Il tema dell’autenticazione varietale del vino è un tema molto interessante e altamente dibattuto che da anni ha visto coinvolti il mondo della ricerca, i produttori e i consumatori

Il 9 Settembre scorso, a Montalcino, ospitata da Case Basse di Gianfranco Soldera, si è svolta una giornata di studio dal titolo “Molecular and Analytical Wine Varietal Authentication“, che ha visto coinvolte le tre Università Toscane (Siena, Firenze e Pisa), il Dipartimento di Biotecnologia e Genetica dell’Università di Tras-os-Montes e Alto Douro (Portogallo), Bionat Italia, il CRA-VIT di Conegliano Veneto e Il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF). La giornata ha consentito di riunire in un unico tavolo di lavoro e confronto aperto, il mondo Toscano della ricerca universitaria (Rita Vignani di UNISI, Lisa Granchi di UNIFI, Claudio D’Onofrio di UNIPI) già attivamente impegnato in una collaborazione scientifica nell’ambito del progetto “Winefinger”, finanziato dalla Regione Toscana e coordinato da Siena.

Il progetto incentrato proprio sul territorio di Montalcino, come sistema di studio per la tracciabilità molecolare integrata e possibile modello da esportare ad altre regioni, è focalizzato alla messa a punto di sistemi molecolari e biochimici per la determinazione analitica dell’uvaggio di vini sperimentali e commerciali, sia monovarietali che blended. Sempre nell’ambito dello stesso progetto, si inserisce anche la collaborazione con il Portogallo (Paula Martins Lopes) che sancisce una base di scambio fattivo sul piano della ricerca in materia di determinazione della composizione varietale del vino, basata su analisi del DNA.

Essenziale e stimolante anche la partecipazione del gruppo del CRAVIT di Conegliano Veneto (Massimo Gardiman, Giacomo Morreale, Daniele Migliaro) che collabora da anni con l’Università di Siena ed altri centri di ricerca nazionali e internazionali (NIAB National Institute of Agricultural Botany, UK- David Lee), sul tema della messa a punto di un pannello di marcatori molecolari, ottimizzato per funzionare nel DNA residuo di Vitis vinifera ancora presente nel vino e sulla validazione statistica delle analisi genetico-molecolari per l’attribuzione di un genotipo esatto ad una traccia genetica nel vino, in caso di DNA mescolato.

Grazie alla presenza di Bionat Italia (Giuseppe Stampone) è stata anche sondata la prospettiva applicativa e di sviluppo commerciale di queste tecniche fortemente all’avanguardia e in corso di affermazione a livello internazionale. Di particolare interesse e attualità è stato anche l’intervento del Direttore del laboratorio dell’ICQRF con sede a Perugia, Maria Grazia Piangerelli, che pur evidenziando le numerose attività di controllo ispettivo già messe in opera dell’Ente Ministeriale e dagli altri Enti governativi e forze dell’ordine deputati a tale ruolo, sottolinea la necessità di reperire nuovi strumenti analitici validati, sensibili ed affidabili a supporto della tracciabilità dell’origine del vino, per la tutela del consumatore e del prodotto di qualità “made in Italy”.

Grazie a questo evento, sono state gettate le basi per la fondazione di un gruppo di lavoro permanente interdisciplinare, internazionale e “multi-tasking“- dalla ricerca, alla produzione, all’utilizzo ai fini legali- in materia di autenticazione varietale dei vini.