La Pasqua si avvicina. Manca, infatti poco a questa festività religiosa molto importante. Non abbiamo gli strumenti né il taglio del nostro giornale è tale per addentrarci sul significato di questo giorno.

Noi, molto più banalmente, ne leggiamo gli aspetti legati al cibo ed al vino, che sono più in sintonia con la linea editoriale. Per questo il pensiero corre subito ad uno dei dolci ad essa legato: la Colomba.

In questi giorni, ne stiamo vedendo diverse e con farciture più o meno nuove o tradizionali, ma ci siam voluti soffermare su una colomba tradizionale. Ci è giusto capitata in tavola quella prodotta da Flamigni.

Colomba classica Flamigni

Addentrandoci nell’assaggio e nella storia di questa realtà forlivese che è nel mondo della pasticceria dal 1930 ci siamo incuriositi ed abbiamo voluto parlare con Renata e Massimo Buli, la nuova generazione a capo di questo gioiello di produzioni artigianali.

«Ogni Colomba Flamigni – spiegano – richiede un’accurata preparazione, lunga tre giorni, nell’arco dei quali vengono realizzati diversi impasti e diverse lievitazioni. L’aspetto artigianale permane fortemente radicato. Numerose sono infatti le fasi che richiedono un attento intervento manuale da parte dei nostri esperti mastri pasticceri».

La Colomba Flamigni è un concentrato di ingredienti selezionati ed il percorso che le vede nascere si snoda in vari passaggi tutti attentamente seguiti dal personale. Curiosando durante la lavorazione siamo rimasti entusiasti nel vedere la cura e l’attenzione poste (oltre a, per dovere di cronaca, aver assaggiato i singoli componenti).

Colomba Flamigni farcita

«Tra gli ingredienti utilizzati nella preparazioneci dicono ancora i fratelli Buli -, determinanti per ottenere il tipico soffice impasto, vi sono il burro francese, ottenuto dalla separazione della panna dal latte per mezzo di centrifugazione, e le uova, provenienti esclusivamente da allevamenti italiani a terra. Italiani sono anche i canditi, le profumate scorze d’arance Navel a buccia spessa coltivate a Sibari, frutto della generosa terra di Calabria e prodotti senza impiego di anidride solforosa».

Il tocco finale, poi, è dato dalla cura del packaging e dall’utilizzo di eleganti incarti, appositamente studiati per mantenere inalterata la freschezza del prodotto. Ogni singolo pezzo è incartato a mano, con una maestria che ricorda altri tempi. (Prf)