Dulcis in Fundo, un’altra chicca voluta ed organizzata da Helmuth Köcher, the Wine Hunter (cacciatore di vini), durante il Merano Wine Festival edizione 2019.

Non una semplice parte d’area in una stanza del Kurhaus ma, in un giorno appositamente dedicato, lunedì 11 novembre, nella prestigiosa location Pavillon des Fleurs (e poi qualcuno si ostina a chiedermi cosa ci vado a fare a Merano per ben cinque giorni).

Delle 13 aziende rappresentative di ben sette regioni vitivinicole italiane (Trentino, Friuli, Veneto, Toscana, Piemonte, Marche e Puglia) dove riscontrare l’eccellenza dei vini dolci (preferisco chiamarli da dessert), scrivo molto volentieri dell’Azienda Tiberi David di Loro Piceno (Macerata-Marche). Perché?

Perché ha proposto tre annate di Stravecchio “Occhio di Gallo” Vino Cotto Dop (2002, 1978, 1964) da uve Verdicchio 25%, Sangiovese marchigiano (25%), Trebbiano marchigiano (25%), Montepulciano d’Abruzzo (25%).

Emanuela Tiberi 

Andiamo con ordine

“L’azienda si trova a cavallo delle province di Macerata ed Ascoli Piceno con vigne posizionate ad una altezza media di 400 mt slm” . Così inizia la descrizione aziendale Emanuela Tiberi.

“Il cuore dell’azienda è il vigneto di circa un ettaro con vitigni di Verdicchio, Montepulciano, Trebbiano e Sangiovese. La maturazione e la raccolta dei grappoli segnano la fine delle fatiche nei campi e l’inizio del lavoro in cantina”.

Inutile chiederLe di parlare del vino cotto e del suo perché. Tutto a tempo dovuto.

“Prima partiamo dal campo, poi parliamo del lavoro in cantina e terminiamo con gli assaggi. Se seguiamo questo iter comprendiamo meglio il vino cotto e la dedizione che la mia famiglia gli dedica”.

Non serve furia al Banco Tiberi anche perché, comunque, la furia è da sempre cattiva consigliera.


“La produzione del Vino Cotto impegna tutta la famiglia per diversi giorni; si inizia di buon mattino a vendemmiare a mano, i grappoli migliori sono raccolti in cassette, subito portati in cantina, pigiati e poi torchiati a forza di braccia. Il mosto così prodotto viene fatto bollire, e se siamo stati bravi, entro mezzanotte, il ciclo è terminato”.

Sappiamo però che un’altra fase è importante nella produzione del vino cotto: l’invecchiamento e l’attesa.

“L’azienda Tiberi vanta botti di Vino Cotto con più di 40 anni di invecchiamento. Per far capire l’importanza dell’invecchiamento e della lunga attesa necessaria per meglio cogliere l’essenza del Vino Cotto, per il Merano Wine Festival abbiamo portato un giovane 2002, un maturo 1978 e un anziano 1964”.

Signora Emanuela, capisco il Vino Cotto, la parola Stravecchio, ma MARCA OCCHIO DI GALLO per caso ha a che fare con Occhio di Pernice del mitico Vin Santo a base di Sangiovese Toscano?

“In un certo senso i nomi s’inseguono, si rincorrono e ci fanno sognare.Infatti i nostri nonni dicevano che il Vino Cotto, per essere buono, deve avere un colore uguale al colore dell’occhio del gallo”.

In casa lo usiamo anche per curare tosse e raffreddore!

Del resto una delle storie mista a leggenda vorrebbe far risalire il Vin Santo toscano al periodo della pestilenza di Firenze quando “un goccio” di questo nettare riusciva ad operare miracoli fino alla guarigione (per questo “santo”). Ma in tempi più recenti (lo posso testimoniare), latte e vini fortificati e/o distillati sono stati la panacea  per alleviare tosse e raffreddore. Devo dire che nella mia giovinezza spesso tossivo a proposito per gustarmi “quella medicina della mamma” che tanto faceva bene. Premonitrice.

Tiberi. Vino cotto

Lo “Vi Cottu”

Da mie ricerche, inevitabili per capirne ancor di più, ne è uscito un prodotto molto diffuso nel Maceratese ed in particolare nel Comune di Loro Piceno dove è famosa la festa estiva del vino cotto e se chiedete agli abitanti, i loresi, cosa rappresenti la Festa del Vino Cotto, risponderanno “metteteci la bontà del vino, metteteci ragazzi e ragazze, e tirate le somme..”

Signora Emanuela, prima di iniziare la degustazione mi descriva, da produttrice, il suo Vino Cotto.

“E’ denso, amabile, ottenuto con successive concentrazioni, su fuoco vivo, del mosto fatto poi fermentare. Il particolare aroma e la sua robustezza ne fanno un eccellente concorrente del marsala e di altri vini importanti. Colore occhio di gallo, all’olfatto intenso e complesso con sfumature odorose speziate di noce moscata, cannella e fruttate di datteri passiti e confettura di fichi; dolce, caldo, morbido di buona struttura, equilibrato, intenso e persistente con un lungo finale perfettamente corrispondente alle sensazioni olfattive”.

I tre assaggi Tiberi

Cosa aggiungere dal momento che, durante gli assaggi, mi sono rispecchiato nelle descrizioni della Signora Emanuela?

– vendemmia 2002. Ricchezza speziata, da dimenticare ancora in cantina.

– vendemmia 1978. 40 anni e non sentirli. Da meditare lacrima dopo lacrima.

– vendemmia 1964. 55 anni di poesia. Avvolgente sensazione di amabilità

I punteggi? Tutti vini eccellenti abbondantemente sopra i 90/100. BRAVI, CHAPEAU!!!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati al MWF il 11/11/19

 

Cantina Tiberi David

Via Vignali bagnere, 5/A

Loro Piceno (Mc)

Cell.  347 2949426

tiberi@vinocotto.org

www.occhiodigallo.it