“il naufragar m’è dolce in questo mare di Champagne” (Parte terza)

I vigneti sono dappertutto. La strada apre, separa, fende le vigne: navigo in un mare di chardonnay. Mi trovo nel cuore della Côte des Blancs a Le Mesnil sur Oger. I colori pastello delle poche case, circa mille abitanti per quasi cinquecento coltivatori. Una indagine recente ha stimato che ogni abitante, inclusi anche i bambini e neonati, ha a disposizione 13 bottiglie di Champagne al giorno. Novello Giacomo Leopardi mi vien da esclamare che “il naufragar m’è dolce in questo mare di Champagne”.

Sono atteso dalla Maison Philippe Gonet, presente in oltre venti paesi nel mondo. Conobbi Chantal Gonet durante un Vinitaly di qualche anno fa presso lo stand del loro inportatore e distributore italiano. Gentilissima nel comunicare mi raccontò la storia dell’azienda non dissimile dalla maggioranza delle altre. Il padre che lascia ai figli che accettano di continuare “la fantastica avventura”.

Fratello e sorella, quasi coetanei, che nel prendere in consegna il testimone continuano nel solco della tradizione onorando con la loro opera le sei generazioni di agricoltori e produttori di vino che li hanno preceduti. Pierre e Chantal, contrastanti ma con personalità complementare, condividono una visione comune: fare di Champagne Philippe Gonet un must di Mesnil riconosciuto a livello mondiale per l’alta qualità dei suoi spumanti che esprimono la ricchezza, purezza, e le sfumature di mineralità del loro terroir: Le Mesnil-sur-Oger.

L’idea più diffusa fuori dalla Champagne è che tutto il territorio sia dominato esclusivamente da 20 grandi aziende per i loro numeri clamorosi, straordinari ed eccezionali. Questa tesi si infrange di fronte a Maison dalle dimensioni di Philippe Gonet dove il concetto familiare che ne è alla base ne fa la differenza in positivo.

Mi riceve Pierre e dalla stretta di mano capisci che è un uomo della terra, vigneron e chef de cave contemporaneamente. Insieme entriamo nella parte antica della cantina e scendiamo nella “storia”, negli angoli delle vecchie annate custodite gelosamente nei piccoli anfratti ricavati nel gesso. Dopo aver percorso le numerose gallerie che costituiscono “il ricordo” risaliamo nella sala degustazioni dove ci raggiunge la sorella  Chantal ed iniziamo ad assaggiare una gamma consistente di spumanti da loro prodotti. Qui si parla una sola lingua: lo chardonnay.

Questi i miei assaggi più significativi:

Signature Blanc de Blancs Brut, la cuvée della Maison. Chardonnay provenienti da diversi vigneti in un assemblaggio con 36 mesi sui lieviti. Adatto a tutto pasto. Elegante, con perlage intenso e fine. Al naso ritrovi lo chardonnay e il suo fruttato accompagnato da note burrose e di lieviti. La freschezza richiesta in uno champagne di questa fascia con una persistenza medio-lunga. Voto Vinovagando nella Champagne

Roy Soleil Blanc de Blancs Grand Cru. Un omaggio al Re Luigi XIV. Preparato con affinamento di 6 mesi in tonneaux, continua dopo la presa di spuma a sostare sui lieviti per 36 mesi per proseguire l’affinamento in bottiglia nelle cave della Maison per tre anni. Uno champagne dal naso fine ed elegante che si apre con note di frutta candita (agrumi, albicocca) e pan speziato. Il tonneau nella fase di preparazione gli cede una ricchezza di sapori straordinari. Bocca piena. Offre una bella freschezza e una lunghezza degna dei più grandi champagne. Voto Vinovagando nella Champagne

Blanc de Blancs Millésime de coeur 2007. Altro grande champagne d’eccellenza. Una vendemmia eccezionale. Oggi possiamo affermare che il millesimo 2007 ha acquisito una bella maturità. Al naso note di boulangerie e frutta secca sostenute da aromi di fiori d’acacia. Al palato la carbonica fine accarezza la lingua e le note minerali ricordano con piacevolezza il terreno dell’Ogier. Questo champagne fa capire che avrà una grande longevità. Voto Vinovagando nella Champagne

Extra Brut Blanc de Blancs dosaggio zero.   L’ultimo nato in casa Gonet. Provenienza delle uve dai vigneti di Le Mesnil, di Montgueux (una piccola enclave vicina alla città di Troyes) e da vigneti di proprietà nell’Aube.  Al naso senti lo chardonnay. Palato morbido con ritorni fruttati maturi. Senza aggiunta di solfiti. Voto Vinovagando nella Champagne

Belemnita 2004 Blanc de Blancs Grand Cru.  Una couture d’epoca. Da vecchie vigne, alcune del 1929, di Le Mesnil-Grand Cru.  Questo vino prende il nome dai fossili, becchi Belemniti, che si trovano nel terreno gessoso di Mesnil (latino Belemnita Quadrata) sedimentato nell’era terziaria. Questo prodotto è l’espressione più pura della grande terra di Mesnil-sur-Oger. Ha riposato almeno sei anni sui lieviti al centro della cave a temperatura costante (12 ° C). Ė un extra-brut (meno di 3gr/lt) che viene prodotto solo in annate con caratteristiche eccezionali. L’ho potuto apprezzare ancor di più, dopo averne acquistato una bottiglia, al rientro. 60 mesi sui lieviti con il risultato di estrema finezza al naso dove note di boulangerie si uniscono a quelle agrumate. Al palato molto equilibrato e persistente con retrolfattivi che richiamano il pane tostato. Eccellente, Voto Vinovagando nella Champagne

Stile impeccabile in ogni champagne Philippe Gonet a dimostrare che la volontà e la passione contano, eccome.

Urano Cupisti