Home Primo piano Biondi Santi, un mito mondiale che da secoli produce vino

Biondi Santi, un mito mondiale che da secoli produce vino

0
2934
Castello di Montepò. Tancredi Biondi Santi, Jacopo Biondi Santi e Giorgio Dracopulos. Foto di Giorgio Dracopulos

Un vasto territorio di circa 5.000 chilometri quadrati, dai confini non ben definiti, bagnato da un cristallino Mar Tirreno e ubicato nel sud della splendida Regione Toscana e nell’Alto Lazio, prende il nome di Maremma.

Maremma: storia e tradizioni

La Maremma è un Territorio ricco di Storia e tradizioni, le sue pianure, le sue coste, le sue spiagge, i suoi golfi e i suoi promontori si suddividono amministrativamente tra 5 Provincie e 34 Comuni. Necropoli Etrusche, Siti Archeologici, Castelli, Torri Costiere, Borghi, Pievi, Ville, Chiese e Fattorie, fanno  del suo paesaggio uno splendido percorso turistico. Qui vivono e si tramandano antiche forme di allevamento di buoi e cavalli, qui si trova la mitica figura del “buttero” tipico guardiano di mandrie a cavallo. In Maremma le tavole sono imbandite con gustosi e tipici prodotti della terra e con piatti straordinari preparati con antiche e tramandate ricette, qui si bevono Vini che sono conosciuti in tutto il Mondo per la loro ottima qualità.

Proprio in questo magnifico e incontaminato contesto Maremmano, in una Zona collinare particolarmente panoramica, verdeggiante e fascinosa, sorge maestoso il “Castello di Montepò”. Il Castello di Montepò è una bella, elegante e possente struttura fortificata adagiata su una dolce collina nella Campagna a Nord del Comune di Scansano e a circa 30 Km. dal Capoluogo di Provincia, la Città di Grosseto. Il Castello è sorto intorno all’Anno Mille e nel 1300 è stato quasi totalmente ricostruito dai signori del vicino “Castello di Cotone”. Successivamente il Maniero passò sotto il controllo dei Senesi e fu ceduto a un’antica e importante Famiglia, i Sergardi.

Nel XV Secolo il Castello di Montepò divenne una grande Fattoria Fortificata e nella seconda metà del 1900 la struttura è stata riportata agli antichi splendori. Un Complesso semplicemente bellissimo e affascinante, particolarmente massiccio e possente, a pianta rettangolare, con alte mura in pietra che racchiudono i corpi di fabbrica attorno a uno spazioso cortile interno, quattro sono le maestose Torri Angolari a sezione quadrata.

La Famiglia Biondi Santi

Dalla fine degli Anni Ottanta il Castello e la Tenuta sono di proprietà della Famiglia Biondi Santi. La Famiglia Biondi Santi ha una lunga storia che si perde praticamente nel tempo. Iniziamo dalla Famiglia Biondi: erano dei Patrizi (di Nobile Stirpe) di cui troviamo tracce risalenti al XIII Secolo nel Territorio Toscano nella Signoria di Volterra e in particolare a Pomarance oggi Comune ma allora antico Castello (Ripomarance).

Biondi Santi Castello di Montepò. Una Vista. Foto di Giorgio Dracopulos

Della Famiglia Santi, anch’essa molto antica d’importanti possidenti di Terre coltivate e Vigne tra Montalcino e Pienza, ne troviamo tracce certe con Giorgio Santi (Pienza 1746 – 1822). Giorgio Santi fu Medico, Naturalista e Scrittore, un importante Scienziato Internazionale che ebbe anche l’incarico di Professore all’Università oltre a quello di Direttore dell’Orto e Museo Botanicodi Pisa.

Il Figlio di Giorgio Santi, Luigi, Erudito Farmacista, si sposò con Petronilla Canali e dalla loro unione nacque, a Montalcino il 17 Settembre 1795, Clemente Santi.

Clemente crebbe in un ambiente molto positivo di grande cultura e si laureò in Farmacia all’Università di Pisa diventando poi anche corrispondente della prestigiosa Accademia dei Georgofili di Firenze e collaboratore del Giornale Agrario Toscano. Nel 1820, aiutato dalle sue conoscenze chimiche e scientifiche, iniziò fattivamente a seguire le Vigne nella Fattoria “Il Greppo” una proprietà della sua Mamma che fino allora aveva prodotto solo il “Moscadello di Montalcino” un Vino di qualità leggermente dolce.

Clemente con grande passione impiantò vitigni selezionati e sperimentò nuovi sistemi di vinificazione individuando anche tecniche di travaso e di invecchiamento in botti estremamente avanzate per quei tempi. I suoi Vini iniziarono a essere premiati, dal 1850, a Firenze, Parigi e Londra, ma il successo più straordinario arrivò nel 1865 con la prima Bottiglia del suo “Vino Rosso Scelto” denominato “Brunello”: il “Brunello di Montalcino”.

L’invenzione del “Brunello di Montalcino” fu riconosciuta alla Famiglia Biondi Santi e ufficializzata nel 1934 dal Ministero dell’Agricoltura e della Foreste presieduto al tempo dal Professore Giacomo Acerbo (1888 – 1969).

La Figlia di Clemente Santi, Caterina, convolò a nozze con il Medico Fiorentino Jacopo Biondi, erede della Famiglia Biondi, le cui origini ho già citato. Ecco che dall’unione delle due storiche Famiglie prese vita con il loro Figlio Ferruccio il Ramo Biondi Santi.

Biondi Santi Castello di Montepò. Jacopo Biondi Santi nella sua Cantina. Foto di Giorgio Dracopulos

Ferruccio Biondi Santi si dedico con amore e passione alla Fattoria “Il Greppo” e dovette combattere contro vari flagelli delle Vigne, che imperversavano al tempo in tutta Europa, come l’oidio (il mal bianco, un fungo), la peronospora (altro fungo) e la fillossera (insetto di origine nordamericana che attaccando anche le radici della Vite ne provoca rapidamente la morte).

Le sue intense ricerche lo portarono a constatare che i Vitigni del Sangiovese Grosso resistevano meglio alle varie aggressioni e iniziò a selezionare questa tipologia di Viti per il suo Brunello, un Vino predisposto per un lungo invecchiamento.

Iniziò poi a limitare le rese per ottenere uve più ricche e selezionò solo i grappoli migliori per i Vini Riserva. Tenne il Vino a lungo contatto con le bucce durante la fermentazione per poter ottenere migliori caratteristiche aromatiche e di struttura, anche per resistere nel tempo dato che poi veniva invecchiato per anni in grandi botti di rovere.

La Prima Grande Annata del Brunello di Montalcino Biondi Santi fu il super mitico “Millesimo 1888”.

Il Figlio di Ferruccio, Tancredi Biondi Santi (classe 1893) si laureò in Agraria all’Università di Pisa, con la sua conduzione Aziendale il suo “Brunello” si affermò in Italia e nel Mondo. Tra le  moltissime importanti innovazioni che introdusse ricordo che, nel 1927, dette inizio al fascinoso Rito, una vera e propria Cerimonia, della “Ricolmatura delle Vecchie Riserve”, iniziando con i Millesimi 1888 e 1891.

Franco Biondi Santi, Figlio di Tancredi, classe 1922, si era laureato in Agraria a Perugia e da subito iniziò, nell’Azienda Vitivinicola di Famiglia, ad affiancare e supportare il Padre. In pochi anni Franco Biondi Santi divenne un vero mito nella produzione del Brunello di Montalcino grazie alla straordinaria qualità dei suoi Vini e all’estrema passione con cui si batteva in difesa dell’identità del Brunello. La sua prima Vendemmia, il 1970, è oggi una Riserva best seller dell’Enologia Mondiale.

Biondi Santi Castello di Montepò. Una Vista Interna. Foto di Giorgio Dracopulos

Il Sangiovese è sempre stata una varietà particolarmente complicata e sensibile alla variabilità, ma grazie dall’appassionata e accurata ricerca della Famiglia Biondi Santi, per arrivare alla migliore selezione possibile, nel 1978 fu inscritto nel “Registro delle Varietà di Vite del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali” il Clone di Sangiovese Grosso denominato “B-BS 11” (Brunello Biondi Santi, Vite n.11). Questo particolare clone della Tenuta “Il Greppo” ha dato una fondamentale spinta per il raggiungimento della migliore selezione di Uve Sangiovese.

Franco Biondi Santi ha avuto due Figli, Jacopo (classe 1950) e Alessandra e quando è scomparso a 91 anni, il 7 aprile 2013, ha lasciato a loro il testimone.

Tenuta del Castello di Montepò

Alla fine degli anni Ottanta Jacopo Biondi Santi ha rilevato dalla Famiglia dello Scrittore, Drammaturgo, Agente Segreto Inglese Henry Graham Greene (1904 – 1991), proprio nel cuore della Maremma inizialmente descritta, la meravigliosa Tenuta del Castello di Montepò.

Oggi la Tenuta del Castello di Montepò, dopo anni di impegnativi e assidui lavori, supportati da notevoli investimenti, ha raggiunto una superficie di ben 600 Ettari, tra Boschi, Coltivazioni, Uliveti e Vigne (50 ettari). Le Vigne sono ripartite per il 75% in Sangiovese e il restante 25% in Cabernet Sauvignon e Merlot. Una modernissima Tecnologia controlla tutti i Vigneti. Qui Jacopo Biondi Santi con i suoi bellissimi e fenomenali (sotto tutti gli aspetti) Figli, Clio, Tancredi e Clemente, hanno trovato le condizioni ideali per coronare un grande progetto di valorizzazione vitivinicola.

Questa magnifica e accogliente Tenuta del Castello di Montepò, ricca di fascinosa storia, è stata scelta come la sede più adatta tra i loro possedimenti anche per le peculiari e positive condizioni del suolo e del clima. Le giuste altezze (tra i 300 e i 460 m. s.l.m.) e le speciali conformazioni dei terreni (in gran parte galestro, uno scisto argilloso, anche a grande tessitura), la favorevole esposizione ai venti e i microclimi, fanno della Tenuta una realtà vitivinicola del tutto eccezionale, unica e identitaria: una Terra ideale per lo sviluppo del prezioso clone di Sangiovese Grosso “B-BS 11” patrimonio esclusivo della Famiglia Biondi Santi.

Meravigliosa anche la Cantina e la Barricaia all’interno del Castello, dove, in un clima perfetto a temperatura controllata, maturano i grandi rossi in Barriques di rovere e querce. Barriques fabbricate ad arte con legni di alberi con almeno 150 anni di età, provenienti dalle migliori e più specifiche foreste Francesi. Tutta la produzione di Vini del Castello di Montepò è di una eccellenza assoluta. La produzione Vitivinicola è seguita anche da due grandi professionisti come gli Enologi Donato Lanati (lo “Scienziato” del Vino, il Consulente) e Luca Martelli (l’Enologo Interno).

Ho avuto il grande piacere di andare a trovare gli Amici Jacopo Biondi Santi e suo Figlio Tancredi Giovedì 28 Maggio 2020 in occasione di una specialissima e straordinaria giornata degustazione dei loro Vini.

Gli assaggi

Abbiamo iniziato con due magnifici Vini:

– “JeT 2019” – I.G.T. Toscana Rosato, la “J” sta per “Jacopo” e la “T” sta per “Tancredi”, prima vendemmia 2018, un vino 100% Sangiovese Grosso B-BS11 al secondo anno di produzione. Attraverso un’accurata vinificazione in bianco a bassa temperatura le uve, raccolte nei vigneti più freschi e meglio esposti, diventano un vero nettare di estrema freschezza e sapidità. Il Vino si presenta con un colore rosato tenue simile ai Rosati Francesi della Provenza, è un Vino semplicemente eccellente. Del 2019 ne sono state prodotte solo 10.000 Bottiglie;

Biondi Santi Castello di Montepò. La Barricaia. Foto di Giorgio Dracopulos

– “Sassoalloro 2018” – I.G.T. Toscana Rosso, 100% Sangiovese Grosso B-BS11,  un’anteprima. Un Vino fresco, rotondo e dinamico, un Vino figlio della grande tradizione Biondi Santi che si affina per 14 Mesi in Barriques, la prima vendemmia è stata il 1991. Il Nome “Sassoalloro” deriva da un masso vulcanico, trasportato dai ghiacci lontano dal luogo di origine, su cui sono nate numerose leggende.

Successivamente siamo passati alla Verticale” di “Schidione” I.G.T. Toscana Rosso. Una “Vera Verticale” visto che il Blend di questo “Supertuscan” non cambia mai negli anni: 40% di Sangiovese Grosso B-BS11, 40% di Cabernet Sauvignon e 20% di Merlot. Questo Vino Rosso dalla grandissima personalità e longevità (40/50 Anni) si affina per 24 Mesi in Barriques e per circa 6 Mesi in Tini di Acciaio Inox. Lo “Schidione” viene prodotto esclusivamente nelle annate migliori. Il nome “Schidione” significa “Spiedo”, quel lungo e grosso ferro che nel Medioevo veniva usato per arrostire la selvaggina.

Sono state stappate e degustate le seguenti sette annate di “Schidione”: “2016”, “2015”, “2011”, “2001”, “1998”, “1997”, “1995”. Vini assolutamente magnifici ognuno con le sue specifiche peculiarità che fanno riferimento alla vendemmia.

Biondi Santi Castello di Montepò. Jacopo Biondi Santi Stacca l’Etichetta Oro. Foto di Giorgio Dracopulos

Per il “1997”, un Vino unico e favoloso, assolutamente straordinario con i suoi 23 Anni di Vita, mi sento obbligato a scendere più nel dettaglio. La Vendemmia 1997 è stata un’Annata storica in Toscana, una delle migliori del 1900. Lo “Schidione 1997” un Vino dalla grande struttura e con i presupposti per una longevità fuori dal comune, è stato messo in commercio nel 2000, l’inizio del “III Millennio”.

Proprio nel 2000 Jacopo Biondi Santi festeggiava anche i sui primi “50 anni”. Per tutti questi motivi lo “Schidione 1997” è stato imbottigliato soltanto in Magnum Numerate e con una super preziosa Etichetta, staccabile, in “Oro 23 kt”. Lo “Schidione 1997” degustato e aperto personalmente da Jacopo Biondi Santi, in confezione scatolata comprensiva di Certificato di garanzia e tappo ceralaccato, era la Bottiglia n. 9.645 (su 13.987 Bottiglie da 1,5 litri prodotte).

Biondi Santi Castello di Montepò. Il Certificato dello Schidione 1997 Bottiglia 9.645. Foto di Giorgio Dracopulos

Con simpatica emozione Jacopo Biondi Santi ha staccato l’etichetta in oro e l’ha apposta nell’apposito spazio del certificato che ha riempito con i dati della giornata e lo ha fatto autografare da tutti i presenti. Un bel ricordo del particolarissimo Evento.

Un ottimo Buffet all’ora di pranzo, con i prodotti dell’Azienda, e la successiva accurata visita delle Vigne hanno fatto passare le ore “in un baleno”.

Che cosa posso aggiungere sennonché insieme a Jacopo Biondi Santi e suo Figlio Tancredi, nel magico contesto del Castello di Montepò, un vero scrigno che custodisce solo eccellenze, ho passato una super piacevole giornata assaggiando dei Vini a dir poco superbi.

Giorgio Dracopulos

https://www.castellodimontepo.it/