All’Osteria Mest di Arezzo

Il giovane chef Francesco Mastronardi ha scelto Arezzo per un progetto, quello dell’Osteria Mest, che unisce la bellezza di un centro cittadino tra i più fotografati d’Italia e una cucina fatta di sensazioni leggere, che necessitano di sensi all’erta per essere apprezzate in pieno. Aperta da pochi mesi nei portici di via Vasari, dai quali si scorge la meravigliosa piazza Grande, l’Osteria sorge al posto di un bar e sfrutta al meglio le difficoltà di una locale – un’antica bottega artigiana in realtà – diviso in due piani da una scalinata che definire ripida è poco. Cucina a vista a pian terreno, qualche tavolo all’ingresso e nella sala al piano superiore, dalla primavera però si può mangiare anche sotto i portici. Il nome “Mest” unisce alcune delle caratteristiche delle cibo che esce dalla cucina di Mastronardi, dal cucinare che è arte e “mestiere” al “mestolo”, semplice e insostituibile. Autodefinita “cucina artigiana” quella dell’Osteria Mest sperimenta e crea ma senza dimenticare i sapori e le materie prime del luogo.

La prova generale, in attesa di un secondo passaggio, l’abbiamo fatta in una serata organizzata dall’Osteria e dal progetto De…Gusto e dedicata ad una “Cena con l’enologo” basata sulle diverse anime di una sola uva, ovvero il Sangiovese. Vini splendidi, capaci di regalare sensazioni ed emozioni originali nonostante l’uguale uva di provenienza. Così come di qualità è stata la cucina.

Tra bellezza e sensi all’ertaApertura con un “Uovo del casentino cotto a bassa temperatura con capperi e bottarga” abbinato a “Stellare” 2011 Spumante Metodo Classico de Le Chiuse (Montalcino). Morbido l’uovo, che si è amalgamato con i sapori forte, e fortissimo, di capperi e bottarga. Un mix particolare, forse non del tutto equilibrato ma di sicuro impatto. A seguire “Piccola galantina di coniglio con giardiniera agrodolce”, abbinata al Rosato 2013 della Fattoria Casabianca (Murlo) per un piatto molto gradevole, gentile in bocca ma ricco e con un finale brillante dato dalla giardiniera fatta in casa.

Gli “Gnocchi ripieni di stracotto d’anatra con una crema di pecorino leggermente agrumata” abbinati al Ceneo 2010 – Montecucco DOC dell’Azienda Agricola Begnardi (Monteantico) hanno proposto un connubio perfetto tra il sapore forte dell’anatra e della crema di pecorino, stemperato però dalla scorza di agrumi che aiutava a pulire la bocca preparandola per il boccone successivo. Splendida la pasta che racchiudeva lo stracotto, con una certa elasticità ma del tutto adeguata allo scopo. Per secondo la “Quaglia farcita pistacchi e mele” abbinata con il Chianti Classico DOCG 2010 di Fattoria Poggiopiano (San Casciano Val di Pesa) e il Brunello di Montalcino DOCG 2007 di Capanne Ricci (Montalcino). Anche in questo caso la carne pregiata, ben lavorata in cucina, ha dato il meglio di sé e ha chiuso al meglio le portate – oltre al sorbetto di frutti di bosco finale – di una cena in cui lo chef ha ammesso di essersi un po’ sentito libero dagli standard del quotidiano scegliendo piatti più originali del solito.

E noi ne siamo stati ben lieti!

Fabio Ciarla


http://www.osteriamest.it

Via Vasari, 11  – Arezzo