Il 50% del vino prodotto rimane nelle botti della cantine italiane a causa delle mancate vendite. Il bollettino ‘Cantina Italia’ dell’ICQRF, pubblicato sul sito del ministero delle Politiche agricole, registra infatti, per le prime due settimane di aprile, uno stallo nello smaltimento del -50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (950mila ettolitri di vino contro quasi 1,95 milioni di ettolitri).

È quanto rilevato da Vite&Vino, bimestrale de L’Informatore Agrario, in un articolo a firma dell’enologo Stefano Sequino.

A fine aprile gli stock in cantina hanno così raggiunto gli stessi livelli dell’anno precedente (-2% il totale, +1,5% per i vini Dop) nonostante l’ultima vendemmia abbia registrato un raccolto inferiore del 19% sul 2018.

Ma non è tutto: la situazione è complessa perché gli smaltimenti al rallenty proseguiranno e la situazione attuale non tiene ancora conto dei molti effetti dell’emergenza che si faranno sentire nei prossimi mesi.

Tra questi, le scorte giacenti presso distributori e importatori, gli accordi inevasi e i mancati pagamenti, ma anche le ripercussioni dovute agli spostamenti di eventi come ProWein e Vinitaly e con essi la possibilità di incrementare il business.

Dei 52 milioni di ettolitri in giacenza, i volumi a oggi smaltiti premiano infine i vini comuni (-12% gli stock rispetto allo scorso anno), mentre sono già superiori al 2019 le giacenze dei vini Dop (+1,5%) e degli Igt (+0,5%), che assieme compongono oltre i 3/4 del prodotto made in Italy. Un dato questo che la dice lunga sul lockdown dell’horeca e che espone a rischio speculazione il valore del prodotto di qualità alla vigilia della prossima vendemmia.