Presentati i dati dello studio UniCredit-Nomisma: la Sicilia si conferma una regione strategica nel settore del vino.
Nel 2024 l’export dei bianchi Dop siciliani è cresciuto di un ulteriore 8,9% rispetto ai livelli già ragguardevoli dell’anno precedente.
Questo e altri dati, emergono dalla ricerca “Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino – Sicilia” realizzata da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit e presentato a Palermo da Assovini Sicilia.
I dati della ricerca
Dopo un 2023 che ha visto l’import mondiale di vino contrarsi di oltre il 5% rispetto all’anno precedente, nel 2024 il tanto atteso rimbalzo non c’è stato.
Rispetto a tale scenario, l’Italia ha portato a casa un risultato positivo (+6% a valore), trainato soprattutto dagli spumanti tricolori (+9%) le cui esportazioni incidono ormai per il 30% sulle vendite frontiera complessive di vino italiano. Tra questi il Prosecco ha aumentato il proprio export dell’11% nell’ultimo anno.

Al contrario di quanto accaduto invece alla Francia, il cui 2024 si è chiuso nuovamente in calo (dopo il -3% del 2023) per un-2,4%, generato dal crollo dei propri spumanti, tra i quali lo Champagne ha sofferto un meno 8%.
Tra gli altri top exporter che nel 2024 hanno registrato una sensibile crescita va citata l’Australia: +31%. Allargando la visuale del confronto agli ultimi dieci anni, l’Italia figura come il paese il cui export di vino è cresciuto di più tra tutti i competitor: +60% contro il +51% della Francia e il +33 della Nuova Zelanda.
Il nostro vino arriva oggi ai quattro angoli del pianeta, ma va sottolineato che il 60% dell’export vinicolo italiano si concentra in appena 5 paesi, con gli Stati Uniti in testa (24%). Questa concentrazione avviene anche per le esportazioni regionali.
Il solo Veneto pesa per il 37% sull’export di vino nazionale, seguito da Toscana e Piemonte con il 15% entrambi. Aggiungendo Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna si arriva ad un’incidenza dell’80%.
Lo stesso poi si desume per i vini a denominazione. Guardando al peso degli Stati Uniti – oggi di estrema attualità alla luce dei dazi di Trump – sull’export dei vini Dop, si evince come i bianchi del Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno nel mercato americano il principale paese di sbocco (48% del proprio export).
La Dop Sicilia
Nel corso del 2024, l’export dei bianchi Dop siciliani è ulteriormente cresciuto rispetto a quanto già registrato nell’anno precedente, quando le esportazioni registrarono un +7,8% a valore rispetto al 2022. Nel 2024, infatti, l’export dei bianchi Dop siciliani è cresciuto di un ulteriore 8,9%.

In senso opposto sono andati i rossi Dop siciliani che registrano, per due anni di fila, una riduzione nell’export (-4,5% nel 2023, -2,9% nel 2024).
Focalizzando l’attenzione sui top 10 mercati di destinazione, per i bianchi Dop siciliani l’export 2024 è cresciuto del 37% in UK, del 34% in Russia, del 12% in Germania e per l’11% sia in Canada che negli Usa.
Per i rossi Dop Siciliani, pur in un contesto di calo complessivo, si registra una crescita in Canada (+22%), Russia (+17%), Paesi Bassi (+8%) e Stati Uniti (+6%).
I preferiti dai consumatori
Interessante, inoltre, quanto emerso da un sondaggio di Nomisma, sui gusti dei consumatori, localizzati nei 3 Stati di maggior consumo, ovvero New York, California e Florida. Cambiano le preferenze gustative a favore di una maggiore attenzione vini di qualità (33% dei consumatori si è espresso in tale senso), di una maggiore ricerca di vini di differenti regioni e territori (28%). In crescita le preferenze per vini rossi più leggeri e a minor contenuto alcolico. Senza tralasciare gli aspetti “green”, sempre cari ai consumatori più giovani.
Da notare che il 65% della popolazione dei tre Stati analizzati ha dichiarato di aver consumato vino nell’ultimo anno e di questi, 7 su 10 hanno orientato la propria preferenza di consumo verso un vino italiano.
Winelovers da tutto il mondo
La Sicilia è tra le regioni italiane più conosciute e visitate dagli americani, oltre che più apprezzata per i vini che produce. Solamente il 14% dei consumatori intervistati dichiara di non aver mai sentito nominare la Sicilia. Sempre la Sicilia, assieme alla Toscana, vengono indicate dagli americani come le regioni italiane che producono i vini di maggior qualità, tanto che 6 su 10 dichiarano di conoscere almeno un vino siciliano e 2 su 10 di averlo anche consumato.

Rispetto a questi ultimi, la percentuale di consumatori di vini siciliani aumenta tra coloro che hanno visitato l’Italia negli ultimi cinque anni, apprezzano la cucina italiana, sono millennial (29-44 anni), wine lover (buon conoscitore di vino) e con un alto reddito annuo (superiore ai 100.000 $).
Ecco perché, al di là dei dazi, la maggioranza dei consumatori americani vede un futuro di crescita per il vino italiano. A prescindere infatti dal 65% dei consumatori che manterrà invariato il consumo di vino italiano, un altro 25% ha dichiarato di volerlo aumentare contro un 13% che invece lo ridurrà, denotando in tal modo un saldo positivo di 9 punti percentuali.

«Il vino siciliano è uno dei simboli della cultura mediterranea – commenta Mariangela Cambria presidente di Assovini Sicilia – della quale la Sicilia è massima espressione.
Il vino non è solo un prodotto agricolo o commerciale, non è semplicemente una bevanda ma un elemento essenziale della cultura universale, che attraversa secoli e civiltà. La sfida alla quale Assovini Sicilia è chiamata a rispondere e dare il suo contributo è anche quella di tutelare il valore culturale del vino contro dinamiche internazionali restrittive, contro una cultura che criminalizza quello che è un prodotto culturale, promuovendolo come espressione di civiltà, conoscenza, bellezza e tradizione”».
Sicilia en primeur 2025
A Modica le giornate conclusive con un convegno e i banchi di assaggio.
Sicilia en Primeur nasce nel 2003 come anteprima internazionale dell’ultima annata, rivolta alla stampa italiana ed estera. L’evento ha lo scopo di far conoscere sia le innumerevoli sfaccettature del vino siciliano, attraverso degustazioni e incontri con i produttori, sia i luoghi e la cultura che compongono la tradizione enologica siciliana, attraverso enotour in diverse aree dell’isola.
Il vino diventa, così, una chiave di lettura esclusiva per comprendere la straordinaria varietà e biodiversità dell’Isola ed il suo patrimonio storico-culturale, insieme alla storia dei produttori e delle aziende vitivinicole.
Il format vincente di Sicilia en Primeur prevede tre giorni di enotour rivolti alla stampa e visita alle aziende vitivinicole partecipanti ed i territori di produzione, degustazioni tecniche e talk su temi di attualità, un convegno. Il quinto ed ultimo giorno sarà dedicato all’incontro con i produttori e alle degustazioni nelle postazioni aziendali.
L’ultima edizione del 2024 ha coinvolto 106 giornalisti provenienti da tutto il mondo (53 dall’estero, 38 dall’Italia e 15 giornalisti regionali) e le aziende partecipanti sono state 59.
Nella foto di apertura il Cda di Assovini Sicilia: da sinistra Laurent Bernard de La Gatinais, Tenute Rapitalà (presidente uscente)
Santi Planeta, Planeta
Costanza Chirivino, Tasca d’Almerita
Alberto Aiello, Graci
Mariangela Cambria, Cottanera, presidente
Lilly Ferro, Fazio
José Rallo, Donnafugata
Achille Alessi, Terre di Giurfo
Federico Lombardo di Monte Iato, Firriato
Andrea Radic