Nel 1948 sembrava una “follia” aprire un’attività commerciale al dettaglio in una zona allora periferica e non frequentata, ma la bravura del pasticcere Renzo Gnesi fece la differenza!

Per secoli l’umanità ha usato la “tradizione orale”, trasmettendo a voce, di generazione in generazione, la conoscenza, gli accadimenti, i fatti, le scoperte, le notizie, le saghe, le fiabe, le novelle e le storie. Ci furono epoche, nelle più diverse civiltà, in cui “aèdi e rapsòdi” (poeti e recitatori), cantori e cantastorie, bardi e griot, con il loro eterno girovagare, erano gli unici depositari della conoscenza e gli unici che potevano passarla ad altri.

In tempi più recenti tutto è rimasto impresso, su carta. Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile salvare una storia anche con un click di una tastiera. Ma ciò che da millenni è rimasta invariata è la curiosità, di chi non conosce, per una qualsiasi cosa raccontata che sia interessante.

La nostra storia inizia, nella bella Città portuale di Livorno, in Toscana, nel lontano 1912. Per inquadrare l’epoca e la Città Labronica ricordo alcuni degli accadimenti più importanti del 1912:

–  Lo schermitore “diciottenne” Livornese Nedo Nadi  (1894 – 1940) vince, ai Giochi Olimpici di Stoccolma, in Svezia, la prestigiosa medaglia d’oro nel fioretto;

– L’Architetto Fiorentino Ulisse Stacchini (1871 – 1947) si aggiudica, con il suo progetto, la Gara per la nuova grande Stazione Ferroviaria, che ancora oggi si può ammirare;

– Nel “Cantiere Navale Fratelli Orlando” vengono varati ben due dei cacciatorpediniere della nuova e veloce (per allora) Classe “Indomito” (l’Ardente e l’Ardito);

– Il 7 Gennaio nasce Giorgio Caproni (poeta e critico letterario, 1912 – 1990);

– Il Complesso dello Stabilimento Termale delle Acque della Salute, con i suoi edifici accoglienti ed eleganti, funziona a pieno ritmo (oggi purtroppo è lasciato all’abbandono e al degrado);

– Amedeo Clemente Modigliani (1884 – 1920), celebre scultore e pittore, tornato a Livorno dalla Francia, per un breve periodo, fu schernito dai suoi concittadini per le sue particolari opere scultoree e si rifugiò, nuovamente a Parigi, dedicandosi esclusivamente alla pittura.

Nel 1912 Livorno era bella e tranquilla, i tram traballavano correndo sui binari ma svolgevano un ottimo servizio, c’era anche qualche bel ritrovo come l’elegante “Pasticceria Confetteria Caffè Ugo Bardi”, all’angolo tra Via Cairoli e Piazza Cavour.

Questo è il clima cittadino Livornese, nel 1912, quando nasce Renzo Gnesi.

Renzo fin da piccolo è un bravo bambino, ordinato e volenteroso, tanto che, fin da ragazzino, per aiutare la famiglia e per imparare il mestiere, andò a lavorare da un bravo pasticcere di Livorno, Resta, che aveva il laboratorio in Piazza S. Pietro e Paolo.

Successivamente, il diciassettenne Renzo Gnesi, per vicissitudini familiari, si trasferì in Sicilia, a Palermo, dove rimase per circa tre anni. Fu in questo periodo che apprese gli “straordinari segreti”, della cultura dolciaria di quella terra, tra cui un’eccezionale capacità di fare quella meraviglia dell’arte dolciaria che è la “pasta di mandorle”.

Nel 1922 Renzo rientrò nella sua Livorno e andò a lavorare nel laboratorio dell’allora famosa Pasticceria Noero.

Trascorrono gli anni e Renzo ha continuato a farsi strada come pasticcere mettendo anche su famiglia: sposa  Amelia (classe 1913), nel 1936 nasce il figlio Claudio e nel 1939 la figlia Grazia.

Nel 1943, dopo il tragico “8 Settembre”, le sopraggiunte necessità belliche dell’Italia del Centro Nord, quella non ancora raggiunta dagli alleati, portarono ad un capillare e severo bando di coscrizione obbligatoria. Renzo per evitare l’arruolamento si rifugiò in campagna, in una cascina della famiglia Poggianti (i suoi  nonni). Anche qui, usando il forno casalingo continuò a sfornare paste e dolci che venivano poi venduti alla panetterie e alle pasticcerie più vicine.

Con lo spostamento del fronte sempre più a nord, a Livorno arrivarono gli Americani, il 19 Luglio del 1944. Erano i soldati della 5ª Armata del Generale Mark Wayne Clark (1896 – 1984) che chiamavano la città “Leghorn” (molto simile a come gli Arabi l’avevano da secoli denominata “El-Ghorn”).

Il porto di Livorno diventò, dal 1 Settembre 1944, il più importante del Mediterraneo con il famoso appellativo di “Decimo Porto” sinonimo, come lo era stato precedentemente per altri, di Porto con precedenza assoluta per tutte le attività.

In Città, a seguito delle devastazioni belliche dovute ai bombardamenti Alleati e alle demolizioni dei Tedeschi in ritirata, la disoccupazione era a livelli altissimi, Renzo Gnesi grazie alla sua arte di bravo pasticcere entrò a lavorare, il 18 Settembre 1944, nelle grandi Cucine dell’Hotel Palazzo, che, anche se parzialmente danneggiato, ospitava la Mensa Ufficiali Superiori Americani e fungeva da quartier generale (MTOUSA HQ’s).

L’Hotel Palazzo di Livorno era un’imponente e sontuosa struttura ricettiva (ubicata sul lungomare cittadino davanti alla famosa Terrazza Mascagni), inaugurata nel Giugno del 1884, ed era stata definita, all’inizi del Novecento, “uno degli Alberghi più belli del Mondo”.

Oggi il “Grand Hotel Palazzo” ha riaperto, dopo molte traversie e successivi lunghi lavori di restauro, nel Luglio 2008.

Renzo Gnesi per tre anni sarà pasticcere di “prima classe”, come si evince da una rarissima lettera di referenze “con lode” scrittagli, il 30 novembre 1947, dal responsabile Americano della Mensa Ufficiali (Military Manager) Herbert Adler.

Eccezionale, per la sua rarità, anche il cartoncino d’invito per il “Pranzo di Addio” offerto, sempre all’Hotel Palazzo, dal Generale Comandante, il 24 Novembre 1947, in occasione della partenza delle truppe Americane da Livorno. In esso si può leggere, oltre menu in Inglese e in Italiano, il nominativo del responsabile di Sala Luigi Berino, dello chef di Cucina Luigi Cannavacciuolo e il nome di Renzo Gnesi in qualità di pasticcere.

Sempre nel 1947 a Livorno, Renzo Gnesi, organizzò e preparò il rinfresco per il matrimonio della biscugina di sua moglie Amelia, Annamaria, che andava in sposa a Ciolli Amedeo. Il rinfresco si svolse in un fondo di Borgo S.  Jacopo di proprietà della Famiglia Ciolli che possedeva anche le case accanto e sopra al fondo.

Visto che il lavoro con gli Americani era finito, Renzo chiese ai Ciolli se poteva avere il fondo in questione per aprire una Pasticceria tutta sua. Detto fatto il 29 Febbraio 1948 aprì in Borgo S.  Jacopo 163 la Pasticceria Gnesi, Renzo in laboratorio e la moglie Amelia al banco.

Sembrava una “follia” aprire un’attività commerciale al dettaglio in una zona allora periferica e non frequentata, ma la bravura del pasticcere Renzo Gnesi fece la differenza. A poco a poco si sparse la voce della sua meravigliosa e insuperabile “millefoglie” (squisita crema, soffice panna e una sfoglia super croccante), insieme a tutti gli altri straordinari dolci (diplomatico, fedora, cavour, trionfo di gola, campagnolo, plumcake, ecc…), poi c’erano le paste, i pasticcini, i cioccolatini e perfino roschette (dolci e salate) con immancabili fragranti grissini. In occasioni particolari come matrimoni, feste e ricevimenti, Renzo, iniziò a fare anche della gastronomia.

In pochi anni la Pasticceria Gnesi diventò la più importante di Livorno, quella che serviva le migliori famiglie e i migliori Ristoranti (Barcarola, Parmigiana, Antico Moro, ecc.) della città e non solo. Per 15 anni la Pasticceria Gnesi è stata anche fornitore ufficiale della prestigiosa Accademia Navale di Livorno. Tra il 1960 e il 1980, per un ventennio, la Pasticceria Gnesi fu in assoluto la numero uno.

In quegli anni il figlio Claudio si sposò con Giovanna, così Renzo e Claudio mandavano avanti il laboratorio, mentre la signora Amelia con la figlia Grazia e la nuora Giovanna servivano al banco.

Ottima qualità, eccezionale bravura, grande esperienza, oltre all’estrema gentilezza nel servizio furono i pilastri della meritata notorietà.

Con il passare degli anni Renzo Gnesi si ritirò dall’attività (è deceduto nel 2002) all’età di novant’anni, l’anno prima era morta anche sua moglie Amelia, e la pasticceria è stata portata avanti, molto bene, dal figlio Claudio e dalla moglie Giovanna, fino al 2000, quando è stata chiusa dopo 52 anni di onoratissimo servizio.

Ma la storia della Famiglia di Pasticceri Gnesi è continuata.

Infatti, Claudio Gnesi, chiusa la vecchia e storica sede ha riaperto, sempre a Livorno, in Via Maggi 52, insieme alla figlie Federica e Francesca, una caffetteria/cioccolateria. Gli Gnesi ci sono rimasti fino al giugno 2014 quando l’attività è stata venduta.

Dal 29 ottobre 2014 le sorelle Gnesi, Federica e Francesca, per mantenere l’indissolubile e “squisito legame”, nato con nonno Renzo e la Città di Livorno, hanno inaugurato, in Via Roma 40, la loro nuova cioccolateria, ricercata e di altissimo livello, denominata “Assolo”.

Questa che vi ho raccontato è una lunga e avvincente storia di una Famiglia di straordinari Pasticceri iniziata con il grande Renzo Gnesi. Ho avuto l’incredibile fortuna di ascoltarla attraverso il dettagliato e appassionato racconto di un caro amico che l’ha vissuta in prima persona e che mi ha fornito il rarissimo materiale da fotografare: Paolo Ciolli.

Polo Ciolli, noto e bravo Chef/scrittore Livornese, è il figlio di Amedeo e Annamaria Ciolli, ed è nato il 14 febbraio 1949, in Borgo S. Jacopo, al numero civico 161 (accanto e sopra la Pasticceria Gnesi), praticamente dopo un anno che Renzo aveva aperto la sua attività.

La biscugina di sua madre, Amelia Gnesi, è stata la prima che l’ha preso in braccio quando è nato. Paolo da 0 a 25 anni è vissuto a contatto quotidiano con la pasticceria, zio Renzo e zia Amelia, come li chiamava lui, erano care persone di famiglia. Da ragazzo poi, Paolo si era dedicato anche a fare le consegne per la pasticceria, vivendo in prima persona una serie infinita di deliziosi episodi che meriterebbero un “libro”.

Non ho parole per ringraziare Paolo Ciolli per avermi pazientemente raccontato questa indimenticabile “dolcissima storia Livornese” di Renzo Gnesi e della sua bella famiglia.

Giorgio Dracopulos

 

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