La nuova linea di produzione sarà la prima grande novità del 2018 per Fattoria Montecchio. Nuova nel look e nel contenuto, diventerà l’immagine dell’azienda vitivinicola. E in ponte c’è anche l’etichetta Gran Selezione, novità assoluta per la Fattoria Montecchio.
Il 2018 sarà un anno di grandi e importanti novità per la Fattoria Montecchio. La prima, in ordine temporale, è stata presentata in anteprima esclusiva alla Chianti Classico Collection alla Stazione Leopolda e alla Fiera Prowein di Dusserdolf e, dal 15 al 18 aprile 2018, sarà presente anche al Vinitaly di Verona (stand C4 – Padiglione 9 Toscana).
E’ la sua nuova linea di Chianti Classico Docg 2015 e Chianti Classico Docg Riserva 2013, imbottigliata in una bordolese dalla forma bombata che ricorda una mezza magnum, con una preziosa etichetta in braille. Una linea elegante, accattivante nel look e non solo che, cambiando leggermente il blend, mira a diventare l’icona della Fattoria Montecchio.
“Una linea di produzione – spiega il titolare della Fattoria Montecchio, Riccardo Nuti – che si affianca a quella precedente e che, piano piano, vogliamo che diventi l’immagine attraverso la quale la Fattoria Montecchio sarà riconosciuta”. Una nuova bottiglia ma anche un nuovo contenuto. “I blend cambiano di pochissimo, – aggiunge Nuti – e la selezione è migliore, più accurata; insomma per fare il paragone con la bistecca alla fiorentina, questa linea sarà un po’ il “filetto” del nostro Sangiovese, del nostro Merlot e del nostro Cabernet Sauvignon. La particolarità sarà l’aggiunta di Alicante”.
E in gestazione c’è anche la terza etichetta: la Gran Selezione. In questo caso si tratta di una novità assoluta per la Fattoria Montecchio, di cui Nuti anticipa qualche dettaglio. “Inizieremo con l’annata 2015 – fa sapere – che, nel rispetto del disciplinare del Chianti Classico, presenteremo sul mercato a fine anno. La vera punta di diamante sarà proprio la nostra Gran Selezione: un Sangiovese in purezza vinificato per metà tradizionalmente e per metà in anfora”.
Ricordiamo a tal proposito che la Fattoria Montecchio ha una storia personale e originale, circa la riscoperta di questo antichissimo metodo di vinificazione: quello in anfore di terracotta. Disponendo infatti di un’antica fornace del 1800 all’interno della tenuta, è stata in grado di produrre un manufatto funzionale al processo di affinamento e vinificazione, grazie alla collaborazione con il professor Massimo Ricci, esperto di restauro dell’Unesco e docente di Tecnologia dell’Architettura all’Università di Firenze.
Tale esperienza, che il giornalista e sommelier, Emanuele Vescovo, ha racchiuso in una pubblicazione intitolata “Dalla terracotta al vino”, si è tradotta nella nascita del Priscus, un Sangiovese in purezza, ricco e strutturato che, non a caso, porta il nome di un gladiatore romano (anche quest’anno i manufatti dell’Antica Fornace Montecchio saranno in mostra a Enolitech, che si svolge sempre a Verona, negli stessi giorni di Vinitaly, allo stand D3 Padiglione F).
A spiegare cosa cambia “tecnicamente” nella nuova linea di produzione, è il dottor Stefano Di Blasi, enologo della Fattoria Montecchio.
“Sostanzialmente la base è sempre il Sangiovese, che rimane nella quasi totalità di percentuale. A questo si affiancano le migliori selezioni degli uvaggi di Merlot, Cabernet Sauvignon e Alicante”.
Le differenze non saranno quindi tanto nel blend quanto nell’approccio “filosofico”. “I nuovi vini – prosegue Di Blasi – rispetto a quelli prodotti fino ad ora, hanno infatti un taglio “sartoriale”, ovvero, nelle varie tipologie, costituiscono la massima espressione del territorio. Abbiamo quindi cercato di riscoprire quelli che sono i gusti più consolidati della tradizione per racchiuderli nell’espressione di una maggior purezza e autenticità del Sangiovese del luogo. Così, se nel Chianti Classico della “linea tradizionale” aggiungiamo il 10% di Merlot, affinché sia di più facile approccio per una vasta gamma di consumatori, nella “linea Primum” cerchiamo di stare totalmente sul Sangiovese, con un percorso che ricalca un po’ quella ricerca di genuinità e territorialità fatta in Borgogna per il Pinot Nero”.
La Fattoria Montecchio, che ha una produzione su 30 ettari di vigneto, si spinge quindi verso un prodotto di nicchia: un vino destinato a chi veramente ama, capisce e apprezza le caratteristiche del Sangiovese.