Un concorso per scoprire e premiare i migliori vini delle cooperative italiane
Il vino della cooperazione è diventato grande. Secondo Ismea in Italia ci sono 493 cantine cooperative, che raggiungono, 4,3 miliardi di euro di ricavi e 1,8 miliardi di export. I loro vini portano nelle case di milioni di persone vitigni come Lambrusco, Valpolicella, Prosecco, Chianti, Primitivo di Manduria e Barbaresco. Prodotti che valgono il 52% del vinificato complessivo delle Dop e il 65% delle Igp italiane. La crescita però non è solo quantitativa. Le etichette cooperative conquistano premi, riconoscimenti, spazi importanti delle fasce di marcato di media e alta qualità.
E ai migliori vini nati tra filari e cantine delle cooperative tricolori, è dedicata la quarta edizione del “Gran Premio Vino della Cooperazione – Gino Friedmann”, in programma a Nonantola (MO) i prossimi 24 e 25 settembre (Sala dei Giuristi del palazzo della Partecipanza Agraria), in occasione della 18° rassegna del mosto cotto “Sòghi, Saba, Savòr”. A organizzare l’Oscar della cooperazione, grazie alla collaborazione del Comune di Nonantola e la Partecipanza Agraria di Nonantola, è l’associazione “ÆMILIA Storie di territori e di comunità”. Realtà nata per la valorizzazione della storia e del patrimonio culturale di territorio e comunità emiliano-romagnole.
Al concorso, le iscrizioni si chiuderanno il 16 luglio, possono partecipare esclusivamente cantine sociali del nostro Paese. Le loro etichette saranno sottoposte a valutazioni e confronti da parte di una giuria composta da 6 firme del giornalismo enogastronomico e presieduta da Giorgio Melandri (Gambero Rosso), curatore di manifestazioni quali “Enologica” e “Vino a Memoria” a Bologna e “Tutti Pazzi in città” a Faenza. Il risultato delle loro valutazioni, in programma la settimana precedente la consegna dei premi, assegnerà riconoscimenti in 5 differenti categorie: “Gran Premio – Gino Friedmann” ai primi 5 vini classificati; “Gran Premio tradizione” per le etichette più fedeli alla tradizione; “Gran Premio quotidiano” riservato al migliore rapporto qualità/prezzo; “Gran Premio “territorio” ai 3 vini maggiormente rappresentativi del loro territorio. A chiudere la “Menzione della Giuria”, riservata a etichette che di distinguono per novità o caratteristiche di gusto e produzione.
“Sono spesso le cooperative a garantire la filiera del vino in Italia dando futuro ad una tradizione che è valore simbolico, identità, paesaggio. Oggi lo fanno con una qualità sempre maggiore, con ambizione, orgoglio e senso di appartenenza – commenta Giorgio Melandri – Il racconto del vino italiano deve passare anche da qui, deve narrare questa grande storia e i suoi protagonisti, deve portarli al centro della scena e applaudirli con riconoscenza. Per fare questo, il premio Friedmann è uno strumento straordinario.”
“Lo scorso anno avevamo in concorso 44 etichette di 9 cantine sociali dell’Abruzzo, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto. Abbiamo già raggiunto 8 presenze di cooperative iscritte alla manifestazione e con le adesioni di prossimo giorni aumenteremo ancora numero e qualità dei partecipanti, rispetto al 2015 –spiega Pamela Tavernari dell’associazione ÆMILIA– siamo l’unica manifestazione interamente dedicata al mondo cooperativo, una vetrina dove si può osservare come le cantine sociali si siano lasciate alle spalle un passato fatto solo di grandi quantità produttive. Oggi i loro vini sono di qualità elevata, spesso molto elevata. Il nostro obiettivo è comunicare questa realtà a un numero sempre maggiore di persone”.
Una missione che si affianca a quella della valorizzazione della figura storica e culturale di Gino Friedmann, sindaco di Nonantola nella seconda metà degli anni ’20. Fu lui a promuovere la fondazione della Cantina Sociale nel 1913 e a cui seguirono quella di Formigine nel 1920 e nel 1923 quelle di Modena, di Sorbara, di Limidi e di Settecani1922. Friedamann incoraggiò e sostenne nel 1922 la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali di cui assunse la presidenza. Mentre, nel 1943, contribuì a nascondere in una villa di sua proprietà 73 ragazzi e 18 adulti di religione ebraica, salvandoli dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. E in occasione della 4^ edizione del Premio sarà nuovamente pubblicata in versione anastatica il testo di Friedmann, “Scopi, importanza e funzionamento delle Cantine Sociali in Italia”, edito per la prima volta nel 1926.