Giuseppe Mancino, il due stelle Michelin campano, festeggia 15 anni al “Piccolo Principe” del Grand Hotel Principe di Piemonte proponendo un menù ispirato da questo lungo percorso.
E’ il più giovane due stelle Michelin nella stessa cucina per un così lungo periodo.
Tutto iniziò da un mezzo disastro. Nel suo primo lavoro, in pizzeria, rompe due pale e viene spedito in cucina. Da lì Giuseppe Mancino non è mai uscito, tra i fornelli è cresciuto come uomo e come professionista, raggiungendo prima e una (2005) e poi due stelle Michelin (2015), è diventato marito e padre, sempre seguendo una precisa idea di vita e di cucina.
Un percorso sviluppato attraverso i viaggi, la ricerca, quella curiosità verso il mondo capace di arricchire ma non stravolgere il proprio credo, ma consumato in un luogo unico, il Grand Hotel Principe di Piemonte*****, uno tra i primi hotel che ha creduto nell’eccellenza dell’offerta gastronomica affidandola a un giovane ragazzo campano che non ha tradito la fiducia riposta in lui.
In un mondo come quello dell’alta ristorazione, dove i grandi chef passano per poche stagioni, i 15 anni di Mancino al Piccolo Principe rappresentano non solo un caso statistico che lo elegge a chef più giovane d’Italia nella stessa cucina. Questo traguardo sembra piuttosto rendere omaggio a un approccio verso il lavoro fatto di rapporti umani autentici, fiducia, investimento reciproco tra chef e patron, in nome di un Progetto che per essere tale ha bisogno di tempo e solidità.
Un investimento che nel 2015 è stato coronato dalla seconda stella e che, al di là dei riconoscimenti ufficiali si ritrova nei piatti di Mancino: mai banali pur rifuggendo dalle mode passeggere, grazie anche a un incondizionato credo nella materia prima.
Giuseppe Mancino presenta “GM15”
Ecco alcuni fra i piatti del menù GM15 – 15 piatti per 15 anni – dove ogni anno è rappresentato da una creazione dello chef.
Tra gli antipasti il 2017: Ostrica, Yogurt Greco, Rapa Rossa e Lime e poi il 2012 con il Sushi Toscano affumicato: Battuta del Masoni, Pane Fritto, Tartufo di Stagione Selezione Savini, Pecorino ed Erbe Amare; poi arrivano i primi: il 2004/5 ovvero la “mitica” Calamarata di Gragnano- Frutti di Mare, Calamari, Crostacei E Punte D’Asparagi; vediamo comparire tra i secondi il 2006: Manzo in Crosta di Pane nella personale interpretazione dello Chef Giuseppe Mancino.
I dolci: 2018 – Cremoso di robiola con fichi, mandorle, e menta piperita, 2011 Cioccolatino al Fegato Grasso, Sale Maldon e Miele al Tartufo Savini, Pecorino ed Erbe Amare.
“La vita di ogni giorno, in particolare quella di uno chef, è troppo frenetica per darti il tempo di fare bilanci” afferma Giuseppe Mancino. “Gli anniversari servono proprio a questo, a fermarsi un attimo e ripercorre la strada che hai fatto.
Non avrei potuto fare scelta migliore, al Piccolo Principe sono cresciuto ogni giorno portando dentro questa cucina i miei viaggi, le mie esperienze di vita, lo scambio con le tante persone che sono venute a trovarmi, non perdendo mai l’obiettivo principale del mio lavoro, far venire un’immediata voglia di mangiare il secondo boccone subito dopo aver assaggiato il primo”.
Chi è Giuseppe Mancino
Lo chef Mancino, oggi due stelle Michelin, esordisce nel mondo della cucina in maniera del tutto particolare. Salernitano di origine, come molti giovani ragazzi, inizia a lavorare in pizzeria come aiuto ma si capisce subito che quello non è il suo mondo, infatti rompe ben due pale! Viene dunque mandato in cucina e da qui parte la sua ascesa in questo mondo. Autodidatta, la passione e la ambizione lo hanno portato fin da subito lontano da casa arrivando nel 2004 a Viareggio al “Piccolo Principe” e distinguendosi in breve tempo. Classe 1980, a soli 29 anni, ovvero nel 2005, viene insignito della prima stella dalla guida Michelin.
La critica italiana e il pubblico lo apprezzano sin dall’inizio della carriera, inserendolo subito nelle più importanti guide del settore nazionali.
Chef Mancino non si accontenta, non smette di studiare, di cercare e di viaggiare e continua nella sua ricerca per superarsi ancora. Il suo menù varia, cresce, si modifica, raggiungendo quello che oggi possiamo definire uno stile da “avanguardia classica” dando grande importanza all’armonia del piatto, alla sua presentazione e al gusto.
Ogni suo piatto nasce da un singolo ingrediente che Mancino quasi aggredisce con tutti i sensi nel percepire ogni potenzialità fino a costruirgli intorno gli ingredienti “secondari” più incisivi”: cucendo intorno al prodotto principale ( corpo) il vestito migliore ecco perché in molti amano definirlo “ Il sarto della cucina italiana”.
Ogni piatto è anche condivisione e confronto con la sua squadra, con Alessio Bachini, il suo Sous Chef che lo affianca dal 2004 anni al Piccolo Principe.
Uno spettacolo osservarli progettare piatti a fianco uno dell’altro con un casseruola fra di loro a far quasi da paciere a pensieri che corrono veloci intorno ad una triglia o ad un piccione. Mancino è uno chef unico, fedele al Piccolo Principe da 15 anni dove lavora con serietà e determinazione rinnovate ogni anno come se fosse il proprietario, Questa virtù, insieme alla passione, bravura e grande tecnica gli vengono riconosciute con la seconda stella Michelin nel 2015.