TAPPA N. 1 – Autreau De Champillon: di generazione in generazione, dal 1670 nel nome dello Champagne di qualità

Un solo numero per darvi l’idea di quanto lo Champagne pesi nell’economia vitivinicola d’oltralpe; poco meno dei due terzi dell’export di vino francese, in termini di valore, è costituito dalle bollicine di questa regione. Non c’è angolo del mondo in cui lo Champagne non arrivi e non venga considerato come “il Re dei vini”, simbolo assoluto del lusso e della bella vita.

Dopo la Francia, l’Italia è il secondo maggior consumatore di Champagne sulla faccia della terra, e questa la dice lunga sulla passione italica per le bollicine dei cugini d’oltralpe. Sono centinaia le etichette di Champagne presenti sul mercato italiano, ma com’è facile immaginare non tutti i produttori hanno posizionato la bandierina dell’export nel nostro paese. Inizia con questo un percorso a tappe  tra venti piccole e medie realtà, poco conosciute (quando non del tutto ignote) nel nostro paese. Un modo nuovo di leggere lo Champagne, non necessariamente fatto di lustrini e pailletes.

 

TAPPA N. 1 – Autreau De Champillon: di generazione in generazione, dal 1670 nel nome dello Champagne di qualità

Non si ha il tempo di uscire dalla periferia nord di Èpernay che già ci si trova nel bel mezzo dei vigneti, ultime propaggini della zona nota col nome di Montagne de Reims. Una deviazione dalla N51, la trafficata statale che unisce Èpernay a Reims, ed in breve si sale a Champillon, piccolo borgo dalle cui terrazze si gode una delle tante spettacolari viste sui vigneti dello Champagne estesi a perdita d’occhio. Ci attende nella bella ed ampia sala di degustazione il giovane rampollo di casa Autreau, l’ultimo a proseguire la saga di una famiglia qui proprietaria di terre sin dal lontanissimo 1670. Un’azienda di circa 32 ettari distribuiti nei principali cru della Montagne de Reims, a cui si è aggiunta negli anni più recenti l’attività di nègocians.

 

Una gamma di buon livello senza cedimenti e qualche “perla”. Ne è esempio il Brut Reserve Grand Cru, taglio pressoché paritetico di Pinot Nero e Chardonnay (quest’ultimo proveniente da Cramant in Cote de Blanc) in larga parte della vendemmia 2008. Il naso ha note agrumate e di fiori bianchi, delicatamente minerali. Un dosaggio non “eccessivo” (poco meno di 10 gr./litro) lascia ampio spazio in bocca alla freschezza e ad una chiusura sapida e profonda.

 

Punta tutto sull’eleganza dello chardonnay il Blanc de Blanc Premiere Cru, con note di limone contrastate da sentori dolci di miele d’acacia. Classico, anche nel blend delle tre uve regine dello Champagne (pinot nero, meunier e chardonnay), il Brut Premiere Cru, disponibile anche nell’intrigante versione Demi-Sec (con circa 40 gr./litro di zuccheri residui). Piacevolmente improntato sui frutti rossi (ciliegie e fragole) il Rosé Premier Cru, frutto di un “melange” tra chardonnay e pinot nero nella misura del 15%.

Ben tre i millesimati al  momento disponibili in cantina, di tre annate diverse; il Brut Grand Cru 2008 con note di lievito, the e fruto tropicale, la Cuvée Les Perles de la Dhuy 2006 e la Cuvée Grand Cru “1670” del 2005, dedicata all’anno di fondazione del casato Autreau.

 

Prezzi assolutamente ragionevoli; dai 16 Euro del Brut ai 30 della Cuvée 1670. Possibilità di acquisto in cantina, aperta dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18 tutti i giorni, festivi esclusi.

Daniele Bartolozzi


AUTREAU DE CHAMPILLON

7, Rue René Baudet

Champillon (Montagne de Reims)

www.champagneautreau.com