Diventano 30 le Città del Vino sarde: entrano Arzachena (SS), Modolo (OR), Dolianova (CA), Luras (SS) e Uri (SS). E la regione acquista sempre più importanza nell’Associazione Nazionale dei Comuni enoturistici italiani. Intanto la Regione approva la legge regionale sull’enoturismo.
Un bel risultato per le Città del Vino della Sardegna, passate nel giro di pochi mesi a quota 30. C’è Arzachena, terra di Vermentino di Gallura, Cannonau e Moscato di Sardegna. C’è Modolo, la più piccola Città del Vino d’Italia, un paese di appena 156 abitanti che sfoggia tutta la bellezza dei paesaggi agrari della Planargia. Oppure Luras, nella Gallura, terra di dolmen, olivi millenari e Nebiolo (con una sola B!).
E ancora: Uri, nel Coros classico, terra fertile per i carciofi, l’olivo e la vite di vermentino, cannonau e cagnulari. E infine Dolianova, nel cuore del Parteolla, territorio ricco di cultura e arte, dove si producono i vini IGT Parteolla, DOC Cagliari, DOC Nasco di Cagliari e DOC Nuragus.
“Come coordinatore regionale delle Città del Vino della Sardegna – afferma Giovanni Antonio Sechi, anche vicesindaco di Usini, in provincia di Sassari – sono molto soddisfatto della crescita dei Comuni associati nella nostra bella regione.
Da quando ho assunto questo incarico abbiamo avuto due nuovi ingressi nel 2018, uno nel 2019 e ben cinque nel 2021, rappresentativi di tutte le zone della Sardegna. Altri mi hanno contattato per poter aderire e li stiamo seguendo.
Il nostro obiettivo è di allargare ulteriormente la rete a quei territori di qualità, che rispondono agli standard delle Città del Vino, per fare un grande gioco di squadra che contribuisca a valorizzare anche le zone interne e più lontane dal mare e soprattutto a destagionalizzare la Sardegna, una regione che grazie al vino, ai prodotti tipici, al clima e ai suoi paesaggi agrari può essere vissuta tutto l’anno”.