In concomitanza con l’avvio della vendemmia nella zona di più antica origine, il Consorzio tutela vini del Soave pubblica un importante e strategico lavoro di ricognizione e conoscenza della zona classica riconosciuta per prima in Italia fin dal regio decreto del 1931.

Due comuni,  39 fogli di mappa per un totale di oltre 13.000 particelle catastali, tutte rigorosamente catalogate per singolo vigneto ed abbinate alle aziende produttrici grazie alla strategica collaborazione di Regione ed Avepa.

Quasi una denominazione nella denominazione con oltre 1.300 ettari di vigneto esclusivamente collinari compresi nei comuni di Monteforte d’Alpone e Soave, il Soave classico rappresenta il cuore della DOC e ne caratterizza fortemente l’identità sia dal punto di vista pedologico che paesaggistico.

I recenti dati del censimento dell’agricoltura confermano questa zona come quella a più alta intensità viticola in Italia: quasi il 95% della superficie agricola utilizzata e’ di fatto investita a vigneto specializzato rappresentando di fatto un unicum nel variegato mondo vitivinicolo italiano.

 

Nel confronto con un analogo lavoro proposto quasi 20 anni fa si evidenzia l’evoluzione del sistema produttivo in questo esclusivo territorio: di fronte alla conferma degli ettari vitati che sostanzialmente non possono più crescere si registra un sensibile aumento delle piccole aziende vitivinicole che passano da 30 ad oltre 70, oltre alla conferma che i vigneti di competenza della cooperazione con Cantina di Soave e Cantina di Monteforte caratterizzano rispettivamente i versanti occidentale ed orientale di questo sistema collinare.

In flessione le imprese che conferiscono le uve direttamente alle aziende private che  trasformano e imbottigliano, mentre si conferma l’estrema frantumazione aziendale tanto da frenare anche il rinnovamento viticolo.

Oggi il Soave classico e’ caratterizzato da vigneti molto vecchi, il 60% superano abbondantemente i 30 anni. Ciò, se da un lato rende più difficile e costosa la coltivazione, che in alcuni areali raggiunge livelli da viticoltura eroica, dall’altro garantisce una costanza qualitativa che solo le vecchie vigne sanno dare.

«Il Soave Classico – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del consorzio, – e’ la zona dove si sono nel tempo sedimentati ed affermati i cru più esclusivi e che vale complessivamente ogni anno oltre 13 milioni di bottiglie per un valore che supera i 35 milioni di euro. Dal punto di vista commerciale poi, i prezzi delle uve sono tornati a livelli molto interessanti, quasi record ed i primi sei mesi del 2013 confermano un trend di richieste che rischia di non essere soddisfatto completamente alla luce della flessione produttiva della stagione 2012».

La nuova mappa sarà presto a disposizione di aziende ed operatori anche in un innovativo formato cartaceo e potrà essere richiesta al Consorzio di Tutela.