L’azienda da anni è impegnata in progetti che assicurano la qualità delle uve e l’integrità dell’ecosistema nel vigneto. Due i progetti all’attivo, di cui uno nato in modo spontaneo dalla base sociale. Attese più che positive per la vendemmia 2013.
Grappoli d’uva sempre più ad impatto zero per Cantina di Monteforte che ha scelto di puntare sulla lotta guidata e sul metodo di difesa contro le tignole, definito confusione sessuale, per assicurare la qualità delle produzioni e nello stesso tempo garantire l’integrità dell’ecosistema nel vigneto.
Più che positive le attese per la vendemmia 2013: le tecniche a basso impatto ambientale, unite ad una maturazione graduale delle uve e ad una vendemmia posticipata rispetto alla media, rappresentano un mix di condizioni ideale per la vendemmia.
Da anni Cantina di Monteforte è impegnata sul fronte delle produzioni che rispettano l’ambiente, una scelta condivisa dall’intera base sociale, dopo una importante attività di formazione e di sensibilizzazione dei soci conferitori.
Due i progetti dove Cantina di Monteforte è attiva.
Il primo, denominato “Bacillus”, è partito nel 2011 ed è un progetto di monitoraggio dei vigneti contro tignola e tignoletta.
In una prima fase sono stati presi in osservazione circa 70 ettari distribuiti nelle località Fontana, Froscà, parte del Monte Riondo e parte del Monte Ca’ de Napa e sono state coinvolte circa 60 aziende.
Una volta individuata con precisione questa macro area l’anno seguente è stata realizzata una “selezione nella selezione” e sono stati così scelti 33 ettari, coltivati a garganega, dove è stata applicata la confusione sessuale.
Si tratta di una tecnica, totalmente biologica, di “disorientamento” del parassita: vengono utilizzati dei diffusori di feromoni, cioè gli ormoni femminili, che “saturano l’ambiente vigneto” per impedire ai maschi di intercettare le scie naturali prodotte dalle femmine. Questa tecnica di fatto impedisce gli accoppiamenti, con la conseguente riduzione dei parassiti in vigna in modo naturale e senza ricorrere a prodotti chimici.
Il secondo progetto, sempre relativo alla confusione sessuale, riguarda l’area del Monte Castellaro, ed è il frutto di una scelta totalmente spontanea da parte di un gruppo di conferitori che hanno deciso di ridurre al minimo il ricorso a prodotti chimici in favore di tecniche di lotta integrata.
Una volta giunte a maturazione, le uve prodotte con tecniche di confusione sessuale e di lotta guidata verranno vinificate separatamente rispetto a quelle prodotte con sistemi tradizionali.
Cantina di Monteforte sostiene questi produttori e favorisce la loro iniziativa.
«Crediamo che prima di tutto vadano preservati il nostri vigneti ed il nostro paesaggio – sottolinea Gaetano Tobin, direttore generale di Cantina di Monteforte – dal momento che sono il nostro primo strumento di lavoro. Riteniamo che vadano perseguite tutte quelle soluzioni che assicurano la qualità e che nel contempo tutelano l’integrità dei vigenti e la salubrità dell’ambiente. Da questo punto di vista abbiamo investito parecchio anche sul fronte della formazione e dell’aggiornamento dei nostri soci e vedere che in modo spontaneo alcuni di loro scelgono questa via ci riempie di soddisfazione».