Non voglio parlare di insiemistica e teorie matematiche, di insiemi di numeri o di oggetti coerenti. Voglio parlare, come sempre, di vino, o meglio di quei vini che mettono insieme produttori diversi o uve di diverse provenienze, ma si ritrovano e si riconoscono sotto un marchio o un’idea comune.

Anche un singolo vino, prodotto da una sola azienda, è in genere frutto di un blend tra vigneti aziendali diversi e barrique diverse. Giacomo Tachis, con la sua immensa modestia ammantata da un pizzico di civetteria, amava definirsi un “mescolavino”. La sua bravura consisteva nel tener rigorosamente separate le varie partite di vino, e nel realizzare il blend aziendale con uno stile continuo, cercando di rimediare alle diversità indotte dalle differenze climatiche delle annate o da altri fattori contingenti, come l’influenza stessa della barrique. E avrete capito di quale vino parlo.

In alcuni casi, invece, ci troviamo di fronte a veri e propri progetti comuni tra produttori amici che si ritrovano in nome della qualità del territorio, o addirittura davanti a vini e uve di provenienze diverse, a volte anche molto lontane, distinti da un singolo marchio e da un’idea ben precisa.

Presentazione Mille968 – 2013 il Vino. Nicola Palagi, Barbara Chelini e Mina Samouti Giustiniani. Foto di Giorgio Dracopulos

Uno dei primi progetti di questo tipo è composto dal gruppo L’Insieme, sorto negli anni ’90 in Langa. Nel ’97 per la precisione nasce il raggruppamento di sette produttori, Elio Altare, Giovanni Corino, Silvio Grasso, Fratelli Revello, Mauro Veglio, Gianfranco Alessandria e i fratelli Morando, intenzionati a creare un vino di qualità “unica”. Si tratta di un assemblaggio ottenuto, in base alle singole scelte di ogni azienda, da varietà tradizionali, nebbiolo, barbera, dolcetto, unite alle varietà internazionali di più recente introduzione.

BORDOCHEO LAND ART 2018

Ciascun produttore sceglie i vini da assemblare, le tecniche di vinificazione e affinamento, e l’unico obbligo consiste nell’utilizzo delle migliori uve provenienti dai vigneti più belli. Qui siamo di fronte, oltretutto, ad un progetto di vino solidale, in quanto i proventi delle vendite sono destinati a finanziare interventi di alto valore sociale soprattutto per i bambini dei paesi del terzo mondo.

Un altro famoso “Mescolatore” è l’enologo Roberto Cipresso, con i suoi blend sempre più azzardati. Il progetto Winecircus inizia con il Pigreco, Sangiovese proveniente da Massa Marittima, da Montalcino e da Serre di Rapolano, poi prosegue nella Quadratura, Cannonau da Dorgali NU, Sangiovese e Canaiolo dalla Maremma grossetana, Aglianico da Barile PZ.

Tutti suoli di origine vulcanica, sabbiosi, ricchi in ferro, con croste calcaree. “Un omaggio all’avventura della mescolanza e della contaminazione”, come dice lo stesso Cipresso, che lo porta all’ultima impresa, il Parallelo 43, dedicato a vitigni autoctoni prodotti in vigneti diversi lungo il medesimo parallelo geografico.

Colle di Bordocheo è un’azienda relativamente giovane delle colline lucchesi intorno a Capannori, condotta da un’ancora più giovane donna, Barbara Chelini, appassionata di agricoltura sostenibile e di arte. Nel 2017 nasce l’idea della Residenza d’Artista e Barbara ospita il cantautore Andrea Biagioni che per due mesi compone nella quiete del Colle alla vigilia di una stagione di concerti.

BORDOCHEO 2018 LAND ART

Nel 2018 Barbara si dedica all’arte visiva con il progetto Land Art, che si esprime con interventi diretti sul paesaggio attraverso i quali gli artisti interagiscono con la natura, intervenendo su di essa, lasciando la firma del loro passaggio. Lo spazio scelto è quello dell’uccelliera, un luogo magico, testimonianza di una antica pratica della zona, quella della cattura degli uccellini che dovevano servire da richiami o “cimbelli”. In questo spazio sono state collocate le installazioni di artisti di Land Art come Daniela Gorla con “MeMory”, Anna Mainardi con “Casetta degli uccellini”, Etta Rossi con “Seggio”, Maya Pacifico con “E lei mi parlava delle foglie”, Mario Quadraroli con “Colonna Infinita” e Umberto Gianoli con “Triangolo sacro”.

Arte e natura, arte e vino, perché anche il vino richiede un’attenta ispirazione per riuscire a dare gioia. Con l’occasione della presentazione di Land Art, sono stati presentati anche i vini dell’azienda, con le nuove annate in uscita sul mercato. Ma la parte più interessante è stata dedicata al progetto Mille968, un progetto di mescolanza, per ritornare al tema iniziale.

Si tratta di un vino rosso di grande razza, il cui nome ricorda la data di nascita della DOC Colline Lucchesi, ma anche quella stagione di rottura caratterizzata da fermenti giovanili e studenteschi che, a fine anni ’60, cambiarono in maniera radicale correnti di pensiero e costumi, abbattendo barriere e distruggendo regole ossidate e pregiudizi.

Nell’intenzione di Barbara questo vino vuole appunto “abbattere l’individualismo” tipico della gente toscana e punta sulla collaborazione di tre aziende, Colle di Bordocheo, Maionchi e Sardi Giustiniani. Ognuna di queste conferisce uve proprie, per il 50% Sangiovese, per il 50% Merlot che contribuiscono a formare il blend finale del Mille968. La prima annata di produzione è stata la 2013. Per la 2015 abbiamo 1000 bottiglie con tre tappi assegnati casualmente, mentre dal prossimo anno, con la 2016, altre due aziende si aggiungeranno al progetto e ci sarà un solo tappo. E ci sarà ancora arte, tanta arte e tanta natura in un paesaggio di favola come Bordocheo riesce ad essere grazie a Barbara.

I VINI DI BORDOCHEO: CONSIGLI PER LE SERE D’ESTATE

DOC Colline Lucchesi Bordocheo Bianco 2016 Trebbiano Vermentino Malvasia toscana e Grechetto. Immancabile all’aperitivo e a inizio pasto. Profumi di fiori bianchi di siepe, sambuco, margherita, e susina gialla. Agile e scattante, saporito e nervoso, fortemente dissetante nelle calde serate estive.

IGT Toscana Bianco dell’Oca 2016 Da uve Chardonnay e Vermentino con aggiunta di Sauvignon Blanc. Lo Chardonnay è maturato in barrique per 6 mesi con batonnage. Un bianco importante e di spessore con profumi di frutta tropicale, banana, papaya e frutto della passione, accentuati dall’intervento cremoso del rovere. Al palato è pieno ma agile e di lunga persistenza. A suo agio con primi di mare, pesce all’acqua pazza, calamari e gamberi in riduzione di melograno, ma anche pollame e coniglio.

DOC Colline Lucchesi Bordocheo Rosso 2016 Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo e Merlot, fermentati e affinati in acciaio. Tutto giocato su fiori rossi e ciliegia durella, fresco, slanciato di grande bevibilità anche a temperature leggermente fresche. Compagno ideale delle cene estive, di merende con salumi, formaggi e verdure sottolio, maiale alla brace.

DOC Colline Lucchesi Sangiovese Picchio Rosso 2015 Un Sangiovese con un piccolo saldo di Cabernet Sauvignon e Merlot, maturato in barrique per 14 mesi e affinato in bottiglia per 12. Ha l’eleganza del Sangiovese e il frutto pieno del Merlot, saporito e dinamico è dotato di bella freschezza e tannino saporito e levigato. Un ottimo vino per grigliate estive e arrosti.

Quinto – Vino di uve stramature Da uve Trebbiano e Moscato bianco raccolte appassite con più passaggi in vigna da settembre a novembre. Fermenta e matura in barrique per dieci mesi poi viene stabilizzato e imbottigliato. Ne vengono prodotte soltanto 600 bottiglie. Profuma di fiori bianchi appassiti, begonia e magnolia, poi frutta candita e mandorle tostate. Dolce e possente, ma non privo di acidità che evita la stucchevolezza. Bel vino da fine pasto con formaggi erborinati o pasticceria secca.

DOC Colline Lucchesi Rosso Mille968 2015 Massimo Motroni è l’enologo artefice di questo vino-idea che ha aperto la nostra storia. Non è propriamente un vino da estate, ma neppure un “palestrato” , come fa intendere chiaramente la bottiglia borgognotta che lo contiene. Il Merlot, proveniente dalla Val Freddana, zona fresca che consente a questo vitigno una maturazione graduale, offre i riflessi fruttati di mora di gelso, mentre il Sangiovese rende agile il profilo gustativo, con una trama tannica levigata e comunque di buona ricchezza e con un finale di tutto rispetto. Un vino da grandi arrosti e adatto a serate invernali davanti al caminetto, che però non disdegna le fresche brezze serali dei colli lucchesi.

E PER CONDIRE: Olio Extravergine di Oliva Colle di Bordocheo, dalle cultivar Frantoio, Leccino e Maurino, fruttato leggero con la raffinatezza del Maurino, tutto carciofo e nocciola, con buon equilibrio amaro-piccante.

Paolo Valdastri

 

Azienda Agricola Colle di Bordocheo (Anche Agriturismo)

Via di Piaggiori Basso, 123

55018 Segromigno in Monte – Capannori LU

+39 0583 929821

info@colledibordocheo.com

www.colledibordocheo.com