Tapoa Honey. Burkina Faso (Slow Food Archive)

È il miele di Tapoa, prodotto nell’omonima regione orientale del Burkina Faso dalla popolazione indigena Gourmantché, il prodotto con cui Slow Food raggiunge quota 5000 passeggeri sull’Arca del Gusto, il grande catalogo on line che permette alla chiocciola di viaggiare in tutto il mondo raccogliendo le segnalazioni di varietà vegetali e razze animali locali, ma anche pani, formaggi, dolci e conserve artigianali che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta.

I prodotti dell’Arca sono il simbolo della biodiversità che Slow Food protegge ogni giorno attraverso la propria rete di soci e attivisti, di contadini, pescatori e raccoglitori di prodotti spontanei delle comunità di Terra Madre, di esperti e ricercatori che prestano le proprie competenze per difenderli dagli elementi che ne minacciano la sopravvivenza.

Il rischio di estinzione è dovuto a molteplici cause: in primo luogo l’affermarsi di un modello agricolo e produttivo industrializzato e standardizzato che ha incoraggiato i produttori ad abbandonare l’allevamento di razze animali locali e la coltivazione di varietà meno produttive. I cambiamenti climatici, che stanno minacciando la sopravvivenza di molti habitat e quindi delle specie che li abitano.

L’urbanizzazione, i conflitti e le migrazioni – che hanno causato lo spopolamento di intere aree rurali – hanno portato alla perdita di saperi agricoli e artigianali. A volte norme igienico-sanitarie troppo rigide hanno stravolto le pratiche produttive, rendendo spesso anonimi i prodotti. In ultimo, l’omologazione del gusto, favorita soprattutto dall’affermarsi di nuove abitudini alimentari, sta scalzando molte tradizioni gastronomiche locali.

È così anche per questo miele, un prodotto particolarmente identitario e importante nell’alimentazione locale della regione di Tapoa, che rischia di scomparire dal mercato anche a causa dei rischi legati alla presenza del terrorismo fondamentalista, che si sta impadronendo della parte orientale del Burkina Faso, mettendo in grave difficoltà gli scambi con la regione. I crescenti pericoli legati alla radicalizzazione del paese stanno rallentando anche i progetti che vedono all’opera l’Ong ACRA, che da anni collabora con Slow Food e che ha avviato sul miele di Tapoa un progetto di valorizzazione.

Attualmente, grazie ai contributi delle Fondazioni For Africa Burkina Faso e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), gli apicoltori locali sono stati riuniti nell’Unione dei produttori di miele della Tapoa, che gestisce una mieleria a Diapaga, capoluogo della provincia, garantendo una commercializzazione del miele equa per i produttori e di qualità per i consumatori.

Il miele di Tapoa è salito a bordo dell’Arca del Gusto in occasione di Terra Madre Burkina Faso, l’evento organizzato il 2 e 3 febbraio scorsi dalla rete locale di Slow Food a Ouagadougou, giunto alla seconda edizione.

Nonostante la sua realizzazione fosse stata messa in discussione proprio a causa del rischio terrorismo e dello stato di emergenza proclamato a fine 2018 in tutto il paese, la rete burkinabé di Slow Food ha deciso di andare avanti per dimostrare quanto il cibo buono, pulito e giusto possa unire le persone e le varie culture. Le delegazioni presenti sono arrivate da Benin, Costa d’Avorio, Mali, Togo e Ghana, senza timore di attraversare zone rosse: l’importanza di essere presenti a questo evento unico nel suo genere in Africa dell’Ovest è stata più forte della paura.

Il miele di Tapoa

Il miele è un prodotto fondamentale nella cultura Gourmantché: utilizzato in tutte le feste che scandiscono la vita degli abitanti, fa parte dei riti religiosi e animisti ed è ampiamente utilizzato nella medicina tradizionale.

In cucina viene impiegato nelle preparazioni classiche come la boulli, una miscela a base di cereali, e nell’eau blanche la tipica bevanda di benvenuto, analcolica, che viene offerta all’arrivo degli ospiti, oppure nel dolo-miel, una bevanda fermentata a base di miglio, farina di baobab e miele.

La presenza dell’apis mellifera adansonii in una zona arida di savane, consente di bottinare un’ampia varietà di essenze, ottenendo un ottimo millefiori e profumatissimi monovarietali, tra cui il miele di karitè, di tamarindo e della rara daniellia oliveri.

L’Arca del Gusto

Nata nel 1996 in occasione del primo Salone del Gusto a Torino, l’Arca ospita oggi prodotti che rappresentano l’identità di popolazioni indigene, come la prugna di Davidson australiana, o prodotti rari, come il piccolo caffè selvatico racemosa in Sudafrica.

La segnalazione sul catalogo online www.fondazioneslowfood.com è il primo passo perché questi prodotti non si perdano. A questo segue l’attività e la creatività delle reti di Slow Food in tutto il mondo. A livello locale infatti sono i soci e attivisti di Slow Food, i cuochi, gli artigiani e i mercati di territorio ad “adottare” il prodotto salito a bordo dell’Arca del Gusto, organizzando incontri con i produttori, recuperandolo nelle ricette e segnalandolo nei menù, attivando un circuito promozionale fatto molto spesso di passaparola gastronomici e consigli sulle tecniche di trasformazione.

L’inserimento di un prodotto nel catalogo dell’Arca è spesso un primo passo verso la realizzazione di progetti concreti come quello dei Presìdi Slow Food, che vedono entrare in gioco i produttori stessi, protagonisti di un processo di recupero e valorizzazione che ha già ridato un futuro a 575 prodotti in tutto il mondo.