Terre di Toscana 2020

“Il vino muove la primavera, cresce come una pianta di allegria, cadono muri, rocce, si chiudono gli abissi, nasce il canto” (da Ode al Vino di Pablo Neruda).

Sappiamo che la poesia è una forma d’arte che crea un componimento fatto di versi. La poesia ha quindi dentro di sé della qualità riuscendo a trasmettere concetti e stati d’animo. Questi versi scelti dagli organizzatori di Terre di Toscana, come presentazione dell’annuale manifestazione, è stato quanto di più centrato, cogliendo lo spirito “vero” dell’evento.

Trasmettere concetti e stati d’animo degustando calici di vino, inebriati da “canti” se pur enoici, tra racconti, storie, passioni. Ed il compito affidatomi di ricercare vini migliori, produttori sempre più qualificati e qualificanti i loro prodotti, ha portato l’umile comunicatore a raccontare il “raffinato quadro” Terre di Toscana, opera di quei “ragazzacci” dell’Acquabona capitanati da Fernando Pardini.

Terre di Toscana 2020. Insieme a Fernando Pardini

Dietro di loro anni e anni di lavoro (tredici per l’esattezza) con innumerevoli contatti, verifiche, senza lasciare nulla al caso. Il tutto consentendo una proposta di eccellenza della vitivinicoltura toscana.

Nonostante che questi primi due mesi del 2020 non siano stati facili, quotidianamente  sotto la minaccia di un possibile rinvio, la manifestazione è riuscita come sempre nonostante il minor afflusso “nell’ordine del 20% di visitatori in meno rispetto alle scorse edizioni lanciando comunque un chiaro e forte segnale di ottimismo e di voglia di non fermarsi”.

“Se è vero che ripetersi non è mai facile, soprattutto a certi livelli, il parterre eloquentissimo che anima la tredicesima edizione di Terre di Toscana testimonia una sana eccezione alla regola”. Così Fernando Pardini al momento della presentazione dell’evento.

I numeri di Terre di Toscana 2020

I Numeri (che poi sono quelli che hanno maggior valenza nel risultato finale della manifestazione).

– 140 aziende, le più eccellenti del panorama toscano;

– più di 700 etichette che hanno ben rappresentato la varietà e la qualità;

– 2.400 tra operatori del settore, buyers, giornalisti accreditati rappresentanti le più diffuse testate cartacee e on-line del settore, italiane e non, ritrovatisi Domenica 1 e Lunedì 2 Marzo all’UNA Esperienze Versilia Hotel di Lido di Camaiore (Lu).

“Sono questi numeri a modulare il concetto di meraviglia” (Fernando Pardini).

Senza dimenticare le novità che Fernando e gli amici dell’Acquabuona, ogni anno, propongono per rendere l’evento sempre più carico di vivacità, attuale.

In questa tredicesima edizione 20-20 l’evento new entry è stato rappresentato dalle “degustazioni dell’Acquabuona”.

Tre per l’esattezza che hanno avuto come protagonisti il Brunello 2010, i meravigliosi vini dolci toscani ed infine La Via Toscana del Syrah. Di quest’ultima in particolare dedicherò, con articolo tematico, una maggiore attenzione e diffusione.

Cosa mi ha colpito nella due giorni di assaggi?

Accanto ai sorsi sublimi dei “grandi conosciuti” come Avignonesi, Caiarossa, Campo alla Sughera, Grattamacco, Felsina, Fontodi, Il Marroneto, Tenuta San Guido (Sassicaia) ed altri (la lista è veramente lunga), quelli ricercati (come è mio costume) tra i quali ne ho scelto otto dei quali ne parlerò dettagliatamente nei giorni a seguire:

Col di Bacche (Maremma)

La Gerla (Montalcino)

Lamole di Lamole (Chianti Classico)

Orma (Bolgheri)

Tenuta Sette Ponti  (Valdarno Arezzo)

Pieve de’ Pitti (Terre di Pisa)

Sassetti Livio Pertimali (Montalcino)

Tenuta di Carleone (Chianti Classico)

Concludo con la “soddisfazione a caldo” del patron Fernando Pardini colta al termine dell’evento quando ancora non erano noti i “risultati più che positivi” alla luce della situazione contingente:

“La grande famiglia di aficionados, quella che è andata allargandosi ogni anno sempre di più dilatando confini geografici inimmaginabili, è accorsa ancora una volta numerosa a dimostrare che chi lavora con il cuore non sbaglia mai comunque vada”. Chapeau!

Urano Cupisti

 

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