«Al Vinitaly di Verona l’Emilia Romagna ha di nuovo dato il meglio di sé con i suoi vini, l’eccellenza della gastronomia locale, il fascino della sua terra e la generosa ospitalità delle persone che la abitano», conferma Gian Alfonso Roda, presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna, l’istituzione che da oltre vent’anni cura il Padiglione 1 dedicato alla Regione. «Affluenza record e un stand sempre affollatissimo, di sicuro tra i più eleganti di tutta la fiera, e poi incontri business to business e mediazioni con oltre 40 buyer stranieri – continua Roda -, perché la missione di Enoteca è anche quella di sostenere la commercializzazione internazionale dei suoi associati». Per il comparto vitivinicolo regionale, insomma, il bilancio di questa quarantottesima edizione è decisamente positivo.

 

Durante i quattro giorni di fiera, i numeri dello stand dedicato all’Emilia Romagna sono stati veramente da record: punte di oltre 20.000 presenze nelle giornate iniziali di domenica e lunedì per un totale di quasi 85.000 visitatori complessivi, due banchi d’assaggio con 400 vini in degustazione tra cui 40 etichette bio, e ancora 200 aziende e consorzi del territorio, 20 sommelier e 15.000 calici. Il banco dedicato al progetto europeo “South Europe Mediterranean Wines”, che vede la collaborazione di Enoteca insieme al Consorzio dei produttori di vino greci e alla Camera della vite e del vino della regione di Plovdiv (in Bulgaria), offriva una selezione di 35 etichette provenienti da queste tre regioni. Protagonista anche la gastronomia d’eccellenza: ben 4.000 degustazioni di formaggi e salumi DOP organizzate dal Baccanale nella piazza del Padiglione 1, con Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di Modena, Culatello di Zibello, Strolghino, Mortadella di Bologna, Salumi Piacentini, Formaggio di Fossa, Squacquerone e Piadina calda; quasi 1.000 coperti ogni giorno al ristorante interno, dove si potevano assaggiare le ricette preferite del regista Fellini (il filo conduttore di questo Vinitaly per l’Emilia Romagna), ma anche specialità greche e bulgare legate al progetto “Mediterranean Wines”. Tra i piatti più apprezzati, la tradizionale “sfoglia sporca” nella versione asciutta con Prosciutto di Parma DOP su vellutata di Raveggiolo e gocce di Aceto Balsamico di Modena IGP, ma anche i cappelletti con guanciale di Mora Romagnola e filangè di zucchine su fonduta leggera di Casatella. Nella cucina del ristorante, curato dai professori e dagli allievi dell’Istituto professionale alberghiero “Pellegrino Artusi” di Riolo Terme, operava una brigata di 40 persone e 30 addetti dedicati al lavaggio dei bicchieri. Un altro numero decisamente impressionante: prima dell’apertura della fiera, a Padiglione chiuso si contavano già 1.000 persone fra produttori e addetti ai lavori, che hanno curato l’evento ben oltre la durata dei quattro giorni di fiera, creando così quell’energia unica, ricca di impegno e passione, che si percepiva all’interno dello stand.