Sei territori diversi e distanti tra loro rappresentati da sei vini. Storia di un Banco d’Assaggio, uno SpecialBanco
Territori di due grandi paesi di tradizione viticola ed eredi diretti della civiltà del vino. Chianti Classico, Langa, Bolgheri ed Alto Adige per l’Italia, Borgogna e Costa del Rodano settentrionale per la Francia. Un Chianti Classico, una (un) Barbera d’Alba, un Supertuscan, un Cabernet per l’Italia, un Côte de Nuits e un Côte du Rhone per la Francia. Sei vini che hanno voluto rappresentare i sei territori di provenienza nelle loro specificità.
La scelta non è stata casuale ma mirata per meglio capire le potenzialità, a volte nascoste o meno conosciute, di queste zone.
Quando si parla di Toscana si parla principalmente di Chianti e quando si vuol ricordare la sua zona maggiormente vocata si parla del Chianti Classico, quello rappresentato dal simbolo del Gallo Nero. Di solito si ricordano i vini provenienti dai Comuni di Greve in Chianti, Radda in Chianti e Gaiole in Chianti. Si ricordano meno quelli di Castelnuovo Berardenga, posto al limite sud della Denominazione. Diversi, di temperamento dissimile, con dinamiche gusto-olfattive differenti dagli altri.
Quando si parla di Langa immediatamente si ricorda i “grandi” Baroli, Barbareschi, Roeri e i Dolcetti. Poi a seguire le Barbere (Asti e Alba) il vitigno piemontese più diffuso a livello regionale che trova eccellenti espressioni proprio nella valle del Tanaro.
Quando si parla di Bolgheri è la storia mista a leggenda del Sassicaia che ci ricorda la vocazione di questo territorio al “taglio bordolese”.
Quando si parla di Alto Adige si pensa ai suoi eccellenti Bianchi (Riesling, Gewurztraminer, Sylvaner, Kerner, Gruner Veltliner) e ai Rossi ( Lagrein, Schiava nelle differenti tipologie, Pinot Noir). Recentemente anche i vitigni “internazionali” coltivati da lungo tempo, “marcano il territorio” elevandosi al rango di “rappresentanti” a pieno titolo. In particolare gli Chardonnay, i Sauvignon Blanc, i Merlot e i Cabernet (espressione felice di questi luoghi che accomuna Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc).
Quando si parla di Bourgogne, da sempre sinonimo di vini eccellenti prodotti principalmente con Chardonnay (bianchi) e Pinot Noir (rossi), si deve necessariamente fare dei distinguo per le zone maggiormente vocate: Côte de Nuits o Côte de Beaune, parte settentrionale, centrale o meridionale delle Côtes, Grand Cru, Premier Cru, Appellation Village o semplicemente Bourgogne. Certo un Clos de Vougeot Grand Cru lo ha rappresentato al top.
Quando si parla di Côtes du Rhone ci riferiamo all’area del fiume Rodano compresa tra le città di Lione e Avignone. Restringendola tra le città di Vienne a nord e Avignone a sud. Ma esiste una fascia intermedia di decine di chilometri senza viticoltura che di fatto divide la Côte in due aree, settentrionale e meridionale, dissimili in tutto tra loro. Solo il Syrah, il vitigno dominante, le unisce.
I vini prescelti e presentati per l’analisi sensoriale agli assaggiatori dello SpecialBanco del Corriere del Vino sono stati:
Castello di Bossi, Chianti Classico 2003, Castelnuovo Berardenga, Sangiovese 100%. Granato con ancora riflessi luminosi. Buona consistenza e glicerine fitte. Naso intenso e complesso su tonalità di ciliegia nera, frutti di bosco, spezie. Al palato equilibrato con tannini rotondi. Buona persistenza. Voto 88/100
Barbera d’Alba 2008. Azienda Negro, Monteu Roero. Barbera d’Alba 100%. Non classificato perché difettoso
Clos de Vougeot Grand Cru 2011. Chateau Marsannay. Pinot Noir 100%. Rubino luminoso scarico. Frutto maturo ben definito con contorni di violette. Principesco l’uso della barrique che dona spezie e tabacco. Fresco e persistente. Alla base un gran lavoro di cesellatura. Voto 94/100
Guidalberto 2006 della Tenuta San Guido, Bolgheri. Cabernet Sauvignon 60% e Merlot 40%. Il secondo vino dell’Azienda. Rubino che cede il passo al granato. Nette le sensazioni olfattive che fanno di questo vino un eccellente vino. Palato da scoprire ad ogni sorso. Ha solo un difetto: avere davanti a se un mito di nome Sassicaia. Voto 92/100
Côtes du Rhone 2013 del Domaine Delas. Tournon sur Rhone. Prevalentemente Syrah con aggiunta di Grenache. È il vino base aziendale. Giovane, troppo giovane. Rubino con veste purpurea, frutta in abbondanza e terziari ancora da sviluppare. Al palato scomposto con tannini vivi. Voto 86/100
Cabernet 1999. Sanct Valentin San Michele Appiano. Cabernet Sauvignon in prevalenza e Cabernet Franc. Un vino che l’Azienda indica con un potenziale di invecchiamento intorno ai 10 anni. Questo campione di ben 17 anni ha ottenuto il plauso di tutti per la longevità acquisita. Colore granato con bagliori sul mattone. Naso decisamente complesso con ancora ottimi fruttati che hanno lasciato il passo ai terziari alcuni dei quali in chiaro avanzamento. Palato senza alcun cedimento. Equilibrato con tannini veramente nobili. Persistente. Come spesso si afferma: meglio in bocca che al naso. Un gran bel “vecchio”. Voto 90/100 strameritato.
Ancora una volta il principio che vuole il mondo del vino proponente una serie infinita di tipologie di degustazione, è stato rispettato. Territori diversi, lontani tra loro per vini che ne raccontano la storia con umiltà. E i banchi d’assaggio del Corriere del Vino a scoprirli.
Urano Cupisti