Grappolo di Gewürztraminer

L’annata 2024 si distingue come una delle più impegnative per i vignaioli altoatesini, ma anche tra le più promettenti in termini di qualità. Dopo un inverno insolitamente mite e una fioritura precoce, la primavera ha portato gelate e piogge che hanno ridotto le rese, soprattutto per Lagrein, Gewürztraminer e Pinot Grigio.

Schiava, Merlot e Riesling hanno invece retto meglio, come spiegano Hansjörg Hafner, responsabile del settore viticultura presso il Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura dell’Alto Adige, Andreas Huber del Pacher Hof a Novacella in Vale d’Isarco e Martin Lemayr, enologo della Cantina Colterenzio.

Vigneti in Alto Adige

L’enologa Veronika Pfeifer del Pfannenstielhof a Bolzano descrive la nuova annata con tre semplici parole: fresca, fruttata e raffinata.

La vendemmia, iniziata tardi e spesso interrotta dalla pioggia, ha richiesto grande attenzione e lavoro manuale, soprattutto dove la grandine aveva danneggiato i grappoli. In alcune zone, come la Valle Isarco, le perdite hanno raggiunto anche il 70%.

Il 2024 è stato, dunque, un anno difficile per i viticoltori altoatesini a causa del gelo e dell’umidità. Nonostante le difficoltà, la qualità delle uve è rimasta alta. I Pinot – in particolare il Pinot Nero – si distinguono per aromi freschi, colore intenso e una struttura tannica elegante. Le varietà autoctone come Schiava e Lagrein hanno prodotto vini freschi, fruttati e armoniosi, seppur in quantità ridotta.

I vini bianchi dell’Alto Adige, grazie al freddo di settembre, sono particolarmente raffinati, aromatici e longevi, con un tenore alcolico moderato che ne esalta la freschezza.

Vini Alto Adige

In sintesi, il 2024 ha messo a dura prova i vignaioli, ma promette vini eleganti, freschi e moderni, capaci di raccontare una stagione difficile con grande personalità.

Alice Romiti