Quest’anno il Vinitaly sarà teatro di un vernissage unico e davvero sui generis: la cantina Campo alla Sughera di Bolgheri ha invitato la writer Laurina Paperina, nota per far discutere con la sua arte dissacrante, a esporre un’intera parete di sue creazioni “graffitare”. Tutto questo per lanciare un nuovo progetto all’insegna proprio dell’urban art:

il primo Museo di writing tra le vigne esistente al mondo. In un panorama di assoluta bellezza, quello della cantina Campo alla Sughera, UrbanArtists nazionali e internazionali saranno chiamati a esprimersi su che cosa rappresenta per loro il vino, partecipando a una esposizione permanete di “pareti in vigna”. Insomma non i muri dei musei, ma vigneti. Non quadri, ma intere pareti autoportanti, messe a disposizione di grandi talenti, saranno trasformate in opere d’arte nel corso di più tappe. Il lancio e la presentazione di questo Museo dunque non poteva che avvenire durante il Vinitaly, la più prestigiosa kermesse internazionale legata al vino: domenica 22 marzo 2015 alle 12, al padiglione 9 della Toscana, allo stand C15 di Campo alla Sughera, alla presenza di numerose istituzioni del mondo del vino e non solo, verrà presentata l’opera di Laurina Paperina.

«Siamo molto emozionati – dice Felice Tirabasso, direttore di Campo alla Sughera – perché questa avventura rappresenta una novità assoluta nel mondo del vino. Siamo felici di aprire le nostre cantine alla gente e crediamo che questi nuovi modelli di comunicazione siano efficaci e giusti».

Laurina Paperina, nata a Rovereto nel 1980, si è creata un posto di assoluta considerazione e sempre maggiore attenzione nel mondo dell’arte contemporanea in Italia e non solo. Dipinge, disegna, crea installazioni e animazioni video. Lavorando principalmente con l’immaginario di eroi contemporanei, le sue opere si ispirano alla cultura pop degli anni ‘80 e ’90, quelli della sua infanzia e della sua adolescenza. “La Pape”, come si firma la stessa artista, nel corso degli ultimi anni ha tracciato un percorso del tutto personale, ironico e attuale.

Il curatore del progetto è Nicolas Ballario, giovane critico che ha alle spalle collaborazioni con le più importanti istituzioni artistiche del Paese (dalla Biennale di Venezia, al Festival di Spoleto fino ad Artefiera) ed è attualmente curatore per il settore arte di Rolling Stone Italia: «Questa iniziativa è uno scardinamento della concezione di “cantina” – dice Ballario – perché il writing è l’arte del tessuto urbano. L’audacia di Campo alla Sughera li ha portati a capire che la vigna deve aprirsi al mondo, ed è bello che possiamo iniziare con una grande artista, che ci racconta il vino in modo sarcastico e graffiante».

Campo alla Sughera è un’azienda in continua crescita, che si sta inserendo sempre di più nel contesto bolgherese. Creata dalla famiglia Knauf nel 1998 a Bolgheri, fin da subito si è contraddistinta non solo per la qualità dei vini, ma anche per l’innovazione tecnologica, l’assoluto rispetto ambientale e la vocazione internazionale.