A ruba le maglie del Gallo Nero a Firenze e in Toscana. Inaugurati nuovi punti vendita della Chianti Classico Co

Un tempo, tra il 1946 e il 1952, era la maglia dell’ultimo classificato al Giro d’Italia. Divenne quasi un simbolo di “slow sport”, attirava personaggi al di fuori del mondo agonistico che si iscrivevano alle gare solo per perdere più tempo possibile, per poi arrivare ultimi e avere il diritto di indossare la famigerata Maglia Nera.

 

Dopo oltre 60 anni il Consorzio Vino Chianti Classico reinterpreta lo spirito goliardico e gaudente che animava gli “aspiranti ultimi” per creare la Maglia Nera del Gallo Nero.

 

Il Chianti Classico lancia così la nuova divisa da ciclista del Gallo Nero, nata proprio per insistere sull’altra faccia del ciclismo che oltre a cronometri, fughe in volata e sano agonismo ha anche un valore culturale importante, diventando mezzo non tanto per vincere ma piuttosto per scoprire e vivere luoghi e territori unici, come dimostrano le migliaia di cicloturisti che ogni anno scelgono il terroir del Gallo Nero come ideale cornice per le loro vacanze.

 

La nuova divisa del Gallo Nero è uscita in questi giorni “mondiali”, in contemporanea, nei numerosi punti vendita della Toscana che hanno dedicato un corner al merchandising del Chianti Classico e nei due neonati store monomarca, a Firenze, in via dei Tavolini, e a Montecatini, nello storico e prestigioso palazzo Kursaal.

 

Dopo il lancio del Vino del Mondiale, nato in seno all’accordo tra Chianti Classico e Comitato Promotore dei Mondiali di Ciclismo che ha eletto il Gallo Nero a Vino Ufficiale ed esclusivo della kermesse, il Consorzio del Gallo più noto d’Italia, attraverso la sua compartecipata, la Chianti Classico Company, declina con questa nuova operazione l’atmosfera di festa creata dai Mondiali di Ciclismo in tutta la Toscana e non solo.

 

Sono già molti, infatti, gli ordini della nuova Maglia Nera che sono arrivati in pochi giorni da tutto il mondo attraverso l’e-commerce del portale consortile www.chianticlassico.com, come diverse sono le nazionalità degli acquirenti che hanno acquistato in queste ore la maglia dai rivenditori ufficiali.

 

“Abbiamo voluto salutare questo grande evento con una linea di prodotti dedicata al Mondiale e a tutto il mondo del ciclismo” commenta Michele Zonin, Presidente della Chianti Classico Company.  “Per questo motivo sono nati in questi giorni del Mondiale i primi “temporary” della Chianti Classico CO. dedicati al marchio del Gallo Nero. Il grande successo della Maglia Nera da ciclista e di tutti gli articoli della collezione registrato per questa occasione ci fa già pensare, per il futuro, a punti vendita permanenti sia in Italia che all’estero”.

 

FONTE WIKIPEDIA

La maglia nera era il simbolo dell’ultimo classificato nella competizione ciclistica del Giro d’Italia e molto ambito dai ciclisti che non avevano altre occasioni per mettersi in mostra e per conquistare il cospicuo premio in denaro che garantiva al traguardo finale. Fu assegnata tra il 1946 e il 1951. La “maglia nera” è stata ispirata dalla figura di Giuseppe Ticozzelli, calciatore piuttosto noto nei primi anni venti per aver militato nell’ Alessandria, nel Casale, nella SPAL e nella Nazionale che, nel 1926, decise di partecipare al Giro d’Italia come indipendente. La prestazione sportiva da ciclista non sortì risultati eclatanti, avendo Ticozzelli concluse tre sole tappe, ma gli donò un’enorme popolarità, dovuta al suo comportamento in gara. Alto e corpulento, raggiungeva spesso la linea di partenza all’ultimo minuto, facendosi accompagnare in taxi e inforcando al volo la bicicletta preparata dal suo assistente. Vestiva in gara la maglia nera con stella bianca del Casale e si lanciava in furibonde fughe iniziali, per poi improvvisamente sostare in qualche trattoria e rifocillarsi con un lauto pasto in tutta calma, incurante della tappa e della classifica. Vi fu una vera e propria gara per conquistare questo particolare simbolo; si ricordano spesso al riguardo le lotte al ritardo fra Sante Carollo e Luigi Malabrocca. I due cercavano di perdere più tempo possibile rispetto all’altro nascondendosi nei bar, nei fienili, forando le loro stesse ruote. Nel 1948 questo riconoscimento fu aggiudicato al toscano Aldo Bini, che a detta di alcuni giornalisti e appassionati del tempo continuò ostinatamente la corsa fino alla fine nonostante la mano destra rotta in una caduta collettiva, nonostante i patimenti che specialmente nelle tappe in montagna lo costringevano a scendere dalla bicicletta e spingerla a piedi fino allo scollinamento. L’abilità della maglia nera stava anche nel fatto che doveva, oltre a non farsi “scoprire” dall’avversario diretto, arrivare al traguardo entro il tempo massimo. La maglia nera fu poi abolita a partire dal 1952 in seguito alle proteste dei corridori, i quali ritenevano che la lotta per conquistarla desse luogo a spettacoli indecorosi che con lo sport non avevano nulla a che fare.