La denominazione in onore del Conte Ugo Contini Bonacossi, per lungo tempo alla guida dell’azienda

Chi Vi scrive ha avuto il piacere e l’onore di essere invitato presso la Tenuta di Capezzana per la presentazione della nuova etichetta della casa, un Sangiovese in purezza, prodotto solo nelle annate migliori, denominato “UCB” in onore del Conte Ugo Contini Bonacossi, indimenticato gentiluomo di campagna dall’impareggiabile eleganza ed affabilità, per lungo tempo alla guida dell’azienda e protagonista delle sue fortune, nonché infaticabile sostenitore dei vini di Carmignano.

Per tutti gli appassionati avvertiti, Capezzana è un punto di riferimento irrinunciabile, con millesimi che sfidano il tempo, guadagnando in complessità e profondità senza perdere un ette di fragranza e vitalità. Il sottoscritto ricorda rapito un Carmignano ’85 di nervosa, abbacinante vivacità; un ’68 di inarrivabile compiutezza; e poi annate degli anni ’30 tuttora deliziosamente floreali e in attesa di un piatto di pasta per dare il meglio di sé…

Per una cantina che ha sublimato la toscanità in apollinea eleganza, componendo l’apparente dicotomia tra vitigni autoctoni ed internazionali in una sintesi assolutamente territoriale, presentare un Sangiovese in purezza rappresenta una sfida nuova, anche se nel segno della continuità. L’ambizione è produrre un’etichetta potenzialmente longeva quanto i Carmignano, ma godibile da subito come espressione di terroir: ovvero il cru Viticciana piantato dal Conte Ugo nel 2003, con cinque cloni diversi ad assicurare complessità, e una sapiente disposizione dei filari ad assicurare il recupero delle acque piovane ed evitare il dilavamento del terreno. Diciamo subito che le premesse ci sono tutte: all’assaggio l’UCB 2013 mostra materia di prim’ordine, con succosità di frutto, finezza tannica, freschezza (cioè buona acidità) che lascia presagire un luminoso futuro. Al momento, la presenza del legno frena lo sviluppo gustativo; ma trattasi del retaggio di uno stile di vinificazione che l’azienda ha abbandonato, per tornare ad un’impostazione più tradizionale, meno “dimostrativa” in termini di esibizione della struttura del vino. Verosimilmente, le prossime annate si distingueranno per un profilo più disteso e una bevibilità più rilassata, senza con questo essere penalizzate in termini di orizzonte di invecchiamento.

La presentazione dell’UCB è stata accompagnata da un gustoso pranzo gentilmente offerto, a sottolinearne la vocazione all’accompagnamento delle pietanze. E’ stata l’occasione di assaggiare anche altre referenze aziendali, ad iniziare da un campione di vasca di Vin Ruspo 2016 che con la sua immediatezza fruttata nobilita una categoria trattata troppo spesso come un ripiego. A seguire, un Trebbiano 2015 in piena gioventù, realizzato in legno proprio per assicurarne un’evoluzione che il tempo farà apprezzare. A seguire due Carmignano, un Trefiano Riserva 2010 splendido e poderoso, dal tannino filigranato; e un 2006 facente parte di una stock di bottiglie che la Tenuta intelligentemente rilascia sul mercato a dieci anni dalla vendemmia, la cui freschezza non ha certo stupito. E, dulcis in fundo, il Vin Santo di Carmignano Riserva 2009, di cui non si sa se apprezzare di più la straordinaria concentrazione oppure l’apparente facilità con cui essa si dispiega nel palato, in forza di un equilibrio mirabilmente conseguito.

Riccardo Margheri