Questo sabato 29 settembre i produttori del Soave incontreranno una delegazione di compratori provenienti dai mercati europei
Difesa del Made in Italy e capacità di presidiare i mercati storici, aprendo canali commerciali anche sulle piazze emergenti. Queste in sintesi sono le due sfide che il Consorzio del Soave deve affrontare per garantire competitività e chance economiche alle aziende.
Con tali presupposti si tiene sabato 29 settembre un nuovo incontro tra produttori del Soave e operatori esteri, coordinato dal Consorzio del Soave in collaborazione con l’agenzia Trint Consulting. L’appuntamento – che rientra nelle attività di incoming, cioè tutte quelle azioni mirate a far arrivare sulla zona di produzione operatori di settore, compratori, giornalisti, tutti provenienti dall’estero – coinvolgerà buyer provenienti da Germania, Inghilterra, Svezia, Libano, Bulgaria, Svizzera, Turchia, Russia, Olanda, e si strutturerà in una serie di appuntamenti mirati, business to business, in cui ogni produttore potrà incontrare singolarmente gli importatori. A seguire, il giorno successivo, Soave&Italian Food, un focus di approfondimento per la stessa delegazione di buyer, dedicato al Soave in abbinamento al meglio dei prodotti del vero Made in Italy, dalla pasta di grano duro alla mozzarella di bufala, dai salumi ai formaggi stagionati, per finire con l’olio extravergine d’oliva.
L’Italian Sounding, cioè tutti quei prodotti agroalimentari che imitano il vero Made in Italy, hanno un giro d’affari nel mondo di 60 miliardi di euro. Inoltre solo il 19% della produzione alimentare italiana viene esportata contro ad esempio il 27% della Germania (fonte: Intesa San Paolo), un dato che fa riflettere se consideriamo l’eccelsa qualità della pasta, del vino, dei salumi e dell’olio di oliva Made in Italy. Un prezzo che le aziende italiane dell’agroalimentare – vino compreso – pagano a causa delle dimensioni spesso ridotte e dell’eccessiva frammentazione che rende l’accesso ai mercati esteri molte volte impossibile.
Per far fronte a questa situazione, a cui si aggiunge la mancanza di grandi reti di distribuzione nazionali, il Consorzio del Soave è da tempo impegnato in una serie di attività che puntano a favorire l’incontro diretto tra le singole aziende e i compratori esteri, nell’ambito delle attività promozionali legate all’OCM vino. Si tratta nella fattispecie di una precisa strategia che ha fatto della pianificazione e della calendarizzazione di eventi e di iniziative il suo punto di forza a tutto vantaggio delle aziende socie, sulla base di un doppio piano di azione: da un lato investire in campagne specifiche per i mercati esteri di riferimento, supportate da azioni volte ad interessare i differenti soggetti della filiera distributiva, dall’importatore al consumatore finale; dall’altro coordinare numerose attività di incoming di operatori di settore, favorendo il contatto diretto con i singoli produttori nel territorio di produzione del Soave.
Il comprensorio produttivo del Soave – quasi 7000 ettari vitati, una doc che insiste su 13 comuni, 50 milioni di bottiglie prodotte ogni anno per un valore di filiera che supera i 200 milioni di euro – esporta circa l’80% della propria produzione ma esistono ampi margini per accrescere la quota dedicata ai mercati esteri.
<<Quello in calendario il prossimo sabato – evidenzia Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio – rientra in una serie di attività che il Consorzio del Soave organizza a servizio delle aziende per accorciare le distanze tra il mondo della produzione e quella della commercializzazione. Inoltre si tratta del primo evento coordinato dal Consorzio del Soave che rientra nella fase dell’erga Omnes: ciò significa che a questo incontro, così come ai successivi, potranno parteciparvi anche le aziende che, pur non essendo socie del consorzio, producono vini che si fregiano della denominazione del Soave>>.
Se infatti l’appuntamento di sabato 29 settembre è dedicato soprattutto ai mercati europei, va ricordato che ad inizio dello stesso mese, si è tenuto uno speed tasting (degustazioni mirate e personalizzate tra produttori e compratori della durata di 20-25 minuti) che ha coinvolto una delegazione di buyer provenienti da Stati Uniti, Brasile, Cina, Malaysia, Hong Kong, India, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Russia.
Ad ottobre invece è in programma l’arrivo di una delegazione di buyer provenienti da Cina e Taiwan, piazze di particolare interesse per il Soave, dal momento che la tipologia dei vini bianchi sta sempre più erodendo quote di mercato ai rossi, per tradizione privilegiati dai consumatori big spender asiatici. Giocano a favore del Soave le donne asiatiche con una buona scolarizzazione che, emancipate ed indipendenti, sono loro che scelgono i vini e privilegiano quelli bianchi.
Rientrano invece tra le azioni poste in essere direttamente nei mercati esteri quelle relative al mercato americano in particolare, in base alla Ocm vino, che da tempo vedono il Consorzio impegnato in importanti campagne di rilancio del Soave negli Stati Uniti.
Qui, a quattro anni dall’inizio della campagna le differenti tipologie di Soave esportato dalle aziende sono ad oggi reperibili in 25 stati, mentre negli ultimi tre anni il numero di aziende aderenti al consorzio che hanno stabilito rapporti commerciali con gli USA è cresciuto del 16% rispetto al triennio precedente.
A fronte di tali risultati l’impegno in tema di promozione verso i Paesi Terzi da parte del Consorzio del Soave proseguirà fino a fine anno. In questa direzione le imprese del Soave investiranno 1,5 milioni di euro in azioni promozionali che riguarderanno Stati Uniti, Canada, Russia, Cina, Giappone e Sud Est Asiatico.
Con l’approvazione dei nuovi programmi promozionali per il 2013 questi investimenti cresceranno ulteriormente attestandosi sui 2,5 milioni di euro che saranno impiegati in work shop, attività di incoming, fiere, degustazioni mirate al pubblico ed eventi focalizzati al trade.