Montalcino, oltre al boom sui mercati in piena emergenza Covid si scopre tra i territori vitati a maggior incidenza biologica d’Italia, con una percentuale di 3 volte superiore alla media nazionale.

Secondo un’analisi del Consorzio del vino Brunello di Montalcino basata sui dati degli enti certificatori e realizzata in occasione di Benvenuto Brunello, risulta infatti come l’altissima qualità del principe dei vini toscani vada di pari passo con la sua propensione green, con una vigna bio che oggi sfiora il 50% del totale coltivato per la docg.

Altissima anche la percentuale di viticoltori convertiti (o in fase di conversione) alla pratica sostenibile: 106 su 257 aziende, oltre 4 su 10.

Brunello di Montalcino

Il vino biologico italiano è cresciuto di oltre il 100% nell’ultimo decennio e, in termini di ettari, a livello globale vale il 25% della superficie coltivata. Secondo Sinab, nel Belpaese la superficie bio (107 mila ettari) rappresenta una quota media del 16,5% del vigneto Italia, con una crescita media annua del 7% negli ultimi 5 anni.

Tra le regioni a maggior incidenza bio rispetto al vigneto, vince la Calabria (37,3%), seguita dalle Marche (33,8%) e dalla Sicilia (30,9%).

La Toscana, terza assoluta per numero di ettari – è al quarto posto con il 24,4% della propria coltivazione regionale certificata biologica e con Montalcino al 49,9%.

A Benvenuto Brunello, in programma per gli addetti ai lavori fino a domani a Montalcino, protagonisti i già iconici Brunello di Montalcino 2016 e Riserva 2015, affiancati nelle degustazioni da Rosso di Montalcino 2019, Moscadello e Sant’Antimo.