Per capire la sua missione

“Col d’Orcia significa Colle sul fiume Orcia e indica il luogo dove sono piantati i vigneti da cui nascono i nostri vini”. È iniziato così il colloquio  con il Conte Francesco Marone Cinzano, intorno ad un tavolo tondo, nella sala degustazioni della Tenuta Col d’Orcia  a Montalcino.

L’occasione la ormai tradizionale verticale dei suoi vini in occasione della manifestazione annuale, che si svolge nella terza decade del mese di febbraio, denominata Benvenuto Brunello.

“Ricordo volentieri il nostro stretto legame con il territorio coltivato dal 2010 secondo le regole dell’agricoltura biologica”.

È sembrato all’inizio essere partecipi di una piece teatrale con tanto di narratore non fuori campo ma conduttore e primo personaggio. In effetti non è stato così. Il conte è un appassionato di questo suo lavoro e ama ricordare sempre la storia aziendale e la filosofia applicata: ovvero la missione a Col d’Orcia.

“La missione di Col d’Orcia, guidata dall’esperienza degli uomini e alimentata dalla passione e dall’entusiasmo è produrre artigianalmente i migliori vini che si possono ottenere dall’eccezionale combinazione del suolo e del clima di questa particolare zona di Montalcino”.

Sempre alla ricerca della precisione e della netta espressività dei suoi vini usando una chiave interpretativa al passo dei tempi con un’accesso immediato senza fronzoli.

“Accurata gestione del suolo, selezione clonale, bassa resa per ettaro, rigorosa cura manuale delle uve consentono ai vigneti di esprimere al meglio le straordinarie potenzialità ambientali della zona”.

La missione in vigna perchè è lì che nasce il vino. Sicuramente importanti anche le fasi della vinificazione ma se l’uva è sana i successivi passaggi, stadi saranno molto più semplici e il risultato finale eccellente.

La “verticale” 2017 ha voluto rimarcare le vendemmie decennali partendo dalla lontana 1967 per arrivare alla 2007. Cinque annate che hanno racchiuso nello spazio-tempo vintage ritenute eccellenti (cinque stelle), ottime (quattro stelle) o semplicemente buone (tre stelle).

Non poteva mancare l’assaggio di un Rosso di Montalcino. È stata proposta l’annata 2010 a dimostrare la longevità di un vino che ha fatto un percorso diverso e destinato al consumo in un arco di tempo relativamente breve.

Brunello di Montalcino vintage 2007 (cinque stelle). Note aziendali: Inverno mite e poco piovoso. Una temperata stagione estiva è stata preceduta da caldi mesi primaverili. Benefiche piogge alla metà di Agosto hanno condotto ad una regolare epoca vendemmiale. Color rubino luminoso con riflessi granati. Ha ruotato nel calice lasciando lacrime copiose. Naso con sfumature olfattive scure su una miscela di more e confetture per poi aprirsi a ventaglio sugli speziati, radici, foglie secche. Palato importante sia per la struttura tannica che per la vena fresco-sapida. Il tutto supportato da  morbidezze evidenti, in particolare l’alcolicità. Persistente. Eccellente. Voto 94/100

Brunello di Montalcino vintage 1997 (cinque stelle). Note aziendali: Un germogliamento un po’ tardivo è stato recuperato prima dell’estate. Una forte gelata ad Aprile (la prima in 15 anni) ha ridotto seriamente la quantità, conducendo ad una vendemmia molto anticipata e con gradazioni elevate. Granato. Consistente con glicerine depositate sulla parete del bevante. Naso ammaliante con reflui continui di fruttati e speziati che si alternano nel verticale. Sorso pieno con un finale caratterizzato da un tannino nobile. Eccellente. Voto 94/100

Brunello di Montalcino vintage 1987 (tre stelle). Note aziendali: Estate siccitosa, con temperature su livelli superiori alla media. Il periodo della raccolta è stato preceduto da piogge che hanno consentito solo una sufficiente maturazione delle uve. Granato con lampi mattone. Naso decisamente inferiore ai precedenti, addolcito da sensazioni di more stramature. Sorso caratterizzato da ossidazioni in evoluzione e dall’eccesiva morbidezza. Persistenza media. Buono, Voto 87/100

Brunello di Montalcino vintage 1977 (cinque stelle). Note aziendali: primavera regolare, estate calda con alcune piogge, autunno temperato. Buona maturazione delle uve. Epoca di vendemmia regolare. Il risultato è andato oltre le aspettative rispecchiando le note aziendali. Travolgente per carattere e spessore. Come si dice dalle mie parti: un gran bel vino. Eccellente. Voto 91/100

Brunello di Montalcino vintage 1967 (quattro stelle). Nell’assaggio di questo “vecchio” il pensiero è andato alle sue vigne calde rivolte a sud, battute dai venti che soffiano dal mare, che hanno forgiato un superbo fuoriclasse. Vale la pena ricordare l’ancor perfetto equilibrio e la persistenza di tutto rispetto. Nessun voto, ma rispetto nella meditazione.

Particolarmente interessante è stato l’assaggio del Rosso di Montalcino vintage 2010. Scenario fitto di bacche rosse con intriganti nuances di cannella, chiodi di garofano e ginepro. Piacevole finezza al palato, grande equilibrio gustativo, tannini compatti. Ottimo, Voto 89/100

Venire a Col d’Orcia è sempre un avvenimento.  Dialogare con il Conte Francesco Marone Cinzano è ogni volta  piacevole. I suoi racconti mai banali, ricchi di passione, partecipazione e ia scelta biologica che si inserisce appieno nello spirito che lo contraddistingue. Chapeau!

Urano Cupisti