A scegliere il vincitore è stata infatti la rete: con oltre 4000 voti pervenuti sul sito www.umbertocesariartcontest.com

Con oltre 1000 voti ricevuti Donatella Carollo, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha conquistato il consenso della rete aggiudicandosi così il primo posto nella classifica della seconda edizione dell’Umberto Cesari Art Contest e il privilegio di vedere la propria opera stampata sulle etichette dei vini della linea MOMA di Umberto Cesari.

A scegliere il vincitore è stata infatti  la rete: con oltre 4000 voti pervenuti sul sito www.umbertocesariartcontest.com , infatti,  gli utenti del web hanno sostenuto la propria etichetta preferita scegliendo tra le 6 etichette finaliste: la vincitrice, Futurwine di Donatella Carollo con oltre 1000 voti, a seguire Origine di Gianluca Ciancaglini, Armonia di Samantha Ste-Marie, Trois-quarts di William Lacharité, Stripes Wine di Aliénor Drapier e Abbraccio di Benedetta Fioravanti. Un successo che conferma la formula del voto on line che ha consentito al pubblico di partecipare in prima persona alla scelta della nuova etichetta della linea di vini MOMA.

La nuova etichetta della linea di vini MOMA, Futurwine, prende ispirazione dalle opere di Depero e del Futurismo ed è stata realizzata dalla studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia con acrilico su cartoncino. Particolare il soggetto scelto da Donatella Carollo: la forma grafica delle lettere che compongono la parola MOMA sono state reinterpretate e trasformate in una sagoma umana colta nell’attimo in cui sorseggia un calice di vino. E così la M in basso ricorda la parte alta del busto, la O il viso, la seconda M un copricapo, la A rovesciata il calice di vino. In particolare, il copricapo ricorda una corona per alludere alla qualità eccellente e regale del vino.

L’intera composizione dell’opera è stilizzata e gioca su tre colori, il bianco, il nero e il rosso, per rendere chiara e immediatamente leggibile l’immagine. L’artista ha scelto di stendere il colore con il pennello proprio per mantenere il senso del “fatto con le proprie mani“, un po’ come l’uva, che richiede la cura e la sapienza delle mani del viticoltore per dare un buon vino.