guide vino

L’autunno porta sempre con sé il momento di andare a scoprire i risultati delle Guide del vino. Un momento un po’ particolare. Diciamo che settembre ne è il clou perché già i rumors anticipano qualche verdetto e qualche premio, però è dalla fine del mese e con ottobre che iniziano anche le presentazioni delle stesse. Prendo spunto da una guida non italiana (quella degli amici di Falstaff di cui trovate un articolo qui) che mi ha invogliato a una riflessione che continuerà fino alla fine di novembre e che mi vedrà seguire quanto più possibile tutte le presentazioni.

Al momento di andare in stampa, pardon online, con la nostra newsletter settimanale, ho avuto occasione di partecipare agli eventi di DoctorWine e del Gambero rosso. Il primo a Milano, il secondo a Roma. Il pensiero corre su differenti binari che spaziano dal senso dei premi all’attrattiva della formula guida, alle degustazioni.

Guida Falstaff 2026Parto da queste ultime. Per un appassionato come me, le degustazioni delle guide sono sempre un momento per scoprire qualcosa che non ho avuto modo di degustare, conoscere aziende nuove, incontrare vecchi amici e produttori. Un momento del nostro mondo che trovo unico e brioso.

Ma sono anche un’occasione per gli appassionati di poter scoprire e degustare il vino del cuore o farne diventare qualcuno tale. Ho notato anche sempre un maggior numero di interessati a questi eventi e sempre meno coloro che passano per bere qualcosa.

Personalmente avrei bisogno di 24 ore per togliermi tutte le curiosità perché alla fine il tempo manca sempre e resto con quella amarezza di non essere stato in grado di fare tutto quello che mi ero prefissato.

L’altro tema: le guide hanno attrattiva? Se uno giudica le presenze sembra proprio di sì. Sono comunque uno strumento di analisi e di selezione che può aiutare sia l’addetto ai lavori, che l’appassionato che il consumatore. Certo viviamo in un periodo storico nel quale tutta la stampa sta affrontando un cambiamento dovuto ad una carenza di lettori (purtroppo), ma lo strumento in sé rimane molto valido.

Infine, i premi. Chiaro che essendo una selezione qualcuno avrà sempre piacere e qualche altro delusione, però, lo dico per esperienza anche personale, nella degustazione c’è la massima oggettività che evidentemente ha anche parametri differenti tra le diverse anime di chi degusta. Alla fine, sono un acceso sostenitore del sistema guide. Sono uno strumento per tutti i livelli di coloro che vivono il mondo del vino ed anche un metro di confronto per chi produce. Continuo a pensare che è sempre avere le guide con i loro giudizi che non avere la stampa. Perché finché abbiamo la stampa, pur con gli errori, con le differenze, saremo un mondo migliore.

Riccardo Gabriele