All’interno del delizioso Casa Brera, a Luxury Collection Hotel del gruppo Marriott International, Ristorante Odachi.
“Omakase” in giapponese significa “mi fido di te”, il termine si usa quando, seduti al bancone di frode al “Sushi Master”, ci si affida alla sua esperienza e al suo talento per godersi la cena.
Il bancone di Odachi, di fronte al sushi master Mario Jim Shizukuishi è uno dei luoghi migliori dove vivere questa esperienza a Milano, città dove, notoriamente, la cucina del Sol Levante spicca per qualità e diversità di proposte.

Casa Brera
Ma facciamo un passo indietro e iniziamo questa storia dall’ingresso a Casa Brera. Ci troviamo dietro al Teatro alla Scala, in un fazzoletto urbano milanese austero e raccolto, zona di banche ed istituzioni, palazzi eleganti e qualcuno imponente. Casa Brera si colloca tra queste vie con stile ed eleganza, come un’oasi accogliente, dal bel tratto di design grazie al restauro conservativo dello stabile realizzato a fine anni ‘50 dall’architetto razionalista Pietro Lingeri, curato dalla celebre Patricia Urquiola. Dettagli eleganti, equilibrio degli arredi interni e sopratutto una sensazione immediata di accoglienza, calore, ospitalità.

L’atmosfera del luogo è il prototipo di quello che si definisce eleganza informale, piacere della convivialità e della condivisione della qualità.
A cominciare dal “Casa Brera Living” dove al bancone o nei comodi salottini colori morbidi, è possibile scoprire il talento della mixology con le cocktail list di Luca Ardito. Creatività e solide basi tecniche sono gli strumenti con i quali Ardito rende ogni sorso un felice connubio di sapori e profumi.
Belle anche le serate in cui sono ospiti di Casa Brera, celebri barman di altre città, come accaduto qualche giorno fa con la presenza di Riccardo Di Dio Masa, bar manager della Punch Room al Rome Edition Hotel.
Degustare nella stessa serata le creazioni dei due professionisti del drink è una vera gioia.
Il Ristorante Odachi

È giunto il momento di attraversare la zona living ed entrare al Ristorante Odachi (in giapponese Grande Spada) per sedersi al bancone. Il percorso Omakase scelto dallo chef conduce con sicurezza ed eleganza nella cucina giapponese con bella identità e carattere.
Mario Jim Shizukuishi, originario di San Paolo in Brasile e in Italia da molti anni, è allievo del celebre chef Haruo Ichikawa, il primo chef giapponese in Italia a ottenere una stella Michelin e ispiratore del menu di Odachi sin dall’apertura.

Ogni portata ed ogni boccone sono un momento di puro piacere. Dalla tartare di scampi, alla ventresca di tonno stufato fino al “Tomago Korokke” uovo poché in panko croccante con brodo dassi e tartufo. Il capitolo sashimi è da leggere con concentrazione sia per la bellezza dei tagli di pesce sia per il sapore che regala al palato.
Sedersi al bancone consente di osservare la manualità e la capacità nel taglio con affilati coltelli giapponesi di chef Mario, il quale con disponibilità e simpatia spiega e racconta della sua arte.
Qualche secondo ancora ed ecco che nel piatto giunge il primo dei Nigiri: davvero ottimo. Da non perdere anche il Black Code, merluzzo nero dell’Alaska marinato al miso e grigliato, accompagnato da piccole verdure gustose e croccanti.

Chiusura perfetta con il semifreddo al tè matcha, fresco e lineare.
Carta dei vini di adeguata geografia enologica per accompagnare la cucina, con alcune etichette che spiccano per originalità della provenienza e sono capaci di rappresentare una novità ed una scoperta.
Servizio attento svolto con professionalità e cortesia.
Andrea Radic