Il piacevole connubio tra Italia e Francia
L’ ”intender nol può chi nol pruova”. Prendo a prestito da Dante uno dei più celebri versi della sua nota opera per sintetizzare l’esperienza del 16 dicembre scorso presso il Grand Hotel Villa Igiea di Palermo MGallery by Sofitel. Ed infatti, solo dopo aver sperimentato l’interessante connubio tra mediterraneità della proposta gastronomica e lo stile della Vranken-Pommery, si comprende lo spirito e s’interpreta al meglio il carattere di una tavola, di uno chef, di una maison.
Una serata piacevolmente trascorsa, allietati dalle cucine di Pietro D’Agostino (Ristorante la Capinera di Taormina Mare, una stella Michelin), Carmelo Trentacosti (executive chef dell’Hotel e del ristorante interno Cuvée du Jour) e Allan Castellote (Ristorante Le Senso di Beauvais, Francia) e dagli champagne della Vranken-Pommery.
A catturare l’ospite è, di certo, la finalità dell’iniziativa ideata da MGallery by Sofitel (collezione di boutique hotel del Gruppo AccorHotel) e JRE – Jeunes Restaurateurs d’Europe (l’associazione che riunisce i talenti dell’alta gastronomia italiana e internazionale), in collaborazione con Vranken-Pommery, con l’obiettivo di dare l’opportunità di trovare l’inconsueto della buona consuetudine della ristorazione italiana con sapienti incursioni francesi. E così, il 16 dicembre, gli ospiti si sono visti accogliere in un raffinato ambiente d’antan, coccolati dall’eleganza assoluta del locale, ammaliati dai profumi promanati dai piatti, irradiati dal fine perlage dei calici della nota Maison.
Un’esperienza di assoluto valore, non solo per il livello qualitativo del menu a 6 mani e dei calici in abbinamento, ma anche – e soprattutto – per la finalità dell’evento.
Carmelo, cosa significa per te ospitare in questi incontri i tuoi colleghi?
È di certo un momento di confronto, di arricchimento reciproco e di consolidamento dei rapporti di amicizia e stima. Con Pietro mi trovo in particolare sintonia, in quanto lavoriamo con la stessa filosofia e con il medesimo desiderio di creare una rete tra noi chef del Sud.
Qual è il fine di questo vostro associazionismo?
L’obiettivo è comunicare la Sicilia e far conoscere, in occasioni importanti di ritrovo, anche giovani colleghi ancora non affermati, ma davvero in gamba. Personalmente, riservo visibilità anche ai miei collaboratori, perché il risultato è sempre il frutto del lavoro condotto insieme, e non è mai mio merito esclusivo.
Pietro, come hai pensato il menu della serata?
Ho voluto portare piatti incentrati sulle materie prime più rappresentative del mio territorio e della stagionalità, allo scopo di far conoscere la ricchezza della Sicilia, il suo saper essere uno scrigno di saperi e sapori, le sue differenti sfumature… Inoltre, ho pensato anche a piatti che fossero “contaminati” da un mio sentito omaggio a Carmelo e alla città di Palermo che mi ospita.
Prossimi obiettivi per entrambi?
Continuare a fare squadra tra persone accumunate dalla stessa filosofia, non soltanto promuovendo eventi a livello regionale, ma portando fuori dalla Sicilia i nostri tesori e valori.
Allan, da dove nasce la tua passione per la gastronomia e per la cucina?
Anche se laureato in filosofia, ho sempre avuto questo rapporto profondo con la cucina e, dopo un corso al Cordon Bleu di Parigi e stage presso realtà importanti, ho deciso di aprire il mio ristorante nel 2013, nella mia città natale.
Qual è stato l’obiettivo perseguito con l’apertura?
Avere un posto che mi rappresentasse appieno, nel quale avessi modo di proporre me stesso ed essere libero di sperimentare continuamente, anche sbagliando, accostamenti e ricette.
Che stile segui nel tuo locale?
Cucina tradizionale francese letta con nuove tecniche di lavorazione, senza troppa modernità.
Cosa significa per te essere qui stasera?
È una grande opportunità, non solo perché organizzata dal circuito JRE, ma anche per confrontarmi con i miei colleghi italiani. Conosco l’Italia, ho viaggiato tra Napoli, Firenze, Milano e Venezia, ma è la prima volta che vengo a Palermo, una città che mi ha immediatamente affascinato.
Come hai pensato i tuoi piatti per questo evento?
Volendo dare una idea della mia cucina, ho portato materie prime selezionate nel mio territorio e lavorate come di consueto faccio nel mio locale.
Come ti trovi in una città non tua a cucinare con colleghi che non avevi conosciuto prima d’ora?
Per me è stata la classica sfida, appassionante, non di competizione, ma di solidarietà.
Il menu è stato una piacevole interpretazione dell’anima mediterranea di Pietro D’Agostino e di Carmelo Trentacosti, capaci di unire alla scelta della materia prima locale uno studiato e ben riuscito gioco di consistenze e di progressione aromatica. Interessante la delicata contaminazione francese di Allan, nella quale si legge la passione del giovane chef e il suo animo a tratti introverso.
A coronare il percorso degustativo, eleganti calici della Vranken-Pommery, a volte più minerali e a volte più morbidi nelle differenti etichette presentate.
Non resta che segnarsi in agenda il prossimo appuntamento di questo connubio Italia-Francia, reso possibile dalla lungimiranza della MGallery by Sofitel, della JRE e della nota Maison di champagne.
Manuela Mancino