Et voilà les jeux sont faits
Avrei voglia di lasciar tutto e cambiare vita. Quante volte abbiamo sentito dire questa frase. Magari lasciare posti di lavoro e posizioni dirigenziali molto remunerate e cancellare tutto come una scritta di gesso su di una lavagna. Et voilà, les Jeux sont faits. E cambiare lavoro, farne uno impensato, frutto di un desiderio recondito, di una quasi inaccessibile profondità.
E nel mondo del vino di storie nate da “Et voilà, les Jeux sont faits” ce ne sono tantissime… Ovvero lascio tutto e vado a vivere in campagna.
Daniel Vollenweider, svizzero, lascia la madre patria, il lavoro, tutto e, con un sogno nel cassetto della propria memoria, si trasferisce in Mosella, nella Mittel Mosel, a Traben-Trabach, due paesini che occupano i due lati del fiume e ne costituiscono un solo Comune. Luogo pieno di fascino e charme, una ricchezza composta da affascinanti architetture del periodo “belle Epoque” rendendola romantica. Luogo ideale per un sognatore in cerca di nuovi stimoli, motivazioni al limite delle provocazioni interiori.
Acquista un ettaro di vigna eroica quasi dimenticata sul lato sinistro della Mosella, con alte reben (vigne vecchie) di 80 anni. Oggi ne possiede 7,5 di ettari in tre luoghi diversi. Wolfer Goldgrube, Schimbock e Krover-Steffen. Ma il suo amore resta il vigneto Wolfer Goldgrube da cui riesce a trarre il Riesling considerato, non solo da lui, il migliore.
Viticoltura biologica, viti a piede franco e rigorose vinificazioni senza affinamenti in legno. E le annate migliori emergono in tutta la loro naturalezza, franchezza e autenticità.
Mi riceve di buon mattino nella sua Weingut posta appena fuori dell’abitato. Spettacolare è la pergola che ti accompagna all’abitazione. Ovvio che si tratta di vecchie piante di Reisling: l’introduzione agli assaggi.
La sala degustazione molto semplice con i colori e i loghi dell’Associazione alla quale Daniel appartiene: Klitzekleine Ring che poi si identifica con una manifestazione annuale che si svolge proprio a Traben-Trarbach. Perfino le sedie riportano la croce bianca su fondo celeste.
Prepara ben 9 assaggi, vini da uve provenienti da tutti e tre i suoi vigneti. Riporto 4 assaggi, i più significativi, ricordando anche gli altri limitandomi ai voti.
GoldGrube 2014. Paglierino, Note varietali di resina e fruttato ben evidente. Al palato una spinta acida accompagnata da evidente sapidità. Ritorni olfattivi fruttati. Un buon inizio per comprendere la linea aziendale. Voto 87/100
Goldgrube Auslese 2015. Uve botrizzate e residuo zuccherino intorno ai 150 gr/litro. Oro brillante. Consistente con rilascio di archetti fitti sul bevante. Naso complesso con splendidi aromi di frutta sciroppata su di un letto di mineralità che inizia ad essere evidente. Il Riesling da meditazione. Struttura con acidità e sapidità che mitigano la dolcezza. Lungo. Ancora giovane per entrare nel mondo delle eccellenze ma, se diamo tempo al tempo… Voto 89/100
Goldgrube Spatlese 2007. Paglierino tendente al dorato per questo eccellente spatlese fatto con uve alte reben provenienti dal vigneto più amato: Wolfer Goldgrube. Naso intenso e complesso su note fruttate e minerali non invasive. Al palato equilibrato dove la dolcezza è mitigata dalla vena fresco-sapida. Finale persistente e voto nell’eccellenza. Voto 91/100
Goldgrube Spatlese 2004. Tre anni più anziano del precedente eppure non dimostra assolutamente l’età. La vendemmia lo agevola. Perfetto in tutti i suoi aspetti sensoriali. Un Riesling del quale è faccile innamorarsi. Voto 93/100
Inoltre ho assaggiato:
Falsenfest 2015. Buono. (86/100),
Wolfer 2014 Buono. (86/100),
Schimbock 2013 Ottimo. (88/100),
Goldgruber 2015 Kabinett Ottimo. (88/100),
Goldgrube 2015 Spatlese Giovane per meritarsi l’eccellenza. Ottimo da seguire nella sua evoluzione in bottiglia.(89/100)
È contento, felice Daniel. I suoi occhi ridono e sono l’espressione della sua buona scelta di vita. Indietro non si torna: Le jeux sont faits, rien ne va plus! Chapeau!
Urano Cupisti