A Vinitaly 2015

“Luigi Veronelli è stato il primo a mettere a fuoco un concetto che oggi è generalmente condiviso: cibo e vino sono gesti di cultura”, con queste parole, Gian Arturo Rota, responsabile e curatore dell’Archivio Veronelli, ha aperto la presentazione del libro “La Pacciada, MangiareBere in Pianura Padana”, scritto nel 1973 da Luigi Veronelli e Gianni Brera e ripubblicato nel 2014 per le Edizioni Booktime.

In effetti”, ha aggiunto Paolo Brera, giornalista e scrittore, “Veronelli è stato il primo a capire l’importanza del cibo e del vino per l’economia. Gianni Brera, invece, ha concentrato la sua attenzione sullo stretto rapporto tra prodotti agricoli e vita sociale delle comunità”.

Il dibattito ha avuto luogo presso lo stand del Consorzio Lugana Doc, nel Padiglione Lombardia a Vinitaly 2015, dedicato proprio a Luigi Veronelli nel decennale della scomparsa.

Tra le tante cose che hanno accomunato i due personaggi, che si conobbero e collaborarono fin dagli anni Cinquanta, vi è l’attenzione per i piccoli produttori, considerati essenziali per la vita e la conservazione del tessuto sociale dei territori. “Per entrambi”, ha proseguito Brera, “la tradizione è un elemento dinamico, che si evolve in sintonia con la società: va quindi difesa ma anche sviluppata, proprio per non farla morire. Fedeltà è sapere mantenere il rapporto con le radici”.

“Brera e Veronelli”, ha commentato Giuseppe Ambrosi, presidente della Camera di Commercio di Brescia, sono due figure che hanno contribuito non solo a promuovere questo patrimonio di eccellenze, ma anche a valorizzare una caratteristica che da sempre distingue la produzione lombarda: il forte legame con la terra d’origine. Il nostro impegno come sistema camerale è sostenere questo processo di riscoperta dell’importanza della Pianura Padana come terra di cultura, vino e mangiare bene”.

“Veronelli e Brera sono tra i simboli di un mondo diverso da quello di oggi”, ha concluso Gianni Fava, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. “Un mondo curioso, desideroso di novità, ma in grado anche di interpretare il cambiamento con la cultura e l’intelligenza”.