Entrare nel mondo di Cascina Faletta è come attraversare i confini di una sfera magica che ti porta in un luogo fuori dal tempo e fuori dagli affanni della vita quotidiana.

Tre Fucili per Tre Bicchieri: un Pinot Nero fuori dagli schemi

Parlando di Pinot Nero, la mente corre sempre quasi automaticamente ai grandi Borgogna e agli Champagne, dominatori dell’attico nel grattacielo dei grandi vini.  Il resto del mondo è confinato ai piani inferiori. Con questo non significa che abitare immediatamente sotto l’attico sia meno piacevole e che non si possa godere delle stesse visuali, magari pagando un prezzo molto più basso. Ci sono ottimi Pinot Nero in Oregon, a Sonoma (spesso grazie a immigrati italiani), in Germania, Austria e ovviamente in Italia. Da noi le zone più vocate sono l’Alto Adige e, da tempi recenti, l’Etna. Andare a Casale Monferrato e incontrare un eccellente Pinot Nero, addirittura assurto alla gloria dei 3 bicchieri del Gambero Rosso, lascia sinceramente stupiti.

Il colore è profondo, i profumi hanno l’impronta dei piccoli frutti di bosco, ma molto rotondi e maturi senza però apparire marmellatosi. Una discreta dose di spezie e qualche accenno floreale completano il quadro olfattivo. In bocca non ci si può aspettare l’acidità vibrante di un Borgogna, il profilo è più rotondo, ma non privo di dinamica, succoso e avvolgente con un finale molto lungo. Insomma un Pinot Nero anomalo, personale, profondamente legato a questo territorio da sempre confinato ai piani più bassi di quel grattacielo di cui sopra. Un Pinot Nero estremamente piacevole e godibile, soprattutto se coniugato con la maestosa cucina locale.

Tre Fucili: anche il nome è anomalo. Deriva dalla scoperta, durante i lavori di ristrutturazione, di tre fucili modello Carcano, ancora carichi di munizioni calibro 6,5, avvolti nelle pagine di un giornale “L’Uomo Qualunque”, il movimento creato da Guglielmo Giannini, e datato 1 gennaio 1947. Nient’altro è dato sapere, ma la fantasia corre a episodi dai caratteri forti.

Gli altri vini

Lo spumante Marchesa Virginia, dedicato alla prima proprietaria della Cascina, è a base di Pinot Nero, ma dopo un paio di annate sfavorevoli, dovremo attendere qualche tempo prima di poterlo rivedere sul mercato con la sua piacevolezza cremosa, dovuta ad una sapiente spumantizzazione e con la sua struttura non indifferente.

Ci sono poi due bianchi a base di Chardonnay, il Myricae e il Primo Bianco, e ancora due rossi. Il Rosso di Rosso, Syrah e Barbera, e la Barbera del Monferrato Braja.

Autore del tutto, l’enologo piemontese Luca Caramellino.

L’Accoglienza

Entrare nel mondo di Cascina Faletta è come attraversare i confini di una sfera magica che ti porta in un luogo fuori dal tempo e fuori dagli affanni della vita quotidiana.

L’intelligenza e la lungimiranza dei proprietari, Elena Novarino e Giovanni Rosso, ha trasformato il paesaggio delle colline casalesi (Casale Monferrato, ovviamente) in un’isola circondata dal movimento delle onde di erba verde dei prati e delle chiome dei grandi alberi, mosse dal vento,  un’isola dove ogni aspirazione alla calma e alla tranquillità è esaudita, dove ognuno può ritrovare il tempo per godere di una pace interiore non disturbata dal clangore del mondo esterno.

Agriturismo e tecnologia sostenibile

Cascina Faletta è agriturismo, un recupero della vecchia cascina che la targa appesa alla porta del ristorante ci ricorda esistere alla data del 1881. Un recupero avvenuto con gusto eccellente, ma anche con l’impiego di tecnologie di avanguardia per rispettare al massimo la sostenibilità dell’impresa.

Giovanni Rosso, in collaborazione con l’Università di Torino, ha messo a punto un impianto radiante realizzato con speciali pannelli posti a pavimento, parete e soffitto, a bassa inerzia termica. Gli scambi di calore avvengono con il suolo sottostante ai vigneti, con tubature calate a circa 5 metri.

Durante l’inverno il sottosuolo è più caldo dell’ambiente esterno, quindi si fa transitare un fluido che immagazzina calore e lo porta in superficie negli ambienti da riscaldare. Durante l’estate avviene il fenomeno opposto. Il sottosuolo è più fresco dell’ambiente esterno, quindi il calore viene prelevato in superficie e disperso in profondità.

Durante la stagione calda il sistema è integrato  da deumidificatori sperimentali con soluzione a cambiamento di fase brevettata per accumulare energia latente. Il sistema è quello basato sui PCM ovvero materiali a cambiamento di fase. Si tratta di materiali che permettono di accumulare calore grazie al passaggio di stato dalla fase solida a quella liquida.

Quando il materiale raggiunge la temperatura di fusione, il PCM inizia a sciogliersi con una reazione endotermica ed utilizza il calore proveniente dall’esterno per passare dallo stato solido a quello liquido, senza variare la propria temperatura. In modo analogo, quando la temperatura esterna ridiscende al di sotto del valore Tm il materiale a cambiamento di fase solidifica con una reazione esotermica, senza variare la propria temperatura, e rilascia il calore accumulato.

Il brevetto consiste nel tipo di soluzione fluida, ovvero in una particolare miscela di acidi organici e paraffine che cambiano stato a circa 22°C, ovvero alla temperatura di comfort umano.  La generazione dell’energia termica per il comfort ambientale, in conclusione,  è data da una coppia di pompe di calore: una geotermica e una aerotermica. Il loro consumo di calore è pari circa alla producibilità dell’impianto fotovoltaico esistente per un bilancio energetico che porta a quasi zero emissioni di Co2.  Uno straordinario esempio di sensibilità green.

L’agriturismo, con le sue otto confortevoli  camere e due appartamenti , le sale convegno, il ristorante, gli uffici, e in gran parte le cantine, godono tutti di questo particolare sistema di condizionamento, ma a farla da padrone è l’atmosfera che si crea intorno all’ospite. L’impressione è quella di trovarsi a proprio agio in casa propria, con una scelta completa di ambienti diversi che si adattano alle esigenze del momento. Il responsabile, l’efficientissimo Fabrizio Alessio, assume il ruolo dell’amico di sempre che provvede ad ogni tuo bisogno.  In estate si può godere della vita all’aperto e delle innumerevoli passeggiate tra boschi e campi e le visite dei vicini piccoli borghi.

Il Ristorante

Un altro fiore all’occhiello di Cascina Faletta. Del comfort dell’ambiente abbiamo già parlato e le sale interne ed esterne del ristorante non fanno eccezione. Quello che stupisce è la cucina. Elena Novarino e Giovanni Rosso hanno vinto il loro terno al lotto incontrando uno chef del calibro di Paolo Viviani.

Lo chef Paolo Viviani

La sua tecnica è ineccepibile e la sua cucina è il giusto compromesso fra tradizione e innovazione, al di fuori di ricerche intellettuali di difficile interpretazione. La materia prima è sempre ineccepibile e quello che è nel piatto è realizzato con assoluta precisione, ma soprattutto è comprensibile e godibile fino all’ultimo. Oltre a questo Paolo è un personaggio che non  pone la visibilità mediatica al vertice delle proprie priorità.

Un antidivo, insomma, ma con una fortissima personalità in cucina, personalità che riesce a far trasparire anche nelle proprie creazioni. L’attenzione alla materia prima è accompagnata anche da quella verso le istanze più ricorrenti, ed ecco quindi un interessante menu vegetariano, con piatti originali come “L’uovo, la rapa e la fava”, o la “cotoletta di fagioli, zenzero e limone”.

Le crudité di mare

Il menu tradizione parla di “Tre passi in Monferrato”, “Agnolotti, nocciole e ricotta”, “Lingua croccante, rapanelli e salsa verde”, mentre il menu Degustazione dello Chef prevede: “Baccalà in bianco e nero”, “Risotto ai piselli, burrata, acciughe del Cantabrico e limone”, “Tataki di salmone primavera” e “A tutta anatra, foie gras e tamarindo”.  Sono solo alcuni esempi di un più vasto menu alla carta che può prevedere prelibatezze come la monumentale costata di bue grasso di Carrù e una serie infinita di salumi e formaggi locali rigorosamente artigianali.

Last but not least, i prezzi sono di assoluta accessibilità in ogni servizio offerto, costo dei vini compreso.

Paolo Valdastri

 

CASCINA FALETTA 1881

Regione Mandoletta, 81

Casale Monferrato (AL)

Tel. +39 0142 670068

info@faletta.it

www.faletta.it