Avignonesi Vin Santo Occhio di Pernice 1988. Retro Etichetta. Foto di Giorgio Dracopulos

Un nettare degli Dei invecchiato 30 anni: Avignonesi Vin Santo Occhio di Pernice 1988.

La Storia del Vino è talmente antica che praticamente si fonde con la Storia dell’Umanità.

Tracce di rapporto tra uomo e “Vitis Vinifera” (Vite Comune o Vite Euroasiatica) si sono trovate in Cina (risalenti a circa 7000 a. C.) e in millenni successivi in Georgia, Iran, Grecia e Sicilia.

Proprio in Sicilia, ma anche in Georgia, recentemente, è stato fatto il ritrovamento forse più antico di tracce specifiche di Vino, risalenti a circa 6000 anni a.C., analizzando dei contenitori di coccio.

Ma bisogna arrivare alla metà del Medioevo (periodo Storico intercorso tra il V e il XV Secolo) per avere le prime trattazioni riguardanti il “Vin Santo” (o Vinsanto).

Molte ed elaborate sono le Teorie e le Leggende che sono state tramandate sulla nascita del “Vin Santo” e sul suo nome, ma molto più veritiero è il fatto che il “Vin Santo”, un particolare Vino Dolce, si è sempre chiamato così perché era un Vino usato durante le Sante Messe officiate in zone particolari d’Italia.

La Tradizione ci ha tramandato che per questo Vino particolare venissero scelti i grappoli migliori, e successivamente, questi fossero messi ad appassire (a seccare) adagiandoli su stuoie o appendendoli con vari sistemi. Tali sistemazioni dovevano essere ubicate in luoghi particolarmente areati e freschi.

Poi quando le uve raggiungevano il punto giusto di appassimento venivano pigiate e il ricavato (mosto), con o senza vinacce a secondo del metodo seguito, veniva raccolto in Caratelli (piccola botte di rovere o castagno), dai 15 ai 50 litri, da cui era appena stata tolta la produzione precedente.

Durante questa operazione si lasciava la “feccia” (deposito che si forma sul fondo) che vi si trovava ritenendo che fosse responsabile della buona riuscita del “Vin Santo” tanto da denominarla “feccia madre”.

I Caratelli sigillati (privi di ossigeno) venivano sistemati in luoghi, come i sottotetti, che avessero una forte escursione termica per periodi, di minimo tre anni, fino a 10 anni e oltre. Per sottolineare la preziosità di tale selezione, presa in considerazione ieri e oggi, un dato molto indicativo la evidenzia: da un quintale (100 kg.) di uva fresca si ricavano, all’incirca, soli 25 litri di “Vin Santo”.

Ai nostri tempi nella produzione del “Vin Santo” si seguono tutte quelle regole igienico/sanitarie imposte dai regolamenti produttivi, ma molto della tradizione è rimasto.

Il “Vin Santo” è un Vino Dolce caratteristico della Toscana e dell’Umbria e viene prodotto con Uve a Bacca Bianca di Trebbiano e Malvasia. Il “Vin Santo” può essere sia amabile sia secco. Dato che il mosto del “Vin Santo”, a seguito dell’appassimento, risulta particolarmente concentrato di zuccheri, il grado alcolico che ne deriva supera anche il 19% nei Vini più secchi.

Il “Vin Santo” si può produrre anche con Uve a Bacca Nera di Sangiovese, in questo caso si definisce “Vin Santo Occhio di Pernice”.

Avignonesi Vin Santo Occhio di Pernice 1988. Giorgio Dracopulos. Foto di Giorgio Dracopulos

Il “Vin Santo del Chianti Classico Occhio di Pernice” è un Vino a Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) la cui produzione è consentita soltanto nelle Province di Firenze e Siena.

Uno dei “Vin Santi Occhio di Pernice” più straordinari è quello prodotto da “Avignonesi”.

L’Azienda Avignonesi nasce, a Montepulciano (SI) nel 1974, dalla volontà e la passione dell’omonima Famiglia e attraverso i decenni ha fatto Storia con i suoi Vini e non solo. Nel 2009 l’Azienda è stata rilevata da Virginie Saverys (una nota Avvocatessa Belga) che da subito ha introdotto metodi di coltivazione biologica e dal 2012 ha anche la nuova Cantina alla Tenuta Lodola.

Nel Territorio di Montepulciano l’Azienda “Avignonesi” possiede otto Vigneti in 5 diverse Locazioni (possiede un Vigneto anche nella Zona di Cortona in Provincia di Arezzo).

Il “Cuore di Avignonesi”, a Montepulciano, è la Fattoria Le Capezzine con le sue 4 Parcelle, a 300 metri s.l.m., per un totale di circa 7 ettari e mezzo Vitati: “Stella”, “Stellina”, Vergine” e la famosa e caratteristica “Vigna Tonda”. Si coltivano Uve di Sangiovese, Grechetto, Malvasia e Trebbiano.

Qui si produce (in anni più recenti per rientrare nella D.O.C.) con un preciso e accuratissimo Metodo di Vinificazione il “Vin Santo” e il “Vin Santo Occhio di Pernice”.

Il “Vin Santo Occhio di Pernice” di Avignonesi, anzi dal 1999 con l’apposizione della “Nuova Etichetta” è meglio dire l’Occhio di Pernice Vin Santo di Montepulciano D.O.C., si ottiene esclusivamente dalle migliori Uve di Sangiovese dell’Azienda che appena vendemmiate (esclusivamente a mano e adagiandole in piccole cassette foderate con foglie di vite) vengono poi messe per 6 mesi, nell’appassitoio, su stuoie di giunco.

Successivamente le Uve vengono delicatamente pressate e il mosto ricavato viene versato, a invecchiare per circa un decennio, in Caratelli di rovere da 50 Litri. La fermentazione è estremamente lenta e tutta naturale con l’esclusiva aggiunta del “lievito indigeno”: la speciale “madre” dall’origine centenaria che l’Azienda custodisce con amorevole cura.

Dopo l’imbottigliamento l’Occhio di Pernice può trascorre anche un altro anno prima di essere messo sul mercato.

Avignonesi Vin Santo Occhio di Pernice 1988. Foto di Giorgio Dracopulos

Ho avuto la grande soddisfazione (per non dire estrema gioia) di poter stappare, nel “Trentennale” dalla vendemmia, una Bottiglia da 375 ml. di “Avignonesi Occhio di Pernice 1988” ancora con la “vecchia Etichetta” con Denominazione “Vino da Tavola di Toscana” e prodotto, al tempo, nella Tenuta della Selva. La preziosissima Bottiglia era la numero “0777” delle sole “1313” realizzate nell’Annata: una vera super rarità.

Che dire di questo “Vin Santo” sennonché è semplicemente meraviglioso ed emozionante, incredibilmente ricco, elegante ed equilibrato, dai sentori infiniti e variegati, si caratterizza per una consistenza clamorosamente densa e una lunghissima, avvolgente persistenza.

Consiglio di degustare questa portentosa e mitica “ambrosia” in ampi calici di fine cristallo tipo Cognac a una temperatura di 16 gradi.

Il “Nettare” per gli Antichi Greci era la bevanda dei loro Dei, gli Olimpi, e si riteneva che “donasse l’immortalità”.

Credo che sia decisamente giusto definire il “Vin Santo Avignonesi Occhio di Pernice 1988” un “Nettare degli Dei”, per giunta invecchiato 30 anni.

Giorgio Dracopulos

https://avignonesi.it/it

https://avignonesi.it/it/viticoltura/montepulciano/le-capezzine

https://www.youtube.com/watch?v=ETHzyv9QwVI