Non sembra ma è uno scontro che dura da secoli. Il mondo come una scacchiera. Le popolazioni nordiche da sempre prediligono la “bionda”. Quelle comprese tra il 30° e 50° parallelo sia Nord che Sud più propense verso il “nettare di Bacco”. Poi le eccezioni in tutte e due le fasce.
Ma è nata prima la birra o il vino?
Confrontando le datazioni di cui siamo certi si potrebbe affermare che la birra sia più antica, tuttavia nessuno ne ha la certezza.
Anche perché a far ruotare l’ago della bilancia a favore del vino pesa il processo di produzione della birra che generalmente è “meno spontaneo”.
Altri dati, temi della contesa:
– la birra rappresenta la bevanda meno nobile, il vino più ricercata, sofisticata;
– la birra è prodotta con i cereali di diversa natura, il vino è solo oggetto di fermentazione del mosto, la pigiatura dell’uva;
– la birra da sempre è prevalentemente pagana (ad eccezione degli studi e produzioni dei monaci francesi, belgi e tedeschi), il vino bevanda sacra legata “al sangue di Cristo”. E via, via, via.
Una cosa è certa; nel mondo in cui viviamo ambedue le bevande sono oggetto di continui studi, produzioni diversificate, volte ad “invadere” i territori reciproci cercando di primeggiare sui mercati.
Ecco che la vite esce dai propri confini e colonizza territori nuovi come la Gran Bretagna, i Paesi Bassi, la Svezia. Esplode il fenomeno in Cina e nei paesi asiatici, raggiungendo anche limiti di altitudini mai pensate (allevamenti di Malbec a 3.150 m.s.l.m. nella regione andina del Salta-Argentina) o latitudini equatoriali come in Brasile, nello stato del Pará.
La birra, dal canto suo, con il confermare sempre più le “sue” zone di competenza, invade i tradizionali territori vinicoli “sdoganandosi” e sostituendosi con prodotti più ricercati e attenti soprattutto ai gusti giovanili, giocando in particolare sulla bassa tenuta alcolica e a tutto quanto ne consegue.
Avete notato che nei film di produzione americana si beve meno vino, champagne e superalcolici e più birra? Direttamente dalla bottiglia risparmiando il lavaggio dei bicchieri? Più “fico e green”.
E non parliamo dell’ attuale sfida lanciata su uno dei “dogmi” fondanti della Scuola del Vino: l’abbinamento con il cibo.
Minata la figura del sommelier che deve reinventarsi una cultura birra-cibo per la crescente richiesta di questa bevanda.
Non solo pizza e birra ma carne, pesce, verdure e, udite udite, abbinamenti con la cucina vegana.
Accanto alla Carta dei Vini
anche quella delle Birre
“L’abbinamento di cibo e birra è un elemento fondamentale per raggiungere una perfetta armonia tra tutte le sensazioni percepite durante la degustazione, consentendo quindi la migliore valorizzazione delle caratteristiche organolettiche di entrambi gli alimenti”. Così ho trovato scritto in una Carta di un noto Ristorante stellato.
Sapidità, tendenza dolce, grassezza, tendenza acida, tendenza amarognola, untuosità, succulenza, persistenza gusto – olfattiva, non sono più appannaggio della scienza dell’abbinamento cibo-vino.
Abbinamento per contrasto e abbinamento per concordanza si insegnano anche ai Corsi della Birra sempre più frequenti.
Una volta, ricordo, costituivano materia di una sola lezione durante i tre livelli (diciotto lezioni a livello) per ottenere l’attestato di sommelier. Oggi sono Corsi mirati, maggiormente conoscitivi della materia della “bionda”.
Birra e…. gli abbinamenti consigliati
Di seguito un elenco dei piatti abbinati a stili di birra:
LIGHT ALE: Tramezzini, formaggi a media stagionatura
BRITISH BITTER: Sandwich, tramezzini, formaggi freschi
SCOTTISH ALES: Carni rosse, arrosti e stufati, se dolce adatte ai dessert
PALE ALE: Primi piatti, carni leggere, salumi, formaggi
INDIA PALE ALE: Primi piatti con verdure, ortaggi, carciofi ed asparagi
ALTBIER: Primi piatti saporiti, formaggi, selvaggina, se dolce adatte ai dessert
BROWN ALE: Carni rosse, arrosti e stufati, formaggi a media stagionature
NEWCASTLE BROWN ALE: Carni rosse, arrosti e stufati, formaggi a media stagionature
STRONG ALES: Carni rosse, formaggi a media e lunga stagionatura, anche erborinati
PORTER: Carni rosse
STOUT: Carni rosse, selvaggina e formaggi a lunga stagionatura
FRENCH ALES: Primi piatti, carni leggere, salumi, formaggi
BELGIAN ALES: Primi piatti saporiti, formaggi, selvaggina, se dolce adatte ai dessert
STRONG BELGIAN ALES: Arrosti e spezzatini, salumi, molluschi e pesce alla griglia, formaggi a lunga stagionatura e caprini
BELGIAN SPECIALTIES ALE: Carni rosse, arrosti e stufati, formaggi a media stagionature
WEIZEN: Carni di maiale, pesce
EUROPEAN LIGHT LAGER: Antipasti, insalate, pomodori ed ortaggi aciduli, pizza, formaggi a pasta filata
GERMAN AMBER LAGER: Carni rosse, arrosti, formaggi a media stagionatura, salumi
EUROPEAN DARK LAGER: Carni rosse, arrosti, formaggi a media stagionatura, salumi, se con residuo zuccherino adatte ai dolci
BOCK: Primi piatti, carni leggere, salumi, formaggi
FARO: Fuori pasto o con alimenti a forte tendenza dolce (riso e pasta al burro)
GUEUZE: Alimenti a tendenza dolce, anche con dessert alla frutta se aromatizzate
Parlare di birra e molluschi può sembrare un po’ audace. Ma non è così.
Birra e cozze è un grande classico, lo stesso tra birra Stout e ostriche (per gli amanti del vino non è solo una bestemmia, è una assurdità, sovversiva e scandalosa).
Abbiamo finito di mangiare, è il momento del dessert. Moscati, passiti, spumanti dolci. Il classico abbinamento per concordanza.
Ecco che si fanno strada le Fruit Beer, considerate l’abbinamento più classico. Addirittura si va oltre: se abbiamo una torta a base di frutta, possiamo creare equilibrio con l’amarezza di una Porter, se prevalgono gli agrumi invece, meglio una Blanche. A seguire le Sour, Berliner Weisse, Gueuze, Italian Grape Ale o Lambic dal sapore secco e vinoso.
La guerra è in corso. Comunque la si pensi, sottovalutarla è un errore. Chapeau!
Urano Cupisti