Olanda , è possibile acquistare dei kit di preparazione di bevande al gusto di vino, recanti nomi prestigiosi di nostre Denominazioni come Barolo, Chianti, Valpolicella, Montepulciano, ecc..
I kit comprendono naturalmente le istruzioni, molto spesso anche le etichette di presentazione, atte ad imitare nel modo idoneo i più noti brand italiani. Federdoc e i Consorzi di tutela associati hanno sempre considerato tali imitazioni estremamente dannose per l’immagine delle DOC/DOCG italiane; il buon nome dei nostri vini, faticosamente valorizzati al prezzo di costose campagne promozionali, è in questo modo messo in pericolo.
Ora è scesa in campo anche l’Interpol. Il Presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro ha dichiarato: “Finalmente qualcosa si muove! E’ dal 2006 che andiamo segnalando ai nostri Ministri (all’allora Ministro delle Politiche Agricole DE Castro e al Ministro delle Politiche Internazionali Bonino) le contraffazioni ed imitazioni delle nostre Denominazioni, avendo sempre ricevuto semplici garanzie di intervento ma senza alcun risultato. Sappiamo, per essere stati contattati a suo tempo dalla DG Agri e dal Parlamento europeo, che il problema era stato segnalato dall’On.le De Castro alle Istituzioni comunitarie, ma queste, per mancanza di volontà o più verosimilmente per mancanza di autorità a livello internazionale, hanno sempre accantonato la questione. E’ importante che oggi, almeno a livello di mercato interno, si pongano le basi per metter fine ad una consolidata abitudine di imitare le nostre Denominazioni”.
I Consorzi si trovano – molto spesso e da soli – impegnati a combattere battaglie impossibili a livello internazionale per la protezione delle loro Denominazxioni. L’elenco delle contraffazioni è lungo e riguarda ovviamente i marchi più noti delle nostre DOC/DOCG: dal Prisecco/Polsecco anche nei Paesi comunitari all’Astiz spagnolo, dal Lombrusko in Russia alle DO/marchi nostrani usati tali e quali in molteplici Paesi terzi, come ad esempio il Prosecco in Brasile con regolare fascetta di Stato locale, o ancora il Lambrusco Cormayeur o Lambrusco Frisante Palatto venduti in Brasile.
Tutto questo, nonostante i Consorzi abbiano registrato nei Paesi di interesse le loro Denominazioni come marchi, al prezzo di centinaia di migliaia di euro. “Sono situazioni che abbiamo anche recentemente segnalato al Ministro delle Politiche Agricole Catania ed a quello degli Affari Esteri Giulio Terzi” – ha precisato Ricci Curbastro – vogliamo pensare che le ultime iniziative dei nostri Organi di controllo siano finalmente la conseguenza della nostra ennesima segnalazione”.