“San Damiano al Colle è il classico paese di una volta che ha conservato tutto il fascino della tradizione contadina. Si trova su un falso piano collinare ed è caratterizzato da strade strette e case che trasudano storia e cultura della terra”. Così Alessio Brandolini all’inizio dell’intervista nell’azienda agricola che porta il suo nome.
“Tutto ebbe inizio nel 1873 con il mio bisnonno Carlo qui a San Damiano al Colle, dove tuttora la mia famiglia vive; l’attività è stata poi portata avanti sia da mio nonno Aristide, prima, che da mio padre Costante, successivamente, che l’ha condotta fino ad alcuni anni fa, quando, neolaureato, ho assunto la conduzione dell’azienda, pieno di idee ed entusiasmo”. Questa in breve la storia di una famiglia radicata nel suo territorio e dove le idee ed entusiasmo di Alessio si palpano all’istante.
“L’essere cresciuto tra i vigneti mi ha spinto a cercare di migliorare la mia formazione contadina. Laurea in Viticoltura ed Enologia presso la Facoltà di Agraria di Milano, nel 2006, poi, nel 2008 Laurea Magistrale in Scienze viticole ed enologiche, presso l’Inter ateneo di Torino, Milano e Palermo, con una tesi dal titolo “Modelli di preferenza e scelta del consumatore per i vini dell’Oltrepò pavese”. Non poteva che essere quella.
A seguire diverse esperienze formative, come quella nella zona del Chianti Rufina, col Professor Attilio Scienza e viaggi studio formativi in Italia e Francia. Infine il ritorno al “paesello” stracarico di volontà nel dimostrare una esperienza formativa che già si era “assemblata” alla formazione primaria contadina”.
Era arrivato il momento di continuare l’intervista direttamente in vigna.
Scenario tipico “ondulato, mosso” con il Borgo di San Damiano al Colle a vigilare quella parte dell’Oltrepò che s’incunea tra Piemonte, Emilia fino a toccare la Liguria. 10 ettari di vigneti sparsi un pò qua e un po’ là, alla ricerca delle migliori “vene” di terreno per ospitare vitigni locali e non: Croatina, Barbera, Pinot Nero, Riesling (italico e renano), Moscato. Il Pinot Nero è il vitigno simbolo dell’Oltrepò e anche per Alessio che lo destina principalmente alla produzione spumantistica.
Mentre mi fa osservare le specificità dei singoli terreni e la loro natura promiscua, ecco arrivare puntualmente le descrizioni delle pratiche impartite a chi lo aiuta nel lavoro in vigna.
“Alta densità d’impianto: alto numero di ceppi per ettaro in modo da aumentare la competizione tra i ceppi e ridurre la quantità di uva per pianta (con conseguente maggiore concentrazione di polifenoli e zuccheri); diradamento: viene eliminata una parte del raccolto in modo da diminuire la produzione per ceppo; inerbimento permanente (serve ad aumentare la competizione tra il manto erboso e i ceppi di vite in modo da ridurre la produzione e prevenire il pericolo di erosione del terreno)”.
“Andiamoci a rinfrescare un po’ in cantina” suggerisco, vista la calura insopportabile di questo pomeriggio estivo.
Entriamo nel luogo dove il vino prende forma e gli spumanti riposano sui lieviti. Alessio continua il racconto: ”criomacerazione: abbassamento della temperatura fino 8° – 5° in modo da aumentare l’estrazione di sostanze aromatiche (36-48 ore); fermentazione a bassa temperatura: 12° – 14° nei bianchi, 16° – 20° nei rossi, in modo da preservare le sostanze aromatiche; lunghe macerazioni: contatto tra bucce e mosto, dai 20 giorni dei vini frizzanti ai 40 giorni delle riserve. Infine, affinamento in botte e in bottiglia. Nascono così i miei vini, anche quelli destinati alla rifermentazione e addivenire spumanti”.
Gli assaggi
Allora assaggiamoli: 9 vini in simbiosi con 9 etichette simili a indicare, a prima vista “quelli sono i vini di Alessio Brandolini, unici.
– Luogo d’Agosto Metodo Classico. Pinot Noir 100%. 36 mesi sui lieviti. Ho assaggiato questo spumante ben due volte per darne un giudizio più attento. Dico subito che l’impressione è stata positiva. Versione solida, severa, con una bella materia prima. Ottimo, 89/100
– Note d’Agosto Rosé. Metodo classico. Pinot Noir 100%. 3 gr/l, 36/40 mesi sui lieviti. Di solito i rosé hanno un percorso più “corto” nella fase di affinamento. Questo di Alessio vuol essere un rosé che possa esprimere la logica del territorio e del vitigno. Lo definirei “misterioso”. Al palato la finezza si associa alla tensione minerale. Diverso. Ottimo, 89/100
– L’Attimo. Metodo Martinotti. Pinot Nero 80% e Chardonnay 20%. Fruttato con il timbro salino dl territorio. Movimentato come un Martinotti sa essere. Di facile beva. La risposta dell’Oltrepò al Prosecco. Ottimo 87/100
– il Bardughino 2018. Malvasia di Candia. Il vino rimane sulle fecce fini fino al momento dell’imbottigliamento, che avviene dopo circa 10 mesi. Riposa in bottiglia per un minimo di 6 mesi. Un vino tutt’altro che vino semplice. Nitido e ampio. Una bella scoperta. Ottimo, 87/100
– Il Cassino Bonarda 2019. Croatina 100%. Il vino lasciato in vasche d’acciaio per alcuni mesi e quindi imbottigliato. Il “frizzantino” che ti conquista. Il vino delle osterie pavesi da abbinare alle merende fatte con i salumi del territorio. Vecchie reminiscenze giovanili. Splendida bonarda da bere tutta di un fiato. Ottimo 87/100
– il Pozzo 2018. Barbera 100%. Il vino viene affinato in botti di rovere francese per 10 mesi, in vasca di cemento vetrificato per una anno, in modo da stabilizzarsi naturalmente, senza l’utilizzo di chiarificanti.
Riposa in bottiglia per un minimo di 6 mesi. Appena imbottigliato. Una Barbera diversa in controtendenza alle ultime vinificazioni. Riacquista il suo significato primitivo. Ottimo 88/100
– Al Négres. Pinot Noir 100%. Il vino viene affinato in tonneaux di rovere francese per 12 mesi in modo da stabilizzarsi naturalmente senza l’utilizzo di chiarificanti e riposa in bottiglia per un minimo di 10 mesi. Nel contesto pavese questo Pinot Nero ha una interpretazione ispirata ed elegante. E se andrà atteso un po’ più a lungo adesso diffonde un piacere segnale di garanzia. Ottimo, 89/100
Inoltre ho assaggiato: il Soffio, croatina di facile beva e il Beneficio, vino riserva assemblaggio tra croatina e barbera.
“Beppe Pasciutti, artista originario della Lomellina, è l’autore delle originali etichette che caratterizzano i miei vini. Il cielo, la terra e l’acqua, l’inserimento successivo dei colori d’autunno in terra d’Oltrepò, i triangoli, che alludono al superamento dei caratteri originari e quindi al divenire delle cose, completano esteticamente il tutto. Un richiamo ad artisti come Joan Mirò, esponente del Surrealismo”. L’ultimo pensiero di Alessio Brandolini a chiusura dell’intervista.
“Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico”. Cit. Molière. Chapeau!
Urano Cupisti
Intervista e assaggi effettuati il 4 agosto 2020
Azienda Alessio Brandolini
Fraz. Boffalora 68
San Damiano Al Colle (PV)
Tel.: +39038575232
Cel.: +393391619222