Pubblicato in Gazzetta Ufficiale (27.02.18) il decreto che introduce l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine dei derivati del pomodoro.

Qualche anno fa mi accadeva spesso di andare sotto bordo alle navi da crociera per attendere dei turisti. Nell’attesa mi soffermavo sul molo a godermi l’aria di mare e l’ambiente del porto con i suoi rumori, le attività frenetiche e gli odori aspri e salmastri, godendo di quel mix sempre suggestivo.

Negli ultimi tempi, sul molo, era frequente imbattersi in grossi rimorchi-cisterna che stazionavano a giorni interi sotto il sole cuocente dell’estate. Pensavo che contenessero prodotti chimici inattaccabili dal calore, ma ero stupito che mancassero le targhe obbligatorie che di solito distinguono i rimorchi addetti a quel settore.

Alla fine cominciai a indagare e a fare domande ai portuali che movimentavano quei bestioni. La risposta unanime era: “pomodoro cinese”. Tradizione orale, ovviamente, e nessuna prova scritta, ma penso che ci fossero buoni motivi per credere in quelle parole.

Uno di questi motivi, il principale, consisteva nel trovare sugli scaffali dei discount (ma non solo) scatole di salsa di pomodoro a poche decine di centesimi di euro, tutte rigorosamente mancanti di un qualsiasi riferimento alla provenienza della materia prima. Immaginavo con terrore a tutte le vicende passate da quella salsa e a quale scorta di conservanti era contenuta in ogni cucchiaiata di passata.

È stato quindi con grande sollievo che oggi ho letto il comunicato del ministero  delle politiche agricole alimentari e forestali nel quale si comunica che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale, firmato dai Ministri Martina e Calenda, per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine dei derivati del pomodoro.
Salvo approvazione di decreti ancora più restrittivi, il provvedimento introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, per adeguarsi a quanto  già in atto per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso.

Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

OCCHIO ALL’ETICHETTA!

Il provvedimento prevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta:

a) Paese di coltivazione del pomodoro.

b) Paese di trasformazione del pomodoro.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.

Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”.

Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.

Un motivo in più per leggere accuratamente le etichette dei prodotti che portiamo in tavola. Mai come in questo momento si erano avute norme così esaurienti per salvaguardare la nostra salute. Con la speranza che le lobby della grande industria alimentare, in genere molto attive anche  nell’Europa comunitaria, non facciano un ostruzionismo vincente all’attuazione di queste regole.

Paolo Valdastri