Con Luis von Dellemann

La tenuta di riferimento è Tenuta Löwengang dell’Azienda Alois Lageder nei pressi di Magré-Alto Adige. Terreni sabbiosi, ghiaiosi e molto calcarei. Se poi aggiungiamo l’idroclima della Bassa Atesina, dei venti del nord, dell’altitudine (230-330 metri s.l.m.), il terroir risulta perfetto.

Perfetto e ideale soprattutto per i vitigni cosiddetti internazionali presenti in Alto Adige da più di cento anni. Carmenère, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e più recentemente Petit Verdot per i vitigni a bacca nera e Chardonnay, Sauvignon Blanc per quelli a bacca bianca. Non a caso quella specifica fascia pedemontana sulla destra del fiume Adige (sinistra per chi viene da sud), è stata denominata fascia bordolese del Sud Tirolo.

L’occasione della verticale Löwengang Cabernet è successa durante l’annuale Evento che si svolge nel piccolo borgo altoatesino di Magrè denominato Summa ’16, la manifestazione ideata e voluta da Alois Lageder per far incontrare i produttori biodinamici di mezza Europa. Ad arricchire la ghiotta occasione della verticale la presenza di Luis von Dellemann per molti anni enologo dell’Azienda.

Ben 45 annate, vendemmie nell’arco di nove lustri a scandire, con il suo stile inconfondibile, non solo la Storia vinicola Lageder ma quella di tutto l’universo enoico dell’intera Provincia di Bolzano.

“Io ho la testa brulicante di idee e spesso tenderei ad essere impulsivo- ha affermato Alois Lageder descrivendo il rapporto con Luis von Dellemann- mentre lui è un uomo cauto e riflessivo, ma sempre aperto alle novità”. Così lo è stato quando a settant’anni suonati trovò la forza e l’entusiasmo ragionato di gettarsi nell’avventura della coltivazione biodinamica.

Ci troviamo in una stanza del Palazzo Antico adiacente la nuova Cantina. Luis von Dellemann parla delle sue “creature”che ha di fronte.  8 campioni di “Rarum”  Cabernet Löwengang. Un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Carmenère le cui percentuali variano di anno in anno per l’ottenimento dell’eccellenza.

“Rarum”  Cabernet Löwengang 1995. Eccellente. 21 anni ma sempre in grande forma. L’olfatto con la sua grande complessità, è stato il momento magico della degustazione di questo campione. Ancora perfetto senza cedimenti

“Rarum”  Cabernet Löwengang 1998. Buono tendente all’ottimo. Un campione stanco, ormai avviato alla naturale decadenza. Ancora vibrante al palato per la presenza attiva della sua acidità.

“Rarum”  Cabernet Löwengang 1999. Eccellente. Aiutato dalla buona vendemmia di questo millesimo. Ancora perfetto connubio naso-bocca e persistenza sempre lunga.

“Rarum”  Cabernet Löwengang 2001. Ottimo. Non raggiungerà molti anni a venire. Il massimo lo ha dato. Non sarà ricordato nel tempo

“Rarum”  Cabernet Löwengang 2003. Buono. A mio giudizio il più debole dell’intera batteria. Si denotano già segnali di presto decadimento.

“Rarum”  Cabernet Löwengang 2004. Ottimo-Eccellente. Buona rispondenza naso-bocca. Ulteriore affinamento riserverà eccellenti sorprese. Da riassaggiare nel tempo.

“Rarum”  Cabernet Löwengang 2007. Eccellente. Come la vendemmia. Ancora giovane, entrato da poco nella sua maturità. Non può che migliorare. Chapeau!

“Rarum”  Cabernet Löwengang 2011. Eccellente. La prima vendemmia biodinamica di Luis von Dellemann. Il motto che ormai ho sposato da tempo, “un vino prima di tutto deve essere buono” , si accosta a questo campione e sapere che la conduzione in vigna è stata regolata dai principi della biodinamica non può che rallegrare. L’anziano enologo, a questa mia espressione, mi osserva e annuisce. Forse, anche lui, è d’accordo sulla mia posizione? Chissà.

La degustazione è terminata. Luis von Dellemann stringe le mani di ognuno dei presenti chiedendo le sensazioni percepite negli assaggi. Quasi a raccogliere consigli per migliorare il prodotto nel tempo, nonostante che abbia ceduto il testimone ad un successore più giovane.

Mi piace concludere con le parole di Alois Lageder: “Quando penso a lui me lo immagino sempre in cantina con un calice in mano, mentre passa di botte in botte a saggiarne sapientemente il contenuto, controllando che si sviluppi alla perfezione. La cantina, del resto, è sempre stato il suo grande amore”

Urano Cupisti