I viaggiatori che inseriscono Ascoli Piceno, uno dei centri storici più belli e meglio conservati d’Italia, nei loro tour possono sedersi comodamente nelle sale affrescate di questo splendido bar capace di far concorrenza tranquillamente a locali come il Giubbe Rosse di Firenze o il Caffè Greco di Roma

Il Caffè Meletti di Ascoli Piceno, e la sua travagliata storia, possono essere un esempio dell’Italia tutta, stretta tra bellezza ed eleganza e conti economici che non tornano. Quasi mai almeno. Il locale storico della bellissima città dell’entroterra marchigiano ha infatti subito una chiusura infamante, pur essendo espressione di originalità, classe e qualità. Anche a vederlo ora a qualcuno potrebbe venire in mente di dire “in una piccola città un posto del genere è sprecato”, ma si tratterebbe di un pensiero miope sotto più punti di vista. Il più importante dei quali è proprio lo splendore della provincia italiana, siamo un Paese in cui la Bellezza è in ogni centro, anche il più piccolo, e non solo nelle grandi città. Forse proprio la mancata consapevolezza di questi tesori diffusi è alla base di uno scarso ricambio dei flussi turistici interni, per chi viene dall’estero è difficile pensare ad Ascoli Piceno (piuttosto che a Norcia o Recanati per rimanere in zone limitrofe) come meta di un fine settimana all’insegna del relax, della bellezza e del buon mangiare.

Ma torniamo al Caffè Meletti, locale nato agli inizi del secolo, per l’esattezza la sera del 18 maggio 1907, grazie all’idea di Silvio Meletti, che lega il suo nome alla produzione della famosa Anisetta, capace di trasformare la palazzina realizzata nel 1881 per gli uffici della Posta e del Telegrafo in un elegante spazio in stile Liberty che da quel momento diventa punto di ritrovo per gli ascolani nella centrale piazza del Popolo, di fianco allo storico Palazzo dei Capitani. Una storia tanto illustre che nel 1981 il Ministero dei beni culturali e ambientali lo dichiara ufficialmente “Locale di interesse storico e artistico”. Nel giro di una decina di anni da quel riconoscimento, sotto i colpi delle mode della Milano da bere prima e della crisi economica dopo, il Caffè Meletti chiude e solo grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli (sospinta evidentemente dalla stessa popolazione) viene restituito alla città nel 1998 per subire poi ulteriori migliorie e adeguamenti strutturali conclusi nel novembre del 2011.

Oggi quei viaggiatori che inseriscono Ascoli Piceno, uno dei centri storici più belli e meglio conservati d’Italia, nei loro tour possono sedersi comodamente nelle sale affrescate o – quando la stagione lo permette – all’estero di questo splendido bar capace di far concorrenza tranquillamente a locali come il Giubbe Rosse di Firenze o il Caffè Greco di Roma. Ma a un prezzo più popolare, come si addice a un posto di provincia, che mantiene laboriosità e iniziativa ma sempre alla portata di tutti. Si possono così sorseggiare ottime preparazioni da bar accompagnate dalla pasticceria artigianale Azzari per colazione, pranzare in modalità informale con le preparazioni del ristorante interno nella sala bistrot o invece fermarsi per un pasto tradizionale nella sala superiore, per concludere poi con il tè del pomeriggio abbinato alla biscotteria del Forno Collina di Emanuele Michilli o dai tipici spumini alle mandorle e al cioccolato del Forno Celani. In estate non manca il gelato artigianale mentre in ogni stagione, e a tutte le ore, si possono chiedere le famose (ma sconosciute nel resto d’Italia per quello che realmente sono) olive all’ascolana e l’anisetta alla mosca.

Il ristorante del Caffè Meletti è l’ultima delle sezioni ad aver riaperto i battenti, parliamo della primavera del 2013, ed è gestito dal direttore Tarcisio Mazzitti e dal giovane chef marchigiano Roberto Di Sante “bravo a interpretare la tradizione – come si legge nella presentazione – e ad affiancare alcuni piatti creativi e leggeri, gli uni e gli altri legati da una forte matrice territoriale, contadina e agropastorale che hanno il loro comune denominatore nell’uso prevalente dei prodotti tipici di aziende locali, con qualche felice escursione nella vicina cucina marinara”.

La nostra visita ha coinciso con il fine settimana della festa della donna, coincidenza che ci ha regalato una delle iniziative speciali del Caffè Meletti. Colazione con caffè speciale (Marocchino allo zenzero, caffè alla rosa ecc.) e piatto di dolcetti artigianali, servizio al tavolo elegante e cordiale, mimosa per la mia compagna e atmosfera piacevole. Il tutto per soli 4 euro a persona! La qualità tra l’altro era elevatissima, la crema pasticcera del piccolo cornetto fresca e profumata, buono lo yogurt magro con i frutti di bosco freschi e buona la pasticceria, insomma una colazione ricca e piacevole che meritava un dieci in pagella.

E peccato non esserci giovedì 13 per la cena gourmet “B come Baccalà” con un menù degustazione a base di specialità della Azienda Fratelli Monti e in abbinamento i vini di Velenosi (altra realtà di pregio della zona).

Ovviamente prima di andare via fate scorta di Anisetta e delle altre preparazioni firmate Meletti come Mistra, Anice puro, Sambuca ecc.

Fabio Ciarla


http://www.caffemeletti.it/

Piazza del Popolo

Ascoli Piceno