Dei 500 ettari controllati da Carpineto solo 120 sono vitati (più 80 in affitto), di questi solo 167 pertiche – ovvero 5 ettari circa – sono quelli del Poggio Sant’Enrico a Montepulciano, diviso in piccolo e grande.
Da questo 1% delle proprietà della ampia realtà fondata da Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo nel 1967 nasce l’idea più alta di Vino Nobile di Montepulciano dell’azienda. Il primo in assoluto – come ci spiega Mike Zaccheo – realizzato con solo Sangiovese ormai 20 anni fa, essendo proprio la 1998 la prima vendemmia in cui è stato imbottigliato come singolo cru.
E nella degustazione verticale organizzata nell’appodiato di Montepulciano-Chianciano nei giorni dell’Anteprima del Nobile di Montepulciano, abbiamo potuto assaggiare anche il fatidico 1998, un’annata a 4 stelle come anche la 2001, la 2004 e la 2010, mentre la 2007 (anch’essa in batteria) è giustamente da 5 stelle.
Interessanti anche il “prima” e il “dopo” la verticale, con Zaccheo e il braccio destro Mauro Chiominto che ci hanno introdotto prima al Farnito Chardonnay Toscana Igt 2016, poi al Farnito Cabernet Sauvignon Toscana Igt 2012 e al Farnito Camponibbio Toscana Igt 2010 (Sangiovese, Merlot e Cab. Sauvignon) come riscaldamento, salvo poi salutarci con un raro, denso e incredibile Farnito Vin Santo del Chianti Doc 1999.
Un’esperienza quindi molto ricca, difficile anche da sintetizzare. Concentriamoci per ora sul Poggio Sant’Enrico, che era il vero protagonista dell’evento, lasciando all’ultimo un piccolo resoconto anche degli altri assaggi.
Andando a ritroso nel tempo siamo partiti quindi dall’annata 2010, che si presenta ancora austera al naso con frutta matura e note balsamiche, frutto probabilmente di una stagione che ha visto un’ottimale escursione termica per tutto il mese di settembre.
Con il 2007 andiamo però un gradino sopra, a livelli non raggiunti nemmeno dagli altri assaggi. Abbiamo nel bicchiere un Nobile che profuma di spezie e di cipria, note fresche che si alternano alla frutta matura. AL palato l’ingresso è morbido e succoso, con un tannino ben presente ma levigato.
L’annata 2004 si presenta con frutta matura e note di cioccolato, una predominanza dolce che al palato invece non emerge, perché la beva è fresca e sapida, ma meno persistente del 2007.
Il Poggio Sant’Enrico del 2001 mette in mostra una tostatura forse diversa dalle altre annate, ma emerge ovviamente anche la frutta matura mentre al palato spicca l’acidità, tanto da risultare quasi meno equilibrato dei suoi fratelli più giovani.
Con il millesimo 1998 andiamo appunto alla nascita di questo cru aziendale firmato Carpineto, cheha ancora un naso ben pulito dopo quasi 20 anni dalla vendemmia, sicuramente ha bisogno di tempo per esprimersi dopo tanta bottiglia ma è ancora preciso nelle sue componenti odorose, con note di tabacco che emergono dopo qualche minuto. Al palato invece dimostra un piccolo squilibrio, frutto forse di un calo di concentrazione e corpo a favore, quindi, di acidità e tannini.
Del Farnito Chardonnay ricordiamo l’intenso sentore di frutta matura e la freschezza al sorso, altrettanto tipico il Farnito Cabernet Sauvignon con note verdi al naso e una beva piacevole, molto interessante infine il Farnito Camponibbio che si presenta con i chiari sentori di viola e frutta rossa del Sangiovese pur rimanendo austero nello stile, al palato è molto piacevole e con buoni tannini.
Infine il Vin Santo del 1999, un’esplosione di frutta candita, mandorla e miele mentre in bocca rimane sapido e in equilibrio, nonostante la concentrazione, grazie ad una spalla acida notevole e ben integrata.
Chiudere in dolcezza e in qualità una giornata davvero interessante, non a tutti riesce.
I migliori assaggi
Farnito Camponibbio Toscana Igt 2010 – Voto: 91/100
Farnito Vin Santo del Chianti Doc 1999 – Voto: 93/100
Vino Nobile di Montepulciano Docg Poggio Sant’Enrico 2007 – Voto: 94/100
Fabio Ciarla