Fedra 2020. Presentata a Roma al Ristorante Pipero, la nuova veste artistica firmata da Roberto Lanari.

Una testa di elefante con la proboscide sollevata. Forza e potenza del possente animale e intensità del tratto con il quale lo ha reso Roberto Lanari, incidendolo nel metallo. È questa l’immagine che veste “Fedra Igt Toscana 2020”, il vino con il quale Tommaso Inghirami ha voluto celebrare la famiglia.

«Una grande e bella giornata, c’è anche il sole qui a Roma» dice Tommaso Inghirami davanti all’ingresso di “Pipero” iconico indirizzo della Roma che sa godersi la tavola, scelto dal giovane imprenditore per presentare il suo vino d’artista.

Tommaso Inghirami e l’artista Roberto Lanari

«Roberto Lanari, l’artista che quest’anno ha creato l’opera dedicata a Fedra – prosegue Inghirami – è di San Sepolcro come me e lo apprezzo molto. In realtà lui si sente più incisore, per questa ragione l’opera riportata sull’etichetta della bottiglia è un disegno su lastra».

Varchiamo la soglia del ristorante e poco dopo Tommaso Inghirami e Roberto Lanari scoprono l’incisione e l’etichetta di Fedra 2020. Ai tavoli di Pipero c’è tutta la famiglia Inghirami, il papà Giovanni, la mamma e la sorella Laura, a rappresentare il connubio tra impresa, vino e arte.

L’impresa quella dello storico marchio di camicie Ingram fondato dal nonno di Tommaso nel 1948, il vino quello delle sfide enologiche e aziendali che il giovane Inghirami sta portando avanti con Fattoria di Grignano e la nuova linea “Singersangio” di matrice contemporanea, l’arte quella di Roberto Lanari scelto per la seconda edizione di “Fedra”.

Fedra Rosso di Toscana Igt, è un blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc di alta qualità. Un accurato lavoro in vigna e in campagna, seguito da un meticoloso lavoro di affinamento in cantina. I mosti sono vinificati separatamente in acciaio e maturano poi in barrique per 18 mesi, prima di affinare ulteriori 24 mesi in bottiglia.

«Fedra nasce nel 2019 – racconta Inghirami – quando due vigne dimenticate vengono riprese e riportate alla migliore condizione dal nostro enologo Stefano Chioccioli e da me, con l’obiettivo di ridare vita al Cabernet e al Merlot.

Il nome Fedra – aggiunge – viene da un nostro antenato presbitero che portava a Roma gli artisti che si dedicavano alle opere commissionate dal Papa. Uno di questi fu Raffaello Sanzio che gli dedicò un ritratto».

Raphael Inghirami

Il letterato Inghirami – professore di retorica all’Accademia Romana, noto per le sue qualità persuasive espresse tramite “l’arte della parola” – un giorno, inscenando una tragedia greca, recitò con così tanto ardore e coinvolgimento da conquistare il grande pubblico che gli attribuì il nome di quella tragedia stessa: Fedra.

L’amore per l’arte è sentimento di famiglia, il padre di Tommaso, Giovanni è un collezionista esigente e attento.

Un vino che non solo dimostra il talento vinicolo dell’azienda e la forza del territorio, ma diviene anche esempio di Made in Italy di eccellenza.

Abbinamento di Fedra con la celebre Carbonara dello chef Ciro Scamardella.

Chiude Alessandro Pipero: «Un vino meno ruffiano di altri “Supertuscan” una bella beva, di carattere e freschezza».

Andrea Radic