Avete mai provato l’emozione di aprire la cassetta della posta e trovare una busta di carta preziosa, chiusa con la ceralacca, che non fosse una partecipazione di un matrimonio???

La mia giornata è iniziata proprio così, con una dolce sorpresa… aprire la busta e scoprire con immenso piacere che si trattava di un invito ad incontrare Chateau Mouton Rothschild 1979.

Il vestito più elegante, l’orologio più prezioso, il profumo che non tradisce e tantissime aspettative per una serata esclusiva. Emozionato come un quindicenne al primo appuntamento, con il cuore in gola e con largo anticipo, nell’attesa dell’incontro, mi siedo e inizio a pensare alla sua storia…

Chateau Mouton Rothschild, pur essendo unico per lunghezza e brillantezza della storia, infatti i suoi vigneti erano già conosciuti nel XVIII secolo e nei primi anni dell’Ottocento quando il suo nome era Chateau Brane-Mouton, è il più giovane Premier Cru del Medoc, lo diventa infatti solo nel 1973.

Nota particolarità di questo Chateau è quella di avere l’etichetta di questo vino illustrata ogni anno da un artista contemporaneo, fin dal 1945, quando il Barone Philippe de Rothschild decise di commemorare gli alleati dedicandogli l’etichetta illustrata con la lettera V in segno di vittoria.

Nel 1988, dopo la morte del Barone Philippe de Rothschild, fu sua figlia, la Baronessa Philippine de Rothschild, a ereditare questo tesoro che ha ampliato e modernizzato, mantenendo la storica filosofia ed il motto “Premiere je suis, Second je fus, Mouton ne change!” (primo, lo sono. Secondo lo ero prima. Mouton non cambia).

L’assaggio

Mentre sono immerso nei miei pensieri, una carezza sulla spalla mi riporta alla realtà… e mi trovo di fronte l’amico Mouton Rothshild 1979, nella sua veste di aristocratico quarantenne!

Rosso granato, con unghia aranciata di bella vivezza, nel calice risulta consistente, è già bello da vedere anche se a me piacciono le donne!

Al naso è molto intenso, con un bouquet ampio che ci ricorda una rosa rossa appasita, delle ciliegie sottospirito, dei mirtilli molto maturi che ci portano direttamente nel sottobosco con funghi e tartufi, una nota balsamica importante e quel 9% cabernet franc che si sente tutto in un prepotente peperone e una sottile foglia di pomodoro. Chiudono delicate note di tabacco, cuoio e  spezie pregiate.

Al sorso è morbido, avvolgente, sinuoso con un tannino perfettamente integrato, equilibrato, molto intenso e molto persistente, di qualità eccellente.

L’incontro è stato molto piacevole, tra due veri gentleman. Ho avuto la fortuna di incontrarlo in diverse annate e devo dire che la ’79, sebbene da molti sia considerata un’annata minore, consiglio di stapparla perché è nel pieno della sua evoluzione.

Come due vecchi amici ci congediamo con una vigorosa stretta di mano, augurandoci di vederci presto, magari con qualche anno in più sulle spalle! Voto: 97/100

Emiliano Penco