La grossa novità che ha nel suo testo l’accordo Moscato 2012 è la trattenuta di 3 cent. al miriagrammo per la questione dei vigneti più difficili da coltivare, i cosidetti “Sorì”.

Per la prima volta dopo ben trentatre anni di accordi si è voluto premiare le donne e gli uomini di questi vigneti.

Grazie sopratutto all’impegno dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto, politico che oltre a parlare sa anche ascoltare e comprendere le reali necessità del territorio, si è potuto dare inizio alla valorizzazione di questi “Sorì” dove è nato il Moscato d’Asti.

Vigneti che oltre ad essere importanti per la qualità dell’uva rivestono un valore aggiunto sia per il turismo, famosa la collina Moncucco di Santo Stefano Belbo cantata da Cesare Pavese, sia per il problema idrogeologico:a tal proposito basti ricordare che nelle Cinque Terre a causa delle forti pioggie sono franati a valle i gerbidi, le case, i boschi, ma i vigneti sono rimasti saldi nei loro “sorì”.

Tutti i giornali,in questi giorni, hanno dato grande risalto a questa iniziativa. Ma nella zona Docg del Moscato d’Asti dove sono collocati questi storici vigneti?

Analizzando l’elaborazione fatta dal Dr. Daniele Eberle in collaborazione con la Regione Piemonte per conto del Consorzio di tutela dell’Asti troviamo 336 ettari con pendenze pari o superiori al 50%.

La fetta più grande si trova nella provincia di Cuneo con 211 ettari, segue Asti con 112 ettari ed infine la provincia di Alessandria con 14 ettari.

Al primo posto troviamo il Comune di Santo Stefano Belbo con 74 ettari seguito da Cossano Belbo (41), Camo(21), Mango (20), Loazzolo (18), Vesime (16), Calosso e Castiglione Tinella (14) e via via tutti gli altri.

Il premio per questi contadini dei “Sorì” sarà circa di un euro in più al miriagrammo del prezzo stabilito dall’accordo: 11,55 anzichè 10,55.

Ma di questo penso se ne dovrà occupare la “Commissione Qualità Moscato” presieduta dal DR. Giorgio Bosticco, discutendone eventualmente con i diretti interessati anche perchè da un’inchiesta fatta dal C.T.M.– Coordinamento Terre del Moscato- molti di questi contadini preferirebbero che venisse costituito un fondo speciale per la valorizzazione di un eventuale marchio per l’identificazione del Moscato d’Asti prodotto con l’uva di questi vigneti.