Banco d’Assaggio “Corriere del Vino” n° 2

Il secondo Banco d’Assaggio del Corriere del Vino ha visto come protagonisti cinque vini da vitigni autoctoni e due intrusi di cui uno molto particolare, di quelli che difficilmente beviamo, proveniente dalla Moldavia.

Anche il secondo intruso, da monovitigno internazionale, ci ha impegnato nel trovarlo.

Il Tema della serata è stato di quelli un po’ discussi. Sono emersi dei distinguo sul termine Autoctono  ancor prima di iniziare poi dissipati visto che non poteva esserci discussione sui campioni presentati: Autoctoni Veri, varietà di vite coltivata nella stessa zona storica di origine del vitigno stesso  non trapiantata da altre aree”.

Vediamo come è andata:

COS Frappato 100% 2014. Il vino di Giambattista Cilia e Giusto Occhipinti ottenuto da una conduzione agricola biodinamica e un percorso improntato al biologico, ha aperto una discussione in riferimento ai contenitori usati: Anfore di terracotta e vasche di cemento. Vino diverso che sotto certi aspetti ci ha sorpreso e alla fine è rientrato tra quei vini particolari che li ricordi proprio per questo. Voto 83/100

Lirica Primitivo di Manduria 2013, Produttori Manduria Primitivo. Quello che si definisce un buon primitivo. La Cantina Produttori di Manduria da sempre fa vini semplici e piacevoli come questo “pulitissimo” primitivo. Voto 85/100

Teroldego Maso Bergamini 2012. Biologico certificato. Un Teroldego schietto inconfondibile che ci è piaciuto per la sua semplicità e territorialità. Voto 85/100

Freifeld Cantina Produttori Cortaccia Lagrein 2004. Da subito ci ha colpito la sua longevità. Lagrein di circa 12 anni nella fase della maturazione avanzata snza difetti ne fasi di decadimento. Voto 88/100

Le Rus se Ghine Az. Bruna Rossese 2003. La dimostrazione di come un semplice rossese fatto bene possa raggiungere 13 anni d’età. Il colore ha tradito la sua longevità ma l’esame olfattivo e gustativo ha donato un vino sorprendente e di tutto rispetto. Voto 83/100

Basilisco Aglianico del Vulture 2002. Un gran bel vino che ci ha ricordato come il vitigno aglianico riesca a dare, da queste parti, vini complessi e longevi. 14 anni e non dimostrarli. Ancora tanta strada di fronte. Voto 88/100

Primo Intruso: Dedicato a Walter Cabernet Franc 100% Az. Poggio al Tesoro. Da monovitigno internazionale, espressione di una particolare ricerca per ricordare Walter Allegrini, il fondatore dell’Azienda. Semplicemente eccellente. Un grande intruso. Voto 91/100

Secondo intruso: Negru de Purcari, Cabernet Sauvignon 75%, Saperavi 25%, Rara Neagra 5%. Moldavia. In Inghilterra questo vino viene chiamato Regina d’Inghilterra per la particolare richiesta da parte delle Regina Elisabetta di averlo alle “cene ufficiali”. Il Cabernet Sauvignon la fa da padrone relegando le altre due uve, una autoctona e l’altra georgiana, a comprimarie. Un gran bel vino. Voto 90/100

Vini da vitigni Autoctoni: un Banco organizzato sulla base di una scelta cautelativamente suggerita e di fatto segnata dal compromesso sulla definizione stessa di autoctono però condivisa dopo le analisi finali che ci hanno visto concordi sui voti.

Urano Cupisti