L’Associazione Italiana Export porta la principale rivista di settore cinese alla scoperta del vino italiano

Doppia tappa italiana per gli inviati di “Revue du Vin De France China” che, con il reportage organizzato dall’Associazione Italiana Export da oggi al 12 settembre, conosceranno i vini e produttori di Lazio e Sardegna per raccontarli al pubblico cinese. Da due anni, infatti, AIE collabora con l’edizione orientale della storica rivista francese per promuovere il vino italiano nel Paese del Dragone attraverso approfondimenti e contenuti pensati per soddisfare e allo stesso tempo sollecitare curiosità e gusti dei consumatori cinesi. Al centro della narrazione la tradizione e le eccellenze della viticoltura italiana, interpretate da 6 cantine selezionate per la loro capacità di rappresentare il territorio e la cultura produttiva locale. Saranno la caporedattrice Xie Li e la senior-editor Sun Xiaoyi le due giornaliste che incontreranno i produttori – Torre in Pietra, Casale del Giglio e Cantina Bacco per il Lazio e le sarde Cantina Santadi, Agricola Punica e Cantina Pala – e daranno voce a un vino italiano che sta imparando a parlare cinese.

Con una tiratura di circa 200.000 copie, la rivista è un bimestrale distribuito in edicole, ristoranti e hotel di lusso, private club, supermercati di alto livello, banche e aeroporti, oltre che nelle principali fiere ed eventi di settore. Per Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies, azienda leader che attraverso AIE cura l’internazionalizzazione di oltre 400 imprese del vino made in Italy: “La promozione del vino italiano deve realizzarsi con una comunicazione efficace e capace di esprimere l’autenticità della realtà produttiva vitivinicola made in Italy, abbattendo le barriere geografiche e linguistiche. La collaborazione con Revue du Vin De France China si muove precisamente in questa direzione”. E i primi risultati si vedono: “Il nostro pubblico – ha commentato Xie Li – è sempre più attento al vino e i Brand Made in Italy stanno prendendo piede tra le più importanti selezioni di ristoranti, nelle collezioni private e alcuni vini italiani sono già diventati uno status symbol per molti cinesi”.