Presentazione a San Pietroburgo delle bottiglie eslcusive realizzate per il grande museo con l’etichetta “Friulano per l’Ermitage”

E’ un accordo in certo senso “storico” quello siglato ieri, martedì 23 ottobre, nel Palazzo d’Inverno lungo la Neva, tra il Museo Statale Ermitage – uno dei più grandi e celebri musei del mondo – e La Fondazione Villa Russiz

produttore vitivinicolo del Goriziano ai vertici dell’eccellenza italiana, con la collaborazione offerta dell’assessorato alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il tramite della Fondazione Ermitage Italia: il riconoscimento del vino

da parte di uno dei “templi” dell’arte universale, custode di oltre 3 milioni di opere – come importante fattore culturale da studiare e conoscere nei suoi riflessi e rapporti con la storia, l’arte, il paesaggio.

 

L’accordo, firmato nel bellissimo scenario del Teatro dell’Ermitage dal Direttore Generale del Museo Michail Piotrovsky e dal Presidente della Fondazione Villa Russiz Silvano Stefanutti,

alla presenza del Direttore centrale della Cultura e Relazioni Internazionali della Regione Autonoma Friuli Venenzia Giulia Augusto Viola, in rappresentanza dell’assessore Elio De Anna, del Console Generale d’Italia a San Pietrobrugo Luigi Estero

e del Segretario Generale della Fondazione Ermitage Italia Maurizio Cecconi,

mira a sviluppare una serie di progetti di studio, ricerca, eventi diversificati, pubblicazioni o esposizioni sulla base di un programma di collaborazione scientifico-culturale

che i due protagonisti s’impegnano a individuare insieme, “intorno” al vino e alla sua storia millenaria.

 

Ma partendo dal vino sono poi possibili anche altri importanti collaborazioni in ambito regionale.

 

La Fondazione Villa Russiz è infatti un ente senza scopo di lucro con un Consiglio di Amministrazione nominato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Gorizia, Comune di Capriva del Friuli,

Camera di Commercio di Gorizia, Fondazione Ca. Ri.Go e Banca di Credito Cooperativo di Lucinico, Farra e Capriva del Friuli.

Oltre infatti a gestire i 95 ettari che compongono l’azienda agricola, di cui 40 ettari destinati a vigneto doc Collio, la Fondazione è anche

un Centro Educativo con diverse tipologie di servizi per la tutela dell’infanzia e lo sviluppo della dimensione socio-relazionale nei bambini.

I proventi dell’attività vanno alla gestione della Casa Famiglia che accoglie Minori dai 3 ai 14 anni, con situazioni di problematicità familiare.

 

Un riconoscimento dunque importante per la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e per il territorio, tanto più che il museo fondato da Caterina la Grande

ha scelto proprio il Friulano prodotto dalla Fondazione Villa Russiz, come vino bianco d’honneur

del Museo, per i prossimi 5 anni, da utilizzare per i suoi eventi alla presenza di Capi di Stato e delegazioni di tutto il mondo.

Un’etichetta speciale – “Friulano per l’Ermitage” – con i loghi e i colori del Museo e della Fondazione Villa Russiz, personalizza le bottiglie riservate alla prestigiosa Istituzione culturale,

presentate ufficialmente in concomitanza con la firma del protocollo di collaborazione, a San Pietroburgo.

 

L’occasione ha dato modo anche di far conoscere la gastronomia del territorio regionale, dato che uno

dei momenti della cerimonia è stato dedicato alla degustazione dei piatti tipici e dei prodotti doc del Friuli Venezia Giulia, in collaboraizone con l’Ersa.

 

L’Ermitage che con la sua “filiale” italiana – la Fondazione Ermitage Italia con sede a Ferrara – sta siglando una serie di accordi culturali nel nostro Paese per la valorizzazione dei beni storico-artistici e per lo studio delle relazioni

e degli intrecci culturali tra Italia e Russia, ha scelto quindi di affrontare anche il tema del vino nella sua valenza culturale e storico-artistica, rapportandosi a una

delle regioni e dei territori più significativi nel panorama enologico italiano e a una realtà fortemente connotata

da una proprietà pubblica e da uno scopo morale.

 

Con l’Accordo siglato, le parti si propongono – come si legge nel documento ufficiale – “d’individuare iniziative

di collaborazione, confronto scientifico e comune riflessione sul tema del rapporto tra Arte e Vino

(come soggetto rappresentato nella produzione artistica; tema di riferimento nella mitologia, nella letteratura, etc.; come elemento d’identità culturale;

aspetto riguardante usi e costumi, tradizioni di popoli e civiltà; elemento connotante il valore produttivo di un territorio; oggetto di riferimento nella storica produzione delle Arti applicate

e decorative, nel design moderno e contemporaneo, e nell’architettura) e… di costruire insieme attività espositive con progetti scientifici unitari collaborando

con le Istituzioni Culturali”.

 

Un’occasione dunque di grande significato per la valorizzazione di una delle eccellenze italiane e per lo sviluppo delle relazioni culturali tra Italia

e Russia, secolarmente fortissime e imprescindibili.

 

L’accordo, come è stato sottolineato in conferenza stampa da Michail Piotrovsky e da Augusto Viola, apre  anche la strada infatti ad altre possibili collaborazioni con diverse istituzioni regionali e in svariati ambiti culturali:

in particolare si sono già anticipate possibilità e interessi legati alla Scuola di restauro dei mosaici di Spilinbergo e alla ricchezza storico, archologica e artistica di Aquileia.

 

A dimostre  i tanti, diversi legami storico culturali tra la Russia e l’Italia e in particolare il Friuli anche il concerto in programma

presso il Teatro dell’Ermitage (il 24 ottobre) in collaboraizone con l’Associazione Musicale Sergio Gaggia dedicato a Elisabeth (Ella) von Schultz nota con lo pseudonimo di Ella Adaïewsky,

grandissima pianista, compositrice ed musicologa in un’epoca non facile per l’affermazione femminile. Ella, nata a San Pietroburgo nel 1846 (nella minoranza tedesca),

visse poi per oltre 25 anni a Venezia frequentando assiduamente il Friuli e svolgendo una pionieristica indagine etnomusicologica nelle valli di Resia e del Natisone, che l’affascinavano profondamente.