Firenze Wine Expo. Bene la prima!

Nelle premesse, di solito, essere partecipe ad un “nuovo evento”  è sempre emozionante, appassionante, entusiasmante. In questo caso invece, la mia presenza in quel di Firenze, è stata mossa da curiosità.

Quella del ficcanaso, alla ricerca (leggere constatazione) di uno scoop per sottolineare  “ancora una volta” l’ennesimo tentativo di scissione campanilistica. Non è stato così!

Il Vino di Firenze. Sala d’Arme

Dai primi approcci con i produttori ho recepito, capito i loro intenti: “Esistiamo anche noi, da sempre i portabandiera della specificità del Chianti Colli Fiorentini (diverso dalle altre realtà), del Vino di Firenze (storicamente esistente da lunghissimo tempo)”.

Una giornata intera passata insieme a loro per approfondirne la conoscenza. E le occasioni di questi incontri hanno fatto emergere specificità nascoste, sconosciute ai più.

Nessun scoop; una scoperta ricca di fascino e attrazione tanto da farmi annotare nel fedele ed inseparabile moleskine, i nomi delle realtà da dover visitare nel tempo per andare a calpestare le vigne e capire i micro-terroir esistenti, differenti, che sappiano dare le risposte concrete a quanto assaggiato in quella sala di Palazzo Vecchio.

Il Vino di Firenze. Palazzo Vecchio

Niente è stato lasciato al caso in questa “prima”. A partire dalla scelta della location.

Il Vino di Firenze dove presentarlo se non nel luogo maggiormente rappresentativo della Città di Firenze agli “occhi” del mondo?

In una sala di Palazzo Vecchio, sotto le volte della storica e suggestiva Sala d’Arme.

Le premesse perché questo evento rappresenti l’inizio di un nuovo corso, ci sono state tutte. Adesso è il momento di mettere in cantiere idee, programmi e continuare sulla strada appena intrapresa; è il territorio che lo chiede.

Certaldo, Montespertoli, Montelupo Fiorentino, Lastra a Signa, Scandicci, San Casciano in Val di Pesa, Impruneta, Bagno a Ripoli. Tutti Comuni rappresentati che “sanno di vino”.

Il Vino di Firenze

Per adesso 18 aziende partecipano a questo progetto il Vino di Firenze.

Qualche collega presente le ha definite “poche nel rappresentare un così vasto territorio”.

NO! Ho risposto convinto.

“Consideriamole pionieristiche” ed allora il numero è sufficiente per assumersi la responsabilità di ricoprire il ruolo di “apri pista”.

Non mancherò, su queste pagine, di riportare i miei assaggi ricordando i collegamenti delle aziende con gli antichi borghi, fattorie, tenute, castelli, fortezze che ne fanno parte integrante celando storie e leggende della Firenze che fu.

Urano Cupisti